METODOLOGIA

    • progettazione realizzata, in grande prevalenza, all’interno dei NUCLEI per l’Autonomia (in 6 province lombarde, delle 8 presenti); solo NOVARA esprime un chiaro dissenso nei confronti dell’affido a una struttura nata per scopi diversi da quelli della formazione
    • per quanto riguarda gli affidi della progettazione si discostano dalla tendenza sopra indicata: NOVARA, che sta realizzando una UNITA’ di SERVIZIO TERRITORIALE, la quale esordirà con il progetto relativo alle F. O.; MANTOVA, che ha istituito un CENTRO INTERMEDIO di SERVIZI con compiti attinenti la formazione; BRESCIA, che ha istituito tre UNITA’ TERRITORIALI di SERVIZIO PROFESSIONALE, secondo le indicazioni della Direttiva 210, pure con compiti attinenti la formazione
    • la rilevazione dei bisogni è stata effettuata tramite questionario on – line a MILANO; non è stata effettuata a LODI e MANTOVA, che – in virtù dei piccoli numeri da gestire - si sono affidate a d elementi di conoscenza pregressi
    • diffuso l’affido a risorse interne all’Amministrazione (già formate per altre esigenze) dell’attività di tutoring e coordinamento
    • metodologia prevalentemente mista (conferenza e lavori di gruppo)
    • contenuti misti, con prevalenza dell’area trasversale

 

SOGGETTI

    • due le tipologie prevalenti: utilizzo di risorse interne all’Amministrazione (a volte accompagnata da manifesta sfiducia nelle capacità degli esterni) e affido a soggetti qualificati (si evidenziano l’Università Statale e Cattolica, le Associazioni professionali Oppi e Cidi)
    • MILANO, dopo una conferenza a grande gruppo (300 partecipanti ca.) ripetuta per tornate successive di raggruppamenti territoriali, propone ai corsisti tre opzioni: un progetto dell’Amministrazione (affidato a risorse formate all’interno del Polo Qualità), un progetto gestito da agenzie esterne (su presentazione di richiesta di affido e scelta successiva da parte di un apposito comitato), un progetto gestito da reti di scuole (medesima procedura)

 

MONITORAGGIO e VALUTAZIONE

    • è generalizzata l’attività di valutazione del percorso formativo (questionari)
    • una formula originale di monitoraggio è stata individuata a MANTOVA: l’istituzione di un "quaderno personale" di accompagnamento dei corsisti sia nell’attività di formazione, sia nell’attività di lavoro
    • la possibilità di certificazione delle competenze viene, a maggioranza, rifiutata come ipotesi; c’è accordo sull’attestazione delle frequenze (intesa in alcuni casi come controllo, quale l’ipotesi - caldeggiata da qualche provincia - di convocare apposite sedute di "navigazione" nel sito BDP per assolvere l’obbligo delle 10 ore)
    • è condivisa l’opinione che l’attenzione debba venire spostata dalla certificazione delle competenze acquisite alla verifica della ricaduta nell’attività scolastica, ma in tal senso non vi sono ipotesi progettuali realizzate

 

VARIE

Tra le riflessioni emerse nel gruppo si segnalano:

    • l’utilizzo di nuove strutture territoriali, indotte dalla riforma dell’Amministrazione periferica e/o dalle nuove indicazioni in materia di formazione; è interessante rilevare come ogni provincia abbia interpretato il rinnovamento, con la conseguente proliferazione di sigle (CIS, UTSP, UST…) e di attività di diverso taglio e spessore
    • in ordine all’utilizzo del sito BDP: la navigazione pone qualche problema per ripensare i progetti, mentre l’utilizzo di un eventuale CD ne avrebbe creati di meno, soprattutto per le province che devono gestire grandi numeri
    • è presente la sensibilità (ma non le idee e i progetti) sul come monitorare l’attività nelle scuole
    • il gruppo della Lombardia ha mostrato una particolare sensibilità verso gli aspetti sindacali connessi alla certificazione delle competenze, sottolineando come una eventuale differenziazione della funzione docente – conseguente alle competenze acquisite – possa anticipare, e quasi condizionare, il contratto di lavoro

 

 

 

Istituto Tecnologie Didattiche di Genova
Ministero della Pubblica Istruzione

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Aggiornato il: 17 maggio 2000