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Percorso
Il  percorso era di  circa 23 Km, dei quali circa 11 in superficie. In seguito Per non dover costruire una nuova serie di arcate, il canale fu posto sopra quello dell'Aqua Tepula che sovrastava quello dell’Acqua Marcia,che arricchì di altre 92 quinarie  la portata  dell’acqua Julia  a cui si aggiunsero altre 163 dall’Anio Novus.Il condotto da un certo punto peraltro rimasto ignoto, correva unito a quello della Tepula in un cunicolo sotterraneo appositamente ristrutturato che ha dato origine al moderno toponimo di Formagrotta , fino  alla piscina limarla( vasca adibita alla purificazione dell’acqua ) posta al VII miglio della Via Latina, nella odierna zona di Capannelle a 7 Km da Roma. Da questo punto, diviso dall’Acqua Tepula,  lo speco dell’Acua Julia proseguiva per 784 metri  sulle sostruzioni ( canali sotterranei ) e per circa9,600 Km sulle arcuazioni dell’Acqua Marcia . Le arcate dell’acqua marcia erano adeguatamente rinforzate con una fasciatura in reticolato per sostenere le arcate superiori. In città, nella zona di Porta Maggiore l’acquedotto Giulio, sempre su arcate proseguiva fino alla Porta Tiburtina dove l’acquedotto tornava ad essere nuovamente sotterraneo per raggiungere, oltre la Porta Vicinale delle mura repubblicane, il “castello “ terminale sito nella zona dell’ex ministero delle finanze. Il castellum ("castello"),era l’aspetto che aveva il principale sbocco di un acquedotto, cioè  una struttura di dimensioni variabili che conteneva una o più vasche simili alle piscinae limariae, dove il flusso idrico rallentava e le ultime impurità sedimentavano. L'acqua veniva quindi versata all'esterno da un certo numero di bocchettoni a forma di calice. Molti castelli apparivano come semplici prismi, ma alcuni avevano l'aspetto di fontane, o ninfei, decorati con statue, rilievi o mosaici. Erano sorvegliati da guardie per evitare qualsiasi manomissione dei dotti o inquinamento dell'acqua. Dal castellum principale altre parti della città venivano raggiunte grazie a rami minori dell'acquedotto, tanto su viadotti sopraelevati che lungo canali sotterranei, sempre seguendo una continua pendenza come quello principale. Anche questi a volte avevano rami successivi, e terminavano con castelli più piccoli, oppure rifornivano direttamente terme, fontane, ecc.: in effetti, l'antica Roma era attraversata da una rete di condotte idriche piuttosto complessa. Una  diramazione dell’acquedotto, partiva dalle vicinanze di Porta Tiburtina, utilizzando le arcate dell’acqua Marcia,   con una portata di 162 quinarie arrivava fino al Celio, dove poi fu sostituita dall’Acqua Claudia. Un’altra diramazione ( non documentata dal Vicinale tornava indietro seguiva prima il percorso delle mura repubblicane e  poi in parte sulle arcate ed in parte in cunicoli sotterranei arrivava fino alla Porta Esquilina dove è l’attuale Chiesa di S.Vito. Per la depurazione delle acque  utilizzava quindi una serie di 17 castelli secondari, rifornendo una gran parte delle regioni urbane II,III,V,VIU,VIII,X e XII , vale a dire : il Celio, L’Esquilino,il Vicinale,e il Quirinale, i Fori e il Campidoglio,il Palatino e il Piccolo Aventino. Già sottoposto a interventi e restauro da parte di Augusto, tra l’11 e il 4 a.C.,,l’Acquedotto Giulio fu ancora interessato da lavori di manutenzione straordinaria al tempo di Caracalla.

a cura di Federico