I
Maya Quichè
Il Popol
Vuh, libro sacro dei Maya Quichè, narra il fallimento degli dei nell'opera di
formazione dell'uomo con l'impiego di acqua, terra e legno.
"… e
così una volta tentarono di fare le creature (dopo aver creato varie specie di
animali, uccelli, ecc.).I Formatori (Tepeu e Gucumatz) fecero un corpo di fango,
ma esso risultava pesante, privo di movimento e, essendo di fango cedevole, di
consistenza. Parlava, ma non aveva intelligenza e si disfaceva nell'acqua. Ciò
vedendo, i Formatori lo demolirono e consultarono i vecchi indovini Ixpiyacoc e
Ixmucanè sul coma andava fatto l'uomo. Gli indovini tirarono a sorte con mais e
grani di tzitè, i grani biondi dell'orzo […] e, alla risposta data dal mais e
dal tzitè, dissero la verità con queste parole: fatelo così che così verrà bene
e il legno con cui costruirete l'uomo parlerà. L'immagine dell'uomo fu subito
fatta con il legno. Si moltiplicarono ed ebbero figli e figlie ma questi
risultarono stupidi, senza cuore né intelligenza […] non avevano agilità alle
gambe e alle mani erano esangui e senza umore, le guance rinsecchite e pallide,
i piedi giallicci e la carne macilenta […], Allora l'uomo venne castigato dal
Cuore del Cielo (Huracan), dal cielo venne un grande diluvio di resina e catrame
che li distrusse e li consumò […]".
Il
tentativo dei Formatori riesce solo quando per plasmare la carne umana si
servono di una sostanza divina: il frutto sacro del mais.
"…
Prossimo il tempo della creazione, l'Ahau (il Signore) Tepeu e l'Ahau Gucumatz
vanno in cerca della sostanza per ri-creare l'uomo. Si consultano tra loro sulla
forma da dargli, dal momento che gli uomini precedentemente plasmati erano
riusciti imperfetti. Ricercando ciò che potesse servire come carne, ricevettero
la manifestazione nel modo seguente. Quattro animali manifestarono loro
l'esistenza delle pannocchie del mais bianco e del mais giallo […]. La vecchia
Ixmucané prese del mais bianco e del mais giallo e preparò un cibo e una bevanda
da cui ebbe origine la carne e la corposità dell'uomo, e da questo stesso
alimento furono fatta le braccia e i piedi […]. I primi uomini creati furono:
Balam Quitzé, la Tigre dal dolce sorriso; il secondo, Balam Acab, la Tigre della
notte; il terzo Mahucutah, il Non accettato; il quarto, Iqui Balam, la Tigre
della luna. Grande fu la gioia quando si svegliarono e ciascuno di essi si trovò
accanto la propria donna […]".