La scuola
salernitana fu la più antica istituzione medioevale nell’ occidente
europeo per l’ esercizio e l’ insegnamento della medicina.
Favorita
da Roberto secondo il Guiscardo, toccò il massimo fulgore quando i
maestri della scuola erano quasi esclusivamente laici. Diminuì la sua
importanza in seguito all’ espansione dell’ università di Napoli. Il
periodo aureo della scuola salernitana coincide con l’ arrivo a Salerno
di Costantino l’ Africano. Nel 1811 Gioacchino Murat ne decretò la
chiusura.
La scuola era famosa per le sue cure e per la competenza dei suoi medici,
e le prime tracce della sua produzione letteraria risalgono all’
undicesimo secolo, ma al dodicesimo secolo appartengono i suoi maestri più
famosi e anche la parte più importante della sua produzione letteraria,
come si presenta nella Collectio Salernitana del De Renzi.La scuola subì
una trasformazione molto importante verso la fine del secolo:sviluppo che
si collega con i nomi di due maestri famosi, Mauro e Ursone. Nelle loro
opere si nota un forte interesse per le questioni filosofiche e teoriche,
una certa conoscenza delle dottrine Aristoteliche e un impiego consapevole
dei metodi della logica scolastica.
Un manoscritto importante di Mauro contiene il suo commento a un gruppo di
testi di medicina che ritroveremo poi, nei secoli successivi, negli
statuti universitari nei codici e nei commenti manoscritti e stampati
spesso sotto il nome di Articella, come corpo principale che servì da
testo scolastico di medicina elementare. Consiste qui dei testi seguenti:
I Isagoge di Johannitius, gli Aforismi e Pronostici di Ippocrate ; il
libro de pulsibus attribuito a Filarete ; e finalmente il Tegli cioè l’
Ars parva di Galeno. Il commento di Mauro ci attesta che la scuola aveva
adottato questi testi già prima della fine del dodicesimo secolo facendo
strada anche per questo rispetto alle tradizioni posteriori della medicina
fino al sedicesimo secolo , e avendo compiuto già verso il milleduecento
il passaggio completo dell’ insegnamento pratico e empirico, e dalla
letteratura che lo riflette all’ insegnamento e commento teorico e
scolastico.
I documenti della scuola salernitana sono rari ma è giusto conoscerne i
più importanti codici come quello che venne scritto su pergamena durante
la prima metà del decimo secolo; contiene al principio un testo
salernitano ben noto, il commento di
Plateario all’Antidotario di Nicolaus. Segue poi un gruppo di
commenti a cinque testi diversi: il Tegni di Galeno, Johannitius, gli
Aforismi e Pronostici di Ippocrate, e il de urinis di Teofilo. L’ultimo
è un commento al breve testo de pulsibus di Filerete, costituendo così
un commento al Corpo dell’Articella. La scuola di Salerno nacque come un
centro di medicina empirico, inseguito elaborò e riunì numerosi testi in
un Corpus, adottandone alcuni finalizzati all’insegnamento teorico della
medicina.
Questo
tipo di insegnamento e di letteratura doveva dominare la medicina fino al
cinquecento. Nel dodicesimo e tredicesimo secolo Salerno arricchì le sue
prime tradizioni di medicina puramente pratica delle tradizioni
grammaticali e “liberali” delle scuole cattedrali; diventò una scuola
per apprendisti di medicina pratica, un’università, nel senso
posteriore della parola. La scuola di Salerno ebbe infatti una fama
europea e educò molti studenti stranieri , e il suo influsso ebbe una
diffusione assai vasta nello spazio e nel tempo. Ciò appare anche nella
quantità e dalla diffusione dei nostri manoscritti, come dalle citazioni
dei maestri salernitani che si incontrano negli scritti medici di altri
luoghi e di altri tempi. |