(ca. 1214-1294). Filosofo inglese nato ad Ilchester nella contea di Somerset. Discepolo ad Oxford di R. Grossatesta, ne derivò un vivo interesse per le scienze e lo studio delle lingue. In Francia rimase vari anni e si iniziò ai segreti dell'alchimia. Nel 1255 o 1257 entrò nell'ordine francescano e forse per qualche anno fece ritorno in Inghilterra. Le sue critiche al sapere ufficiale e la sua tesi che la conoscenza doveva essere conseguita anche con ricerche sperimentali insospettirono i suoi superiori. Ma finché fu in vita papa Clemente IV, che lo proteggeva, B. fu salvo da provvedimenti. Per questo papa egli scrisse la sua opera più nota, l'Opus maius, che è una specie di enciclopedia dove però è anche enunciato il suo pensiero. Morto Clemente IV, Bacone venne accusato di eresia e imprigionato (1278). Fu liberato solo due anni prima della morte. Così Bacone da un lato è spinto ad affermare il valore assoluto dell'esperienza, la conoscenza senza mediazione in rapporto diretto con le cose stesse, dall'altro accetta l'illuminazione interna dell'agostinismo tradizionale. Vi sono perciò in lui come due uomini, quello medievale, legato alla tematica teologica, alla cabala, alla pietra filosofale, e quello moderno che intuisce il mondo delle scienze e ne anticipa sia pure confusamente il metodo sperimentale. Nell'Opus maius egli afferma che Dio è evidente per varie rivelazioni, come l'opera visibile della natura, la parola scritta della Bibbia, l'interiore illuminazione dell'anima.


a cura di Lorenzo e Gabriele