Alcuni
alchimisti medievali in campo cristiano pensarono che la possibile
"trasmutazione" dei metalli vili in oro era essenzialmente
funzione della scoperta della Pietra Filosofale e cioè delle capacità
creative dell’ingegno umano. Pertanto essi intesero l’Alchimia come
l'agente di perfezione parallelo alle indicazioni di purezza spirituale
proposte da Cristo. L'Uomo fu quindi considerato per analogia il
"Forno filosofico" in cui si compie l'elaborazione del pensiero
capace di scoprire le capacità di trasmutazione che conducono alla
purezza.
Tale coincidenza tra azione spirituale e materiale fu simbolicamente
rappresentata dall' "uroboro" (il serpente che si morde la
coda). In considerazione di ciò venne detto che: "Se tu vuoi
realizzare la nostra Pietra, sii senza peccato, realizza una vita dedita
alla perfezione del mistero dello spirito."
Inoltre, per ridurre i quattro elementi ad una trinità di funzioni, gli
alchimisti mistici ritennero che:
Acqua
+ Aria
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=
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Creavano
il Principio del Mercurio
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Aria
+ Fuoco
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=
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Creavano
il Principio dello Zolfo
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Fuoco
+ Terra
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=
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Creavano
il Principio, il Principio del Sale
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Ed i tre principi furono associati come elementi terreni opposti ma
coincidenti con il Padre il Figlio e Lo Spirito Santo.
Al di là di questa impostazione stravagante, gli alchimisti medioevali
importarono nell’Europa Cristiana lo sviluppo della cultura Alchemica
progredita nella civiltà Araba di quel periodo e ciò fu comunque
importante per lo sviluppo culturale successivo all’epoca medievale
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