santo (1226 ca. - 1274).

Teologo, dottore della Chiesa, chiamato Doctor Angelicus. Nato nel castello di Roccasecca, presso Aquino, allora nel regno di Napoli, da Landolfo, signore del luogo, e da Teodora, discendente dai Longobardi, studiò a Montecassino e poi all'Università di Napoli, dove ebbe come maestri Pietro d'Irlanda e Martino di Dacia. Fattosi domenicano contro il volere della famiglia, forse nel 1243, venne inviato a Parigi e a Colonia per completarvi la sua preparazione. A Colonia Alberto Magno lo introdusse nei grandi problemi della teologia medievale. Nel 1252 fu ancora a Parigi nel convento di S. Giacomo e nel 1256 occupò presso l'università una delle quattro cattedre di teologia riservate ai domenicani. Per l'opposizione dei maestri secolari T poté però dare inizio al suo insegnamento solo l'anno seguente. Intanto aveva composto un commento in quattro libri alle Sentenze di Pietro Lombardo e scritto il trattato Sull'essere e l'essenza. A questi lavori, redatti tra il 1254 e il 1256, seguirono Questioni disputate, le prime delle quali, con il titolo Sulla verità, furono scritte tra il 1256 e il 1259. Oltre all'attività universitaria, Tommaso si interessò dei problemi connessi col proprio ordine (in proposito collaborò con Alberto Magno e Pietro di Tarantasia, il futuro papa Innocenzo V, alla compilazione della Ratio studiorum dell'ordine). Nel 1259 venne in Italia, trattenendovisi 10 anni (tranne un viaggio a Londra nel 1263 per partecipare ad un capitolo dell'ordine), durante i quali portò a compimento opere poderose e insegnò a Viterbo, presso la corte pontificia, ed a Orvieto. Nel gennaio del 1269, ritornato a Parigi, riprese le lezioni, attaccato però dai secolari, in particolare dagli averroisti, e dai francescani, tenaci sostenitori dell'agostinismo. Nel 1270 scrisse Sull'unità dell'intelletto, contro gli averroisti. Nel 1272 ritornò in Italia, chiamato dai suoi superiori per stabilire uno studio domenicano a Napoli. Morì il 7 marzo 1274 nel monastero di Fossanova, presso Terracina, dove si era fermato mentre era in viaggio verso la Francia per prendere parte, su invito di Gregorio X, al Concilio di Lione. Tommaso d'Aquino è da considerare uno dei maggiori filosofi medievali. Basandosi su Aristotele e su una particolare interpretazione della sua opera, egli elaborò un sistema filosofico e teologico totale, che la Chiesa considerò poi ufficiale. Nella sua Summa theologica, alla terza parte della quale lavorava ancora nel 1273, anno in cui smise di scrivere, Tommaso ha lasciato una sintesi monumentale del pensiero cristiano. In questa sintesi sono considerati sia i misteri della fede cristiana che le verità della ragione umana. I primi devono essere creduti anche se non possono essere capiti, perché danno un significato fondamentale alla nostra vita. Tra gli scritti di Tommaso d’Aquino ricordiamo inoltre la Summa contra Gentiles, scritta nel periodo di Orvieto, e la serie di commenti ad Aristotele, pure compiuti ad Orvieto, soprattutto in seguito all'incontro con Guglielmo di Moerbeke, grecista, traduttore di Aristotele. Tommaso fu canonizzato da papa Giovanni XXII nel 1323 e dichiarato dottore della Chiesa da Pio V nel 1567.

 

A cura di Lorenzo e Gabriele