...E si viveva
cantando Bob Dylan
ci si raccontava
gli umori e la vita che cambiava
dopo l'amore stanchi noi...si dormiva.
Con la chitarra
facemmo la guerra
lunghi capelli
ed i jeans sempre solamente quelli
dove si va
e poi c'era sempre già
un motivo
al Piper Club...

Renato Zero, "Piper Club", dall'album
"Via Tagliamento 1965-1970" (1982)

Roma. In via Tagliamento c'era un vecchio cinema vuoto.
Nel 1960 Vittorio Gassman stava pensando di utilizzarlo per il debutto del Teatro Popolare Italiano. E, invece, nel febbraio del '65 questo cinema teatro si trasforma, su un'idea di Giancarlo Bornigia - re delle notti romane -, nel primo locale espressamente dedicato ai giovanissimi e alla loro voglia di ballare.

Con l'apertura del Piper si ha a che fare con una vera rivoluzione culturale, riflesso dei primi fervori politici e sociali: ballare non è più unicamente ciò che si intendeva fino ad allora, ballo della mattonella, di coppia, ma anche e soprattutto sfogo fisico e psichico, individuale e fine a se stesso.

La musica che si suona al Piper rompe, a ritmo di swing, con il passato. E' musica dal vivo, ma ora suonano complessi beat come l'Equipe 84 di Vandelli, i "Rockes" (non è un errore, si scrive proprio così) di Shapiro e i Primitives di Mal.

I veri protagonisti del Piper sono, assieme alla musica, i "piperini". Dalle 4 alle 8 del pomeriggio (la sera è dedicata a ragazzi con qualche anno di più) si scatenano in pista ballando lo shake - ma anche il "surf", lo "slop", il "frog", il "bird", il "dog", il "monkey" - ragazzi e ragazze rigorosamente minorenni con la musica nel sangue e nei piedi (e nelle braccia per balli come lo shake). Alcuni dei giovanissimi piperini di questa passione stanno per farne un professione: Renato Fiacchini (futuro Renato Zero), Loredana Bertè, Nicoletta Strambelli (futura Patty Pravo). Come gli altri ragazzi ballano in pista e sulle piattaforme, ma la loro grinta e la loro energia li fa notare dai talent scout: Renato e Loredana iniziano la loro carriera come ballerini negli spettacoli di Rita Pavone e Don Lurio, ma è senza dubbio Patty Pravo a dovere più di tutti il suo successo al Piper.

 

A scoprirla sono Alberigo Crocetta e Giancarlo Bornigia, soci proprietari del Piper. Dal racconto dello stesso Bornigia, Patty ballava lo shake in un modo così particolare da non poter passare inosservata: "chiamava tutti intorno, era molto brava... era sempre al centro dell'attenzione...un vero talento, molto più che brava" (da un' intervista radiofonica nel programma "Il bello della vita" del 22 marzo 2001, Radio 24). Nicoletta Strambelli diventa allora Patty Pravo, la Ragazza del Piper, salendo sul palco e raggiungendo immediatamente il successo discografico e il consenso del pubblico dei giovani con le canzoni "Ragazzo Triste" e "La bambola".

 

Molti altri cantanti hanno trovato nel Piper il loro trampolino di lancio. Tra questi l'altra protagonista femminile del locale romano, Caterina Caselli. E' suo il merito di aver favorito, con il gruppo "Gli Amici", la diffusione in Italia della musica anglofona dei rivoluzionari anni '60: Otis Redding, Cat Stevens, Rolling Stones, tradotti in italiano nelle cosiddette "cover".
Il suo primo successo discografico è, infatti, il 45 giri "Sono qui con voi" del 1965, cover del brano "Babe please don’t go" dei Them di Van Morrison (il cui lato B è la canzone "La ragazza del Piper").