Le civiltà mesopotamiche furono le prime a realizzare rudimentali opere idrauliche costituite da canali aperti che conducevano le acque del Tigri e dell'Eufrate in diverse città; analoghe opere furono costruite, nella stessa epoca, in Palestina dove è possibile trovare. in Samaria e in Giudea, resti di acquedotti costituiti da canali scavati nella roccia. Anche nel mondo greco non mancano esempi di acquedotti che erano costituiti da canali, mentre rari sono, in Grecia, resti di canalizzazioni pensili. In Italia gli Etruschi non furono grandi costruttori di acquedotti sebbene siano loro attribuibili ritrovamenti di opere idrauliche di una certa importanza. La tecnica di costruzione degli acquedotti raggiunse nell'antichità il massimo livello con i Romani, i quali, con ogni probabilità, svilupparono l' esperienza degli Etruschi nel campo dell'idraulica,risolvendo problemi tecnici di notevole importanza. La storia degli acquedotti di Roma comincia nel 312 a.C. quando il Censore Appio Claudio fece costruire il primo acquedotto,quello detto dell'Acqua Appia, con un percorso quasi tutto sotterraneo.alta valle dell' Aniene, esso ricevette il nome di "Anio Vetus" ( Aniene Vecchio ); più di tre secoli dopo ne venne condotto dagli stessi luoghi un altro denominato "Nuovo". Il riformento assicurato dai due acquedotti era comunque divenuto insufficiente, tanto che si dovette ricorrere a drastiche restrizioni. Nel 179 a.C. si decise pertanto la costruzione di un nuovo acquedotto e, dopo varie traversie nacque così " L' Acqua marcia ", acquedotto completato con arcate monumentali, destinate a divenire tipiche di tutti gli acquedotti romani. Nel 125 a.C. " L' Acqua Tepula " proveniente dai Colli Albani rappresentò il quarto e ultimo acquedotto dell' età repubblicana. Durante l'età di Augusto vennero costruiti nuovi acquedotti, a sottolineare,dopo le guerre civili,la ritrovata tranqullità e la spettacolare crescita e trasformazione della città. Per primo fu costruito da Agrippa nel 33 a.C. "L'Acquedotto della Giulia". Nel 2 a.C. Augusto fece costruire "L'Acquedotto Alsietino". Tale acquedotto,che si alimentava dal lago di Martignano, serviva il bacino artificiale realizzato dallo stesso imperatore Augusto di Trastevere, dove si svolgevano gli spettacoli delle battaglie navali. Per il resto, dal II secolo dopo Cristo, gli unici interventi furono volti alla manutenzione e al restauro dei quattro acquedotti dell'Aniene. Nel VI secolo dopo Cristo,si contavano a Roma quattordici acquedotti; nessuna città al mondo era stata mai servita così abbondantemente di acqua. Tali acquedotti erano capaci di alimentare terme, stabilimenti, fontane artificiali, fontane nei cortili dei grandi caseggiati, che servivano alle necessità quotidiane delle popolazione che non aveva l'acqua in casa. Dopo Severo non  ci fu che preoccuparsi di tenere in efficienza gli acquedotti, mediante opere di manutenzione, restauro e sorveglianza. Si dedicarono a ciò Diocleziano, Costantino, Massenzio,Arcadio e Onorio. Finiva allora anche la storia antica degli acquedotti di Roma. Soprattutto dal IX secolo d.C. la penuria di acqua contribuì all'abbandono della parte alta della città e favorì il concentrarsi della popolazione superstite a ridosso del Tevere.