Nacque a Lauingen, cittadina danubiana della Svevia, da una famiglia di
militari. Nel 1223 a Padova entrò nell'ordine dei domenicani, insegno’
in vari monasteri tedeschi, fu inviato all'università di Parigi.
Ritornato a Colonia come capo del nuovo studio generale domenicano, ebbe
tra i suoi allievi Tommaso d'Aquino (1248-1252). Nel 1254 venne nominato
Provinciale della provincia germanica. Nel 1260 papa Alessandro IV lo
nominò vescovo di Ratisbona,. Dal 1263 al '64, rientrato nel suo Ordine,
predicò la crociata contro l'oriente. Nel '70 infine si stabilì
definitivamente a Colonia, da dove si mosse poche volte, come nel 1274,
quando si recò al concilio di Lione per patrocinare la causa di Rodolfo
d'Asburgo come re di Germania e nel '76-77 per andare a Parigi a difendere
le posizioni aristoteliche sue e di s. Tommaso. Ed a Colonia morì all'età
di 80 anni.L'interesse speculativo di
Alberto Magno circoscrive, secondo anche l'indirizzo del tempo, tutto lo
scibile umano: oltre che di teologia, s'occupò di filosofia, astronomia,
scienze naturali. Ogni nozione viene da Alberto Magno come convogliata in
un grande edificio dove riceve il suo posto stabilito. Per primo, ed
aprendo la via al suo discepolo Tommaso d`Aquino, Alberto Magno introduce
l'aristotelismo nella cultura medievale che viene sistematicizzata secondo
una visione del tutto teologica. In questo senso, insieme con Tommaso,
Alberto Magno è uno dei maggiori organizzatori della cultura cristiana
d'Occidente. Fu anche e forse soprattutto un naturalista .
Egli aveva iniziato ad
interessarsi alle scienze dopo
aver conosciuto le opere di Aristotele e per amore della natura, mostrato
fin dalla giovane età. Subì anche la
influenza di uomini della scuola di Oxford come Alfredo Anglico, Ruggero
Bacone e Roberto Grossatesta, dei quali però non accettò il metodo
empirico. Le scienze sono per lui piuttosto un mezzo per spiegare l'ordine
provvidenziale del mondo, che viene inteso in termini di pura teologia.
Scrive nella Physica che il suo fine (nel trattare della natura) «è
nella scienza divina». In tal modo con Alberto Magno e poi con Tommaso lo
scientismo greco, che gli Arabi avevano modernamente rielaborato, si
trasforma in una possente costruzione religiosa che influenzerà tutta la
vita europea fin oltre il Rinascimento.Gli scritti di Alberto Magno
sono numerosissimi. Oltre quelli teologici comprendenti commenti e
parafrasi alla Bibbia, a Dionisio l'Areopagitico, alle Sentenze di Pietro
Lombardo, compì tutto un enorme lavoro di commento alle opere di
Aristotele, da lui conosciuto nelle traduzioni arabo-latine di Gherardo da
Cremona e Michele Scoto, studiate in tutte le università medievali.
Scrisse poi d'ogni problema scientifico prendendo posizione contro
l'averroismo materialistico. In questo campo il suo lavoro costituisce una
enciclopedia destinata alla latinità cristiana. Oltre che ad Aristotele,
Alberto Magno diede anche rilievo, ma senza creare alcun contrasto
dottrinale, alle speculazioni neo platoniche continuate poi da Ulrico di
Strasburgo e dai mistici tedeschi del XIV sec.
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