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Elettricità:
Cariche
elettriche: Elettricità
in movimento: Se
colleghiamo due conduttori con carica uguale e opposta per mezzo di un
filo metallico, le cariche si annullano reciprocamente e dopo un
intervallo di tempo relativamente breve i due corpi risultano neutri. La
neutralizzazione avviene a seguito di un flusso di elettroni attraverso il
filo, dal corpo carico negativamente all'altro. In generale, in un
qualunque sistema continuo di conduttori, gli elettroni fluiscono dal
punto a potenziale minore a quello a potenziale più alto. Un flusso di
cariche elettriche costituisce una corrente elettrica. Convenzionalmente,
benché siano gli elettroni a muoversi all'interno di un conduttore, si
assume come segno dell'intensità di corrente quello che avrebbero le
cariche positive, cioè quello opposto al moto effettivo degli elettroni.
Collegando un filo metallico ai morsetti di un generatore di tensione, ad
esempio una pila, si ottiene un semplice esempio di circuito elettrico. Un
tale circuito è caratterizzato da tre grandezze fondamentali: la
differenza di potenziale applicata, che viene talvolta chiamata forza
elettromotrice (fem) o tensione; l'intensità di corrente, misurata in
ampere (1 ampere corrisponde al flusso di circa
.240.000.000.000.000.000 elettroni al secondo attraverso una
qualunque sezione del circuito); la resistenza. Come abbiamo già
osservato, in condizioni ordinarie tutte le sostanze, conduttrici o non,
si oppongono in una determinata misura al moto delle cariche e questo
limita necessariamente l'intensità della corrente. Vedi anche Legge di
Ohm. Quando in un filo conduttore scorre una corrente elettrica si possono
osservare due effetti importanti: cresce la temperatura del filo; un ago
magnetico posto nelle vicinanze si orienta, disponendosi
perpendicolarmente al filo stesso. Il primo fenomeno è dovuto al fatto
che gli elettroni, entrando in collisione con gli atomi del conduttore,
cedono a questi una parte della loro energia, che viene in seguito
dissipata sotto forma di calore. La potenza (energia nell'unità di tempo)
dissipata in un secondo tra due punti di un circuito è data dalla formula
P = V × I o P = I2
× R, dove V rappresenta la differenza di tensione tra i due punti
considerati, R è la resistenza del ramo di circuito e I è l'intensità
della corrente che lo attraversa. Elettromagnetismo: Il
movimento di un ago magnetico posto in prossimità di un conduttore
percorso da corrente indica la presenza di un campo magnetico; ciò significa che una carica elettrica in moto genera un
campo magnetico nello spazio circostante. Le linee di forza del campo
magnetico generato da un filo conduttore rettilineo e di lunghezza
indefinita sono circonferenze concentriche, situate nel piano
perpendicolare al filo e aventi centro sul filo stesso. Sono molto fitte
in prossimità del conduttore e si diradano allontanandosi da questo;
inoltre hanno verso antiorario se osservate nella direzione della
corrente. Si verifica anche
il fenomeno inverso: una carica elettrica in moto in una regione dello
spazio in cui si manifesta un campo magnetico risente di una forza
perpendicolare al piano individuato dal campo e dalla velocità della
carica stessa. Poiché una corrente elettrica è costituita da un flusso
di cariche elettriche, un filo conduttore percorso da corrente e immerso
in un campo magnetico è anch'esso sottoposto a una forza. Due fili
conduttori paralleli posti a una determinata distanza si attraggono se
sono percorsi da corrente nella stessa direzione e si respingono se le
correnti hanno versi opposti. Ciò può essere spiegato tenendo conto che
ciascuno dei due fili è sottoposto a una forza per effetto del campo
magnetico generato dall'altro filo. Più complesso è il fenomeno
dell'induzione elettromagnetica che si verifica ogni volta che una
corrente elettrica "taglia" le linee di forza di un campo
magnetico o più precisamente ogni volta che varia il flusso del campo
magnetico concatenato con un circuito. Muovendo una spira conduttrice
all'interno di un campo magnetico si "induce" in essa una
corrente elettrica il cui verso è tale da contrastare la variazione di
flusso che l'ha prodotta. Ad esempio, se una spira viene estratta dalla
regione compresa tra le espansioni polari di un magnete, diminuisce il
flusso del campo concatenato e la corrente indotta è tale da generare un
campo magnetico che ha la stessa direzione e lo stesso verso di quello
prodotto dal magnete. Conduzione
elettrica nei liquidi e nei gas: Quando
una corrente elettrica scorre in un filo metallico, il flusso delle
cariche avviene in una sola direzione, poiché a muoversi sono i soli
elettroni. Nei liquidi e nei gas, invece, il moto di cariche elettriche può
avvenire in entrambi i versi poiché se le condizioni sono opportune le
molecole di un fluido possono dissociarsi in coppie di ioni (ionizzazione)
positivi e negativi, liberi di muoversi. Immergendo due elettrodi in una
soluzione liquida, gli ioni positivi (anioni) si muovono verso l'anodo e
quelli negativi (cationi) migrano verso il catodo. Analogamente, nei gas
ionizzati si stabilisce una corrente elettrica determinata da un flusso di
ioni in entrambi i sensi. Sorgenti
di forza elettromotrice: Per
produrre una corrente in un circuito elettrico è necessaria una sorgente
di forza elettromotrice o di differenza di potenziale. I principali tipi
di sorgenti sono: 1) macchine elettrostatiche come il generatore di Van de
Graaff, che funziona per induzione di cariche elettriche con mezzi
meccanici; 2) macchine elettromagnetiche, che generano corrente muovendo
meccanicamente dei conduttori all'interno di campi magnetici (vedi Motori
e generatori elettrici); 3) pile, che generano forza elettromotrice
attraverso un processo elettrochimico; 4) dispositivi che producono forza
elettromotrice per azione del calore (vedi Cristallo; Termoelettricità);
5) dispositivi che generano forza elettromotrice mediante effetto
fotoelettrico; 6) dispositivi che producono forza elettromotrice per
effetto piezoelettrico. Correnti
alternate: Quando
un conduttore si muove in modo alterno all'interno di un campo magnetico
si genera una corrente oscillante detta corrente alternata. Essa presenta
diversi vantaggi rispetto alla corrente continua ed è universalmente
impiegata per usi domestici e industriali. Per mezzo di un trasformatore,
una corrente alternata può essere utilizzata per generare una tensione di
qualunque valore: quando essa attraversa una bobina, infatti, si genera un
campo elettrico variabile che induce in una seconda bobina una corrente
alternata. Regolando opportunamente il numero di spire dei circuiti, è
possibile prelevare ai capi del secondario una tensione maggiore di quella
fornita al primario. In Europa, per le applicazioni domestiche e
industriali, viene utilizzata una corrente alternata sinusoidale con
frequenza di 50 Hz. Ciò permette di ridurre al minimo le perdite di
potenza durante la distribuzione di energia elettrica. |