Nacque
a Barcellona nel 1893 e morì a Palma di Maiorca nel 1983, fu un
pittore spagnolo. Frequentò la Scuola di belle arti di
Barcellona e l’Accademia Galí. La sua opera, fino al 1920,
rivela la presenza di influssi disparati, dalla vivacità
coloristica dei fauves alla scomposizione delle forme cubiste,
fino all’intensità delle pitture bidimensionali dell’arte
popolare catalana e degli affreschi romanici della nativa
Spagna. Recatosi a Parigi nel 1920, entrò in contatto con i
poeti e gli scrittori surrealisti, acquisendo una propria
maturità
stilistica. Miró traspose nel disegno e nella pittura quelle
visioni che attingevano, come nella poesia surrealista, alla
memoria, alla fantasia e all’irrazionale. Queste visioni
oniriche hanno spesso una qualità fantastica
o umoristica, ritraendo forme animali distorte, figure contorte
e rigide costruzioni geometriche. Le forme si stagliano su
sfondi piatti e neutri e sono dipinte in una gamma limitata di
colori brillanti. Successivamente Miró realizzò opere più
astratte, in cui le figure si riducono a segni, linee e a colori
compatti e uniformi.L’artista sperimentò anche altri mezzi
espressivi, dedicandosi, durante gli anni Cinquanta, a stampe e
litografie. Inoltre lavorò con acquerelli, pastelli e collage,
per approdare infine alla pittura su ceramica. |