Per valutare l’impatto ambientale si dovrebbero
seguire quattro vie:
-
verificare la diffusione;
-
verificare l’impatto qualitativo e quantitativo
della coltura GM sulla flora e sulla fauna;
-
verificare la possibile tossicità di determinate
matrici ambientali (acqua, suolo, ecc…);
-
valutare l’impatto delle colture GM attraverso
analisi chimiche delle diverse matrici ambientali. Ad esempio attraverso
l’analisi chimica del terreno è possibile valutare se le colture
transgeniche siano in grado di determinare alterazioni alla composizione
minerale e organica del terreno.
I controlli per la valutazione dell’impatto ambientale
da parte degli OGM devono essere esercitati su ciascuna delle diverse componenti:
Suolo
– Acqua – Aria.
Suolo
-
verifica della presenza di semi transgenici appartenenti
alle piante coltivate o a piante filogeneticamente vicine sia nel campo
coltivato sia nei campi limitrofi;
-
analisi chimica su campioni di terreno per valutare
variazioni di carattere chimico-fisico del suolo (ad esempio l’effetto
derivato dall’uso dell’erbicida
glifosate);
-
studio della rizosfera od eventuali noduli radicali
(leguminose).
Acqua
e Sedimenti
-
verifica presenza di DNAtransgenico;
-
studio sui sedimenti per determinare eventuali
intermedi di degradazione del glifosate. A ciò vanno affiancate
prove di ecotossicologia.
Aria
-
verifica della diffusione dei pollini, attraverso
l’aria;
-
verifica della diffusione dei pollini trasportati
attraverso gli insetti.
Ecosistemi
Questo studio rappresenta la parte più
complessa per la presenza di innumerevoli parametri e variabili. Esso si
prefigge di valutare:
-
l’impatto degli OGM sulla microfauna e microflora
presenti nel terreno;
-
eventuali squilibri nelle popolazioni degli insetti,
sia di quelli nocivi che di quelli utili;
-
lo sviluppo di qualche forma di resistenza all’erbicida
glifosate, dovuta alla forte pressione selettiva che un uso massiccio può
esercitare.