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Dottrina
magico-religiosa, diffusa nell'antichità e soprattutto nel medioevo, che
mediante pratiche pseudo scientifiche si proponeva di trasformare i metalli
comuni in oro, di trovare il rimedio di tutti i mali e di trovare l'elisir di
lunga vita.
La sostanza che avrebbe permesso la trasformazione dei metalli fu chiamata
pietra filosofale
.Certe sono le basi
religiose e l'origine egiziana di quest'arte, passata poi ai greci e quindi agli
arabi.
L'alchimia, intorno al primo secolo dopo Cristo, avviava esperimenti e pratiche
identificate poi con la magia durante il medioevo.
Le esperienze alchimistiche di preparazioni di estratti e concentrati di erbe
medicinali, diedero l'inizio alla chimica farmaceutica.
Tra i maggiori alchimisti si ricordano nel V° sec. Zosimo di Panapoli, l'arabo
Geber, Arnaldo di Villanova che nel XIII° sec. preparò l'alcool puro.
L'alchimista Basilio Valentino, monaco bizantino, scoprì l'acido cloridrico.
Nel '400 e '500 gli alchimisti erano all'opera nelle principali corti europee
fornendo preparati e non desistendo dal ricercare la composizione dell'oro.
Le ricerche degli alchimisti fornirono un contributo rilevante al sorgere della
chimica nel XVIII sec.
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L’Alchimia è stata una cultura di
antichissima formazione. Già si conoscono tracce del pensiero alchemico fin
dalla età del ferro ed in particolare dalla antica cultura della Cina. Infatti,
si sapeva che il mercurio scioglie anche l’oro e l’argento formando con tali
metalli delle amalgame liquide. Si ricorda che gli antichi artigiani alchimisti
purificavano l’oro e l’argento sciogliendoli con mercurio dalla terra impura
e poi con il fuoco allontanavano il mercurio estraendo oro ed argento puri, da
impurità ed anche dalle leghe con altri metalli.Proprio sulla base
di tali procedimenti sperimentali già da vari secoli a.C. si conosceva che il mercurio scioglie lo zolfo giallo, dando origine al
cinabro.
A
cura di Lorenzo e Gabriele