Saif Ullah Ranjhia vive in Italia da sette anni, lavora per l'Ufficio Immigrazione del Comune di Roma, ha collaborato con il CIES e la Casa dei Diritti sociali in qualità di mediatore culturale.

Vive a Roma con la sua famiglia e durante uno dei suoi viaggi nel villaggio Pandowal Bala, nel distretto pakistano di Mandi Bahauddin, dal quale proviene, si è riproposto di agire in prima persona per sanare lo stato di estrema indigenza sociale, sanitaria e culturale dei suoi concittadini. In particolare è rimasto colpito dall'atteggiamento di rassegnazione dei bambini e delle loro famiglie rispetto alla necessità, all'importanza e alla possibilità di frequentare la scuola allo scopo di affrancarsi dalla miseria quotidiana.

Tornato da uno di questi viaggi, Saif è stato casualmente contattato dalla scuola elementare 126° circolo di Roma che stava per essere intitolata al bambino pakistano ucciso nel 1995 IQBAL MASIH. Saif è intervenuto alla festa di intitolazione e ha esposto, in quella occasione, la sua proposta: costruire un ponte di solidarietà fra le famiglie degli alunni della scuola e i bambini del villaggio Pandowal Bala.