la scuola

IL RUOLO FONDAMENTALE DELLA SCUOLA

La scuola si presenta come luogo della prima alfabetizzazione culturale.

L’insegnante è una sorta di amministratore delle risorse di apprendimento dell’alunno.

La scuola ha il preciso impegno di insegnare e di realizzare questa prima alfabetizzazione culturale ponendo le basi cognitive e socioemotive necessarie alla partecipazione sempre più consapevole alla cultura e alla vita sociale.

Nello stesso tempo, però, questo deve avvenire nel pieno rispetto del diritto-dovere che ogni alunno ha all’educazione e all’istruzione e che la scuola "partendo dall’orizzonte di esperienze e di interessi del fanciullo" si ponga come istituzione sociale al servizio del bambino, con il preciso compito di aiutarlo ad apprendere e a crescere, con l’intento, cioè, di "renderlo consapevole del suo rapporto con un sempre più vasto tessuto di relazioni e di scambi ."

La figura dell’insegnante che in quanto soggetto agente concorre attraverso la sua personalità alla realizzazione didattica .

L’attività didattica deve considerare il tipo di scolaro che si ha di fronte: l’età (grado di scuola), il livello di maturità generale e di preparazione relativa a specifici contenuti, la disponibilità ad apprendere.

L’ambiente di vita familiare e scolastico del gruppo di alunni, le loro aspirazioni e le loro attese in relazione alle finalità educative della scuola, sono elementi necessari per delineare il profilo di quelle personalità nei confronti delle quali viene organizzato l’insieme delle procedure didattiche che devono corrispondere ai modi di apprendere degli alunni, stimolarne i processi di sviluppo e di formazione intellettuale, adattarsi alle loro strutture cognitive.

Obiettivo dell’insegnamento è raggiungere una nuova acquisizione

una nuova competenza, di modellare un comportamento, di stimolare nuovi interessi.

LA SOCIALIZZAZIONE NELLA SCUOLA PRIMARIA            

 

Nella fanciullezza, dai 6 ai 10-11 anni, la capacità di agire con gli

Altri, percepiti gradualmente come membri indispensabili per fare certe esperienze, aumenta di molto e si struttura meglio.

Su di essa influisce, fra l’altro, l’identificazione col genitore del proprio sesso e con gli insegnanti, il desiderio di essere accettato dagli altri e di ricevere una valutazione soddisfacente: formazione dell’Io.

L’industriosità e la capacità di concludere le attività iniziate migliorano nettamente con la scuola.

Le amicizie divengono meno casuali e più durature.

Ricordando che socializzare vuol dire: trasferire un bene, una attività, una conoscenza ad una collettività; mettere in comune.

Sviluppare rapporti interpersonali in modo costruttivo.

Il processo di socializzazione nel bambino è coadiuvato dall’apprendimento e diventa particolarmente attivo al momento del distacco dalla famiglia per entrare a far parte di gruppi sociali più aperti come nella scuola.

Questo processo di socializzazione può risultare particolarmente difficile nei bambini timidi, i quali vanno aiutati ad inserirsi.

L’insegnante deve, perciò, essere un bravo mediatore e deve motivare, organizzare, arricchire l’esperienza espressiva dell’alunno, deve rimuovere blocchi psicologici e difficoltà comunicative, aiutando il fanciullo a dialogare.

 

                                                                                         

 

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