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DonatoBramante    
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Francisco José Goya


il mercante di stoviglieNacque a Saragozza nel 1746. Si distinse sin dalla giovane età, oltre che per l’abilità pittorica, anche per le eccellenti doti musicali. Condusse una vita galante ed avventurosa: durante una sua permanenza a Madrid si cimentò anche come torero. Fu a Roma nel 1770, dove rimase colpito dalla magnificenza dei ruderi classici e dalla esaltazione barocca dei costumi e degli atteggiamenti; si dedicò anche allo studio dei maestri italiani. Rientrato a Madrid si dedicò soprattutto al ritratto, all’incisione e ai cartoni per arazzi, che gli valsero una grande fama. La produzione aumentò continuamente: fantasia, abilità e tecnica eccellente soccorrono questo grande artista, che per la robustezza del colore, la vivacità del disegno, la schematica incisività dei tratti e dei caratteri è il più grande precursore della pittura moderna. Nominato presidente dell’Accademia di San Fernando e pittore di Corte eseguì i ritratti del re, della regina, dei cortigiani e della favorita del re (la “Maja vestida” e la “Maja desnuda”). Fu soprattutto efficace interprete dei tempi duri dell’invasione napoleonica (“2 maggio 1808” e “Fucilati del 3 maggio”). Con la Restaurazione non volle tornare a corte e nel 1824, per avere aderito alla rivoluzione liberale del 1820, fu costretto a fuggire a Bordeaux dove morì nel 1828.

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