Il futurismo è un movimento culturale e artistico fondato
da Filippo Marinetti nel 1909 a cui presero parte musicisti, scrittori,
fotografi, cineasti, pittori, scultori e scenografi.
I futuristi proclamavano la rottura con il passato e l'adesione,
attraverso forme espressive polemicamente anti-tradizionaliste, al
dinamismo della vita moderna, in un atteggiamento tutto proiettato verso
le nuove conquiste tecnologiche. Il primo manifesto futurista apparve
sul Figaro del 20 febbraio 1909: esso, in poesia e in prosa, propugnava
la distruzione della sintassi e l'uso delle 'parole in libertà'. In
letteratura si ricordano i nomi di Marinetti, Palazzeschi e Soffici;
nelle arti figurative quelli di Boccioni, Carrà, Russolo,
Severini, Balla, Dudreville.
Teorico
ed estensore dei manifesti dell'arte futurista fu Boccioni, che invitava
al distacco dalla tradizione accademica e a una piena adesione al
dinamismo moderno attraverso uno stile emozionale: i manifesti uscirono
dal 1910 al 1912. In quell'anno si tenne a Parigi l'esposizione dei
futuristi italiani, prima espressione europea dell'arte italiana.
In architettura si ebbe Sant'Elia e nelle arti decorative e nella
scenografia si distinsero Prampolini e Depero. Infine, il futurismo si
estese anche al campo musicale con Balilla, Pratella e Russolo, che
sfociò in una musica basata sull'accostamento di rumori.
I futuristi vollero dare forma geometrica e colore a ciò che è
invisibile e non misurabile fisicamente: alle forze, al movimento, alla
velocità, al suono, al rumore, alla luce e all' odore.
In quest' epoca di transizione che si stava industrializzando, l' arte
si manifestò con l' elogio e l' esaltazione
dei mezzi di locomozione, della velocità e della macchina. I futuristi
credevano ciecamente nel progresso. Moderata
fu l'esperienza di Morandi
in questa
corrente, che fu la seconda rivoluzione artistica nel '900.
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