IL NOSTRO LAVORO

Siamo un gruppo di ragazzi della prima media di Manziana e vorremo valorizzare e salvaguardare, nel nostro territorio, alcune testimonianze lasciate dai romani come il Ponte del Diavolo, le Terme di Stigliano,chiamate anche “Apollinares Veteres” e la Via Clodia. Il senso pratico dei Romani nel campo delle strade, si affermò nella maniera più completa ed invogliò loro a viaggiare. In origine i romani costruirono le strade esclusivamente per fini militari e politici. Le legioni erano responsabili della loro realizzazione e manutenzione. Vediamo come i romani costruivano le strade

Il gruppo di ragazzi della classe 1C al lavoro

COSTRUZIONE DI UNA STRADA ROMANA

Durante le vacanze capita di viaggiare lungo le coste italiane, o sulle principali autostrade e linee ferroviarie europee e, con tutta probabilita' stiamo seguendo il percorso di una antica strada romana.
Infatti il sistema via viario europeo e' ancora oggi quello disegnato dai romani a partire dal 19 secolo a.c.
I romani non furono certo i primi ad avere delle strade, gia' altri popoli, ad esempio gli etruschi, precedentemente ne avevano costruite di importanti, ma meno durature nel tempo, a causa della loro difficile manutenzione. Nei primi secoli della repubblica le strade romane erano ancora molto semplici, strette e al massimo ricoperte di ghiaia. alla fine della repubblica esse furono allargate e ricoperte di lastroni di pietra.
I romani furono i primi a concepire un sistema capillare di vie di comunicazioni progettate per durare a lungo.

COME SI COSTRUISCE UNA STRADA ROMANA

Già le leggi delle dodici tavole stabilivano che una strada doveva essere larga 2.33 m nei rettifili e 4.66 m alle curve: in qualunque punto due veicoli dovevano potersi incrociare consentendo una velocità di 7/8 km orari. In realtà le misure del fondo stradale variando a seconda delle esigenze e del terreno. Le strade erano pavimentate con ghiaia , selciate con grossi ciotoli o con blocchi di pietra basaltica. Nel tracciare una strada i romani vedevano la larghezza scavando due fossati paralleli per poter trovare una platea resistente che reggesse il peso della pavimentazione.
Qui li stendevano uno strato uniforme di calce e sabbia e via altri strati di diversi materiali: lo statumen; formato da grosse pietre fissate con argilla, il rudus; formato da ghiaia e calce compressa, il nucleus composto da calce, sabbia,terra e pezzi di mattone anch’essi ben compressi e infine la pavimentazione di ciottoli o di pietre la summa crusta o summum dorsum a forma leggermente convessa per facilitare lo scolo dell’ acqua piovana. I vari strati avevano, in genere, uno spessore complessivo variabile fra un metro E 1.85 m, ma in casi particolari poteva raggiungere e superare i tre metri. Talvolta se la strada doveva attraversare terreni acquitrinosi o se si presenta l’urgenza di terminarla per necessità militari , le fondazioni appontate con grandi zatteroni di veri e proprii ponti ( pontes longi ) di rapida costruzione e messa in opera.

  Le loro strade sono frutto di altissime capacita' tecniche e del frutto del lavoro di un grande numero di persone, per lo piu' soldati e talvolta schiavi o prigionieri di guerra. Essendo il costo molto elevato, la costruzione veniva finanziata direttamente dal senato. 

 

Il tracciato della strada veniva stabilito in base alle caratteristiche naturali dei luoghi: in genere là dove la natura del territorio lo consentiva, si privilegiava la linea retta con tutta una serie di strade laterali che conducevano ai centri abitati. non sempre la strada procedeva in pianura e spesso si incontravano ostacoli naturali, come corsi di acqua o montagne. allora era necessario costruire ponti e viadotti oppure tagliare la roccia o ancora costruire strade in salita con molte curve, o più raramente, i romani scavarono gallerie. questo sistema di comunicazione fu costruito principalmente a scopo militare e strategico, cioè per consentire gli spostamenti degli eserciti e collegare Roma con i suoi avamposti e le sue colonie . ad esempio il tracciato della via Appia la prima strada romana, si sviluppò per permettere il controllo militare del territorio e facilitare gli spostamenti dell'esercito durante la conquista dell'Italia meridionale.

LA GROMA

È lo strumento con cui comunemente i romani eseguivano le misurazioni dei campi tracciando delle linee rette e perpendicolari . Si componeva in tre parti: 1. Un’asta di supporto (ferramentum). 2. Un nastro sporgente in legno e bronzo che funge da collegamento fra l’asta di supporto e la groma propriamente retta. 3. La groma propriamente retta costituita da quattro bracci in legno disposti a croce greca a sezione rettangolare nel primo tratto e rastremata nel rimanente, rinforzata negli angoli da una lamina esterna di bronzo tesa a garantire la perfetta perpendicolarità dei bracci.

