Nella cultura Mediterranea fu considerato fondatore dell’Alchimia Ermete Trimegisto (nome che significa il Re tre volte Grande) una figura probabilmente immaginaria La parola Alchimia è pure incerta si ritiene infatti che l'etimologia venga da Al (= il in arabo), e Kimia (la terra del "Kamel" = il cammello, cioè l'odierno Egitto; oppure il suolo del "Kem-it", che significa "nero", e che quindi si riferisce all'aspetto scuro della terra fertile dell'Egitto, altri ritengono invece che Alchimia possa derivare dal vocabolo greco "chyma" (che significa: scioglimento -fusione). Il simbolismo di ogni trasformazione alchemica fu concepito nell’ambito della idea che l’uomo, che è parte della natura, proponendosi il ruolo di ordinatore del tempo dello sviluppo naturale, potesse aiutare, la natura ad accelerare i tempi di evoluzione prestabiliti dagli influenze celesti. L’ "opus Alchemico" sintetizzato nella frase "pensa agendo ed agisci pensando", fu infatti considerato come "la levatrice delle trasformazioni vitali della natura" proprio in quanto gli alchimisti ermetici ritennero che qualora fosse scoperto il segreto, detto della "Pietra Filosofale" o principio di purificazione di tutte le qualità, ciò avrebbe permesso di "trasmutare" tutti i metalli in oro puro a partire dallo stato di materia imperfetta. La Pietra Filosofale è stata quindi considerata il mistero da scoprire, che di fatto è quello della intelligenza della natura, da assecondare per accelerare i ritmi temporali della trasmutazione verso la perfezione. La maggiore o minore perfezione gli alchimisti ritennero che dipendesse dallo stato di maturità qualitativamente raggiunto. Solo l'oro sarebbe il risultato ultimo di una scala di perfezione che tutti i metalli potevano raggiungere in seguito a "trasmutazioni". Si pensò inizialmente che le "trasmutazioni" sarebbero state il risultato di un gran numero di trasformazioni progressive frutto del miglioramento cognitivo dell’ Opus Alchemica nonché dall’influsso benevolo degli astri nel cielo. Da questa teoria delle trasformazioni osservata sperimentalmente gli Alchimisti conclusero che la maggiore o minore perfezione della materia dipendeva dallo stato di maturità da essa raggiunto. L'alchimia fu pertanto considerata l'arte di distruggere i composti che la natura ha formato in modo imperfetto al fine di migliorare la loro natura purificandoli modificandone le proprietà temporanee al fine ultimo di raggiungere la perfezione assoluta. È importante considerare alcuni elementi della saggezza Alchemica, che hanno condotto questo particolare atteggiamento mentale a sopravvivere, con più o meno elevata fortuna, in tutte le epoche nell’immaginario collettivo umano, traversando civiltà così profondamente diverse dell’oriente e dell’occidente. Hanno contribuito a tale longevità del pensiero Alchemico :

  1. La dimensione bipolare, complementare, interattiva, di ogni concetto, fondata sul modello primitivo della coppia "YIN-YANG"; .

  2. La fiducia della creatività dell’uomo nel forzare i segreti della natura al fine di far precipitare i ritmi temporali per il raggiungimento della perfezione "temporale".

L’idea cosciente della necessità di conoscere sia esteriormente sia interiormente all’uomo per penetrare nella scoperta progressiva del mistero della natura, così da realizzare l’evoluzione delle conoscenze umane, in seguito al miglioramento delle due componenti dell’ EGO interiore dell’uomo, la cui intelligenza è correlata a due fattori;

1.       l’intuito che è simbolizzato dal sole e dalla rarità e purezza dell’oro;

2.       la ragione, quest’ultima ha come simboli alchimistici Saturno ed il piombo.

Per le peculiari caratteristiche sia di intuito e fantasia sia di praticità, tra gli Alchimisti si annoverarono anche molte donne, tra esse famose nell’antichità furono ad esempio, Cleopatra e Maria l’Ebrea (quest’ultima è rimasta rinomata per aver ottenuto vari nuovi prodotti regolando la temperatura di reazione in un bagno di acqua, infatti ancora oggi tale metodo di riscaldamento è detto "a bagno Maria"). E da notare infine che gli Alchimisti considerarono i bambini più puri nelle loro capacità intuitive dei grandi, proprio a causa delle lacune cognitive, evidenti nelle conoscenze umane qualora vengono commisurate con il fine di raggiungere la perfezione.


a cura di Lorenzo e Gabriele