![]() ![]() |
![]() |
Giornalisti nel Web |
![]() ![]() |
Orario DI RICEVIMENTO dei Professori del Plesso Fumaroli
Benvenuti nel plesso Fumaroli
e ...
buona navigazione!
Pietro Fumaroli è stato martire della Resistenza e
figlio di una delle più antiche famiglie di Ladispoli.
Nel settembre del 1943 il
comando tedesco a Ladispoli fece prigionieri tutti gli uomini validi: i
militari che erano riusciti a tornare a casa dopo lo sbandamento dell’8
settembre, alcuni giovani che non avevano ancora 18 anni ed alcuni ex militari
che non erano riusciti a raggiungere i loro paesi d’origine.
I prigionieri furono divisi in tre gruppi: uno fu portato a Palidoro, un altro alla Torre di Palidoro ed il terzo rimase a Ladispoli dove fu impiegato, guardato a vista da sentinelle tedesche, a scavare camminamenti trincerati lungo la costa ed alla posa in opera di reticolati e cavalli di frisia sulla spiaggia.
A tutti era stato intimato da
parte dei tedeschi di non fuggire, pena la decimazione dei compagni rimasti.
Ma, malgrado questo avvertimento, alcuni prigionieri fuggirono. I tedeschi
applicarono subito la rappresaglia sorteggiando tre prigionieri col sistema
dei fiammiferi senza capocchia che venivano fatti estrarre dagli stessi
prigionieri. Fra i tre sorteggiati la sorte scelse anche il sottotenente
Pietro Fumaroli di Ladispoli.
Ai tre i tedeschi,
indispettiti, non fecero scrivere nessuna lettera di addio ai familiari, non
intervenne nessun prete, non fecero nemmeno scavare la fossa, perché c’era
quella scavata alcuni giorni prima dai ventitude ostaggi salvati dal
sacrificio del brigadiere dei carabinieri Salvo D’Acquisto, che era sepolto
poco distante.
I prigionieri furono portati
sul ciglio dello scavo, e lì una mitragliatrice piazzata falciò le loro
giovani esistenze, i corpi caddero nella fossa, i compagni chiamati a
seppellire i corpi degli amici con i quali aveva scherzato fino a poco prima.
Gettavano la terra sui cadaveri con la testa girata altrove, piangendo e
riflettendo. Da quel giorno non fuggì più nessuno.
La ferocia di una guerra che
quei giovani non avevano voluto aveva consumato l’ennesimo eccidio per una
rappresaglia assurda ed inutile.
Il ricordo di questi martiri non può che farci apprezzare quei valori che si chiamano pace e libertà.