Cecilio Secondo Caio, detto il Vecchio (Como 24 d.C.-Stabia 79 d.C.)


Plinio il vecchio- Cattedrale di ComoVITA
Erudito e storico latino nato a Como nel 23 o 24 d. C. e morto a Stabia nel 79 d. C. Appartenente a ricca famiglia dell’ordine equestre, dopo aver compiuto gli studi a Roma servì come ufficiale di cavalleria in Germania per due lunghi periodi, fra il 46 ed il 58 d. C. Dopo la morte dell’imperatore Claudio condusse vita appartata perché ostile a Nerone, con l’ascensione di Vespasiano, della cui amicizia si onorava, iniziò l’attività pubblica quale procuratore nella Gallia, in Africa e nella Spagna. Durante l’eruzione del Vesuvio lasciò con alcune navi Capo Miseno,mosso dal desiderio di osservare da vicino il fenomeno e di aiutare le vittime. La sua nave fu investita a Stabia da una pioggia di cenere e lapilli. Il racconto della sua morte è stato tramandato dal nipote Plinio ed a esso deve la sua fama di studioso.

OPERE E SCOPERTE
Funzionario di rara integrità, storico coscienzioso ed erudito, la sua fatica spaziò dalle opere  riguardanti l’arte militare a quelle biografiche, dalla storia delle campagne romane contro i Germani ad un trattato d’oratorio in 3 libri ed a uno di linguistica in 8 libri. Le opere a cui Plinio affidò le sue maggiori ambizioni furono la storia romana in 31 libri che si riconnetteva all’opera di Ofidio Basso e la monumentale Naturalis Historia che possediamo per intero. Si tratta di una vera enciclopedia in cui Plinio, muovendo dal principio che l’uomo, a differenza degli altri animali ha bisogno di apprendere tutto per vivere. L’ insieme delle materie del sapere è disposto dopo la dedica al futuro imperatore Tito e costituisce la prefazione e l’indice generale dell’opera con l’elenco dei libri letti e degli autori citati. Gli argomenti trattati in 37 volumi sono: cosmologia e geografia fisica,geografia ed etnologia, antropologia e fisiologia, zoologia,botanica, botanica in relazione al suo impiego nella medicina, zoologia in relazione all’impiego in medicina, metallurgia e mineralogia. Lo sforzo di sistemazione di tutte le conoscenze acquisite nel campo della scienza della natura corrisponde ad una esigenza molto sentita nella cultura romana della prima età imperiale, quando l’informazione e la divulgazione scientifica erano richieste dagli emergenti ceti tecnici e professionali, ma anche a livello d’intrattenimento e di consumo culturale in cui confluivano aneddoti, curiosità e fatti mirabili di maggiore o minore attendibilità. L’eclettismo che guida Plinio nella raccolta di un’enorme quantità di materiale, registrata e classificata senza approfondimento, e con disinvoltura caratterizzata la sua compilazione. È in linea con la sua epoca l’interesse per l’applicazione pratica delle nozioni, ma senza alcun principio sistematico. Plinio è animato dall’ambizione di rendere partecipi gli altri di tutte le nozioni e teorie che egli aveva letto con lo scopo di porsi al servizio dell’umanità, ma purtroppo senza un chiaro principio scientifico.
Difficoltà di stile ed l‘eccezionale lunghezza dell’opera avrebbero potuto ostacolare la sua diffusione, ma l’organizzazione dei temi in blocchi omogenei e la facilità di consultazione dovuta all’uso di indici e di bibliografia ne hanno garantito la sopravvivenza. In essa sono raccolti un sommario di storia dell’arte antica, documenti di storia della scienza, della religione, del folclore salvati da quegli stessi difetti intellettuali che gli impedirono di selezionare, scartare, approfondire originalmente le sue letture.

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a cura di Dario