Nato in
Inghilterra nell’ultimo decennio del 1200 e morto presumibilmente nel
1349. Riprendendo quanto detto da Duns Scoto sostenne che la conoscenza può
essere solo empirica ma non escluse la possibilità di un’intuizione
dell’intelletto che apra la via ad una conoscenza, relativa, di ciò che
non è sensibile o materiale.
Per lui la fisica è legata ad alcuni principi metafisici di derivazione
aristotelica, ma introdusse anche concetti nuovi.
Considerò
la creazione del mondo ab aeterno solo come più probabile.
Sostenne che
i principi del divenire sono materia
e forma, ma la materia non può esistere senza estensione.
Criticò il principio del rapporto causa-effetto proprio sulla base del
suo empirismo, in quanto le conoscenze ci danno solo informazioni
intuitive con le quali possiamo concludere che due effetti sono legati se
al verificarsi di uno si verifica anche l’altro, quindi le spiegazioni
casuali hanno un valore empirico limitato.
A lui si deve anche un’anticipazione del principio d’inerzia;
egli disse, infatti, che affinché un corpo si muova non è
necessario un motore e citò ad esempio il proiettile che continua a
muoversi dopo che è stato lanciato.
Anticipò la relatività galileiana del movimento sostenendo che le
determinazioni spaziali (alto, basso, centro) sono relative all’universo
in cui vengono determinate; questo concetto presuppone la possibilità di
infiniti mondi.
Il concetto di infinito per Occam è lo stesso di quello matematico
attuale; egli infatti dichiarò che una parte può non essere minore del
tutto se il tutto è composto di parti infinite.
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