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L'accoglienza

L’accoglienza è una disposizione all’apertura, al dialogo, al confronto e al rispetto che viene mantenuta durante tutto il corso degli studi da parte della scuola. Nei primi giorni essa assume naturalmente una valenza particolare, poiché tutte le risorse della scuola vi vengono fatte confluire secondo modalità precise nella salvaguardia dell’affettività di ognuno.

 

Obiettivo 1: RASSICURARE

 

Molta importanza viene quindi data ai primi giorni di scuola ( che non sempre coincidono con l'inizio dell'anno scolastico). In genere il primo giorno si chiede a tutti i genitori di accompagnare i ragazzi (stranieri e non) per essere ricevuti dai docenti e dal dirigente scolastico. Un coro di benvenuto in diverse lingue saluta i ragazzi delle varie nazionalità, dopodiché gli alunni e i loro genitori faranno una prima conoscenza dei compagni e degli insegnanti.

Dopo questo primo incontro i ragazzi vengono chiamati uno ad uno e accompagnati nelle aule da un docente. Nell'assegnazione dei posti si tende ad avvicinare ogni alunno straniero a un alunno italiofono per stabilire una prima forma di comunicazione, che inizialmente può anche essere solo gestuale. Dov’è possibile, i ragazzi e le ragazze che non hanno alcuna conoscenza dell’italiano vengono avvicinati ad alunni dello stesso paese d’origine con maggior familiarità con questa lingua. Si creano inoltre momenti di socializzazione attraverso i quali i ragazzi possono riconoscere prima possibile i loro compagni ed esserne riconosciuti a loro volta. Sempre il primo giorno il gruppo classe viene condotto a visitare l'edificio scolastico in modo da sapersi orientare da subito con facilità (posizione della propria aula, bagno, palestra, segreteria, presidenza, laboratori, sala computer…). Viene distribuita ad ogni ragazzo una mappa della scuola dove, con colori diversi, vengono visualizzati i percorsi.

Coloro che non parlano la lingua italiana sono affidati ad un tutor ( un insegnante della scuola che conosca più lingue comunitarie) che li affianca nei primi giorni, stabilendo un rapporto di fiducia servendosi sia del linguaggio, ma ancor più della prossemica. In questo modo il ragazzo ha la possibilità di esprimere i propri bisogni e contemporaneamente il tutor, dopo aver effettuato per alcuni giorni una osservazione diretta, può predisporre un progetto individualizzato da consegnare al coordinatore dell'alfabetizzazione. La figura del tutor, sebbene molto attiva in questa prima fase, è comunque sempre presente durante l'anno come punto di riferimento per i ragazzi.

Alla figura del tutor viene aggiunta quella del mediatore culturale, ossia una persona (genitore, ex-alunno, rappresentante di associazioni multietniche, ecc.) proveniente dai paesi d'origine dei ragazzi, almeno di quelli dai quali provengono un maggior numero di alunni, capace di leggere in maniera più attenta i loro bisogni linguistici e che possa essere un ponte tra la loro storia personale e quella della classe.

Il mediatore culturale è quindi una figura che costituisce soprattutto una sponda affettiva in grado di facilitare non solo l’inserimento in un contesto culturale e linguistico diverso dal proprio, ma anche di far comprendere che è possibile mantenere la propria identità valorizzandola come una ricchezza alla quale non bisogna rinunciare per potersi integrare.

Come il mediatore culturale per origini linguistiche è una sponda affettiva dalla parte dell’alunno, così il tutor lo è dalla parte dell’istituzione scolastica anche nei confronti dei genitori. L’incontro di queste due figure è elemento essenziale per un processo d’integrazione non a senso unico né come colonizzazione culturale, ma come reale confronto paritario che fa della scuola un momento di mediazione di tutti i patrimoni civili e culturali.

 

Obiettivo 2: CONSOLIDARE I RAPPORTI INTERPERSONALI (attraverso l'acquisizione di un vocabolario minimo per avviare la comunicazione verbale sul vissuto quotidiano)

 

Gli alunni frequentano il corso di alfabetizzazione primo livello: le prime tre settimane sono di full immersion durante le quali i ragazzi imparano le trecento parole ( quindici al giorno) necessarie per esprimere e soddisfare funzioni comunicative. Per le modalità si rimanda al progetto "alfabetizzazione". Tutti i docenti preposti all'alfabetizzazione, anche quelli che nel corso dell'anno saranno impegnati nelle classi successive alla prima , saranno prioritariamente impegnati in questo progetto. Con il piccolo ma essenziale bagaglio lessicale acquisito il ragazzo è in grado di comporre frasi minime che gli consentono di porre domande ai suoi compagni ed anche di dare risposte.

In questa fase è determinante il ruolo dei compagni che, per stabilire un rapporto comunicativo efficace, debbono rivolgersi ai loro nuovi amici in modo estremamente sintetico e chiaro.

Accade spesso che alunni stranieri giungano durante l'anno: per costoro viene attuata la stessa prassi di accoglienza per l’inserimento.

 

 

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