Nacque
in Grecia 1888 e morì a Roma 1978, fu il pittore italiano che
fondò la scuola metafisica. Studiò arte ad Atene e a Monaco,
dove conobbe la pittura romantica. Le sue prime opere
rappresentano vedute di città senza personaggi.
Nel 1915, De
Chirico conobbe il pittore futurista Carlo Carrà, con cui iniziò
il percorso che lo portò a fondare la pittura metafisica e a
lanciare nel 1920 la rivista "Pittura metafisica".
Nelle sue opere dal 1915 al 1925 si notano architetture dipinte
con una prospettiva non realistica, immerse in un clima magico e
misterioso, privo di figure umane. Nei vari “Interni
metafisici” che dipinse in quegli anni comparvero oggetti
totalmente incongrui rispetto al contesto, rappresentati con una
minuzia ossessiva che ricercava un effetto contrario al
realismo. Comparve anche il tema archeologico, un omaggio alla
classicità reinventata in modo inquietante. Fu membro del gruppo di artisti favorevoli alla
rivalutazione della pittura italiana tradizionale. Partecipò
alla prima mostra surrealista tenuta a Parigi nel 1925 che,
benché a rigore egli non appartenesse al movimento surrealista,
esercitò sulla sua formazione una considerevole influenza. Le
opere successive si segnalano per il virtuosismo tecnico e
l'omaggio alla tradizione archeologica e barocca. Fu anche incisore
e scenografo. La datazione e l'attribuzione dei suoi dipinti è
assai ardua, perché egli stesso produsse nel secondo dopoguerra
delle repliche dei suoi capolavori del periodo metafisico.
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