Dai quattro bracci pendono i contrappesi in bronzo (pondera ), due a forma conica e due a collo d’oca. Con funi e groma furono tracciate in epoca romana strade e piante di città e sempre con questi strumenti, fu realizzata la centuriatio, cioè la struttura giuridico – geografica secondo la quale superficie dell’ impero venne suddivisa, con un sistema di coordinate rettilinee e ortogonali.

L'AGRIMENSORE

L’agrimensore era il tecnico che misurava le superfici dei terreni che poi rappresentava su mappe. Si servivano del groma, un’asta della lunghezza di circa un metro e ventisu cui era appoggiata una croce e dalle estremità di quest’ultima pendono dei fili con dei pesi. Quando i fili si disponevano perpendicolarmente all’asta centrale la groma era perpendicolare al trerreno. Seguendo la direzione delle braccia della croce si potevano tracciare strade esattamente perpendicolari tra loro

1) Prima di costruire una strada Romana, bisognava trovare un terreno adatto alla costruzione , tenendo presente le caratteristiche naturali dei luoghi. Fatto ciò i tecnici tracciavano con delle aste il percorso e scorrevano due canali ai lati dove, in seguito, sarebbero state poste delle grosse pietre.

2) Dopo aver posto ai lati delle grosse pietre, si scavava al centro del tracciato un canale profondo che poi veniva riempito con successi strati di pietra di diversa grandezza fino a che non avesse raggiunto lo strato primitivo del terreno.

 
3)Lo stato finale costituiva la pavimentazione della strada , ed era lievemente convessa al centro per permettere alle acque piovane di scolare lungo muri laterali
Lungo le strade i ROMANI collocarono le cosiddette PIETRE MILIARI, blocchi di marmo sui quali erano incisi il nome della strada e la distanza da Roma . Tali indicatori stradali sono stati usati in seguito fino ai nostri giorni, prendendo a modello la consuetudine romana . Nel foro a Roma, un grande cippo indicava le distanza da tutte le principali località dell’ impero . Ogni 50-60 miglia, la distanza percorribile in media in un giorno si trovavano le manziones, cioè stazioni di posta dotate di comando di polizia, camere e una o più taverne, dove i viaggiatori potevano riposarsi, rifocillarsi e cambiare i cavalli.

I CAMMINAMENTI E I MARCIAPIEDI DI PIETRA

I marciapiedi lungo i lati delle strade erano alti 15 centimetri per evitare che i veicoli invadessero accidentalmente la zona riservata ai pedoni. In mezzo alla strada vennero posti dei blocchi squadrati di pietra a poco distanza tra loro che consentivano di passare da un marciapiede all’altro: con questo espediente si riuscì a rallentare l’andatura dei carri e degli animali a tutto vantaggio di una circolazione tranquilla e senza pericoli. Quando pioveva, l’acqua, scorrendo sul selciato, scolava sulle fogne poste sotto ai marciapiedi; purtroppo, o perché queste si intasavano, o per l’abbondanza della pioggia, a volte si formavano dei piccoli allagamenti, per cui i camminamenti di pietra diventavano veramente indispensabili per attraversare la strada.

Cardo & Documano

La rete stradale è l’unica opera greca compiuta dai Romani, che ha trasformato il passaggio Italiano ed Europeo. Ancora più profondi ed evidenti, sono gli effetti dell’intervento sui terreni coltivabili tolti ai popoli vinti.
Dopo aver conquistato un territorio, infatti, i Romani dividevano le terre utilizzabili per l’agricoltura in tre parti: un territorio di proprietà dello Stato per il pascolo comune che costituiva l’ager pubblico, cioè il terreno pubblico, un’altra veniva lasciata ai vinti e la terza parte veniva assegnata ai soldati. Per facilitare l’assegnazione, e poi la coltivazione, si usava il sistema della Centurizzazione, che consisteva nel dividere terreni coltivati in tante parti rettangolari uguali. Si tracciava prima di tutto la strada principale, parallela a una strada esistente e poi, perpendicolarmente a questa, una strada di collegamento.
Parallelamente alle strade principali occorrevano i filtri e gli alberi, i fossi per l’irrigazione e i confini dei campi, così si veniva a formare un reticolato regolare ancora ben visibile nel paesaggio agricolo di molte zone colonizzate dai Romani. Lo stesso vigore geometrico veniva seguito nel fondare nuove città, secondo lo scema regolare gia usato dai greci. Mentre, però, gli Etruschi e i Greci preferivano stare sui colli per difendersi meglio, i Romani costruivano le città in pianura all’incrocio delle vie di comunicazione per poter controllare le strade e tracciavano le due vie principali, il Cardo e il Documano che, nel punto in cui si incrociano formavano lo spiazzo al Foro, la piazza principale in cui si svolgevano i commerci e le riunioni pubbliche.