• Diminuzione dell’uso dei pesticidi: si cerca di eliminare dai prodotti alimentari dei residui di insetticidi, fungicidi e altri fitofarmaci; ridurre i livelli di contaminazione dei cibi con tossine fungine; salvaguardare varietà vegetali di pregio messe a rischio da stress colturali.
  • Produrre piante tolleranti agli erbicidi (mais, bietola, soia); è possibile irrorare i campi con diserbanti che uccidono le erbacce ma non danneggiano le piante modificate.
  • Produrre piante resistenti a virus (pomodoro, mais, bietola, zucchino);
  • Resistenza a funghi (tabacco);
  • Piante modificate nella qualità del prodotto, ad esempio nella composizione degli olii (colza) nel processo di maturazione (pomodoro), nell’arricchimento di amido (patata);
  • Piante resistenti ai parassiti (mais, patata, pomodoro); il mais BT è reso insensibile alla piralide, un parassita che può distruggere fino al 20% del raccolto. Modificate con il Bacillus Turin Gensis, le piante di mais producono una tossina insetticida che li difende dal parassita. Un altro caso è quello dei pomodori e delle patate insensibili agli attacchi dei lepidotteri.
  • Si potranno produrre piante resistenti ai disagi ambientali (alte o basse temperature, salinità, umidità, aridità), avere così frutta e ortaggi resistenti alla siccità o al gelo che ne limitano o impediscono la coltivazione nelle zone più povere del nostro pianeta, oppure produrre una varietà di cotone e di meloni che hanno bisogno di poca acqua e che possono essere coltivati in zone desertiche o irrigati con acqua di mare.
  • Variare le caratteristiche qualitative dei vegetali o dei loro frutti.
  • Aumentare la produttività delle piante mediante l’uso dei geni che regolano la crescita e una maggiore conservabilità: negli Stati Uniti e in Inghilterra è in produzione una varietà di pomodoro che "non marcisce".
  • Le piante transgeniche favoriscono lo sviluppo dei Paesi poveri fornendo coltivazioni più resistenti e prodotti con maggior contenuto nutritivo (sono state create varietà di riso e mais che contengono una maggiore quantità di amminoacidi essenziali e varietà di pomodoro arricchite ad esempio con vitamina A). Infatti l’obiettivo delle multinazionali è quello di raggiungere la diminuzione della fame nel mondo mediante l’aumento della produzione di cibo, con metodi biosostenibili e a basso costo.
  • Utilizzare piante per fabbricare prodotti chimici e farmaceutici attualmente ottenuti industrialmente.
  • I prodotti transgenici sono del tutto paragonabili a quelli tradizionali e non comportano alcun pericolo per la salute o per l’ambiente con possibilità di estensione delle aree destinate alle coltura agricole.