Filippo
Tommaso Marinetti, nato ad Alessandria d'Egitto nel 1876, è
poeta e scrittore e, in primo luogo, fondatore del Futurismo. Il
Manifesto futurista, pubblicato sul francese Figaro il 20
febbraio 1909, è un inno alla modernità in tutti i suoi
aspetti, e una condanna del passato, dell'accademia, della
tradizione. Nel 1910 scrive il Manifesto della Letteratura
futurista, in cui sostiene le poetiche adatte a rendere il senso
del movimento e della materia, attraverso il rovesciamento delle
regole della sintassi e della punteggiatura, e le parole in
libertà disposte senza regole nello spazio della pagina. Le
Parole in libertà furono anche trattate come composizioni
letterario-artistiche, esposte alla Galleria Angelelli di Roma
nel 1915. Tra i suoi testi futuristi bisogna ricordare il
romanzo Mafarka il futurista (1910), e la poesia Zaff Tumb Tumb.
Adrianopoli, ottobre 1912 (1914). Le sue opere letterarie
giovanili rivelano anche l'influsso della poetica simbolista e
decadente, mentre in quelle più tarde si coglie l'eco
surrealista. Marinetti tuttavia è soprattutto un grande
agitatore culturale
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