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DonatoBramante    
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Sandro Botticelli


Sandro Filipepi detto il Botticelli, nato a Firenze nel 1445, fu uno dei maggiori pittori del '400 fiorentino. Figlio di Mariano Filipepi, un «caligajo» o conciatore di cuoio, prima di avviarsi alla pittura andò, a spese del fratello maggiore, detto Botticello, «a leggere» in una scuola; poi, secondo il Vasari, frequentò la bottega di fra Filippo Lippi. Nel 1470 per il tribunale della Mercanzia dipinse una Fortezza, oggi agli Uffizi di Firenze, che venne aggiunta alla serie delle Virtù di Antonio Pollaiolo. In quest'opera, pur in un'indipendenza di linea, vi sono reminiscenze del Lippi. Nei successivi lavori, come nel S. Sebastiano del 1473 (Berlino), appare l'influenza di Andrea del Verrocchio. Botticelli collaborò col Verrocchio per le decorazioni della giostra organizzata da Giovanni de' Medici in onore di Simonetta Vespucci e celebrata da Angelo Poliziano in un suo poema, che forse ispirò Botticelli per la famosa Primavera (Uffizi). Altri dipinti non esattamente databili come Pallade e il cenauro e la grandiosa Nascita di Venere (Uffizi) furono ispirati dalla letteratura e dalla filosofia intellettualisticamente paganeggianti del circolo dei Medici. Ritratti dei Medici e dei loro amici appaiono nell'Adorazione dei magi, 1476 (Uffizi), dipinta per la cappella Lami di S. Maria Novella a Firenze. Nel 1480 Botticelli, sempre a Firenze, affrescò in Ognissanti S. Agostino e l'anno successivo si recò a Roma, dove con altri artisti, fra i quali il Ghirlandaio, il Perugino e il Signorelli, eseguì Gli ultimi giorni di Mosè nella Cappella Sistina, che era stata da poco eretta. Ritornato a Firenze, protetto e stimato dai Medici, continuò a lavorare intensamente e dipinse via via tra l'altro le Madonne del Magnificat e di San Barnaba. I due affreschi Lorenzo Albizzi e il consesso delle arti liberali e Giovanni Tornabuoni riceve Venere e le Grazie, già in una villa fiesolana, scoperti nel 1873 e nel 1882 e acquistati dal governo francese per il Louvre, furono presumibilmente eseguiti nel 1486 per il matrimonio di Lorenzo e Giovanna Tornabuoni. Nel 1487 su commissione del comune di Firenze Botticelli dipinse la Vergine della melagrana (Uffizi) e due anni più tardi una Incoronazione della Vergine (Uffizi). Dal 1490 preparò dei mirabili disegni per illustrare la Divina Commedia, ricchi di espressività lirica. Fra i maggiori lavori dopo tale anno vi sono L'ultima coniunione di S. Girolamo e il Miracolo di S. Zenobio (New York, Metropolitan Museum) e la Calunnia d'Apelle (Uffizi). Nel '98 per la casa di Guidantonio Vespucci dipinse una Lucrezia (Bergamo). Quando morì il Savonarola (1498), Botticelli accolse il suo martirio come segno di un avvento millenario e da questo spirito nacque la Natività mistica del 1501 (Londra). Lo stile del Botticelli appare soprattutto nella preferenza per la linea morbida, il movimento leggero, l'aggraziato tratteggio. Amò rappresentare la natura che, secondo i dettami dei poeti della corte medicea, interpretò come un grande scenario ricco di colori, privo di ombre e di dramma. Eccelse nel dipingere fiori, teste di uomini e fanciulle, dame seducenti. Il drammatico misticismo del Savonarola lo impressionò profondamente e segnò nel suo spirito come una controparte alla paganeggiante visione di bellezza degli anni precedenti. Ebbe una vecchiezza amara, accompagnata dalla malattia, dalla povertà e da una cupa misantropia. Morì il 17 maggio del 1510 e venne sepolto nella chiesa di Ognissanti. Nel 1982 la Primavera è stata restaurata secondo le più sofisticate tecniche. Sono venuti alla luce effetti originari, tali da permettere un nuovo studio critico dell'opera.

a cura di Gabriele

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