L'Islam

L'Islam è la religione fondata in Arabia nel VI sec. da Maometto (Muhammad), al quale la parola divina venne comunicata in successive e frammentarie rivelazioni per mezzo dell'arcangelo Gabriele (Giabra'il), ipostasi dello Spirito divino. L'insieme di queste rivelazioni costituisce il Corano. L'Islam, sotto i primi quattro califfi, fu diffuso fuori dell'Arabia per opera degli Arabi, i quali fondarono, predicandolo, un immenso impero che all'epoca dei califfi Ommayyadi, che risiedevano a Damasco (650-750), si estendeva dall'Indo all'Atlantico occupando tutta la costa meridionale del mar Mediterraneo. Sotto il successivo califfato degli Abbasidi, tale impero ebbe scarso incremento, anzi non tardò a smembrarsi. Il fenomeno si manifestò dapprima in Spagna, quindi in Persia, e ben presto il mondo islamico non fu altro, politicamente parlando, che un mosaico di Stati e di dinastie indipendenti. Tuttavia mantenne la propria unità morale, religiosa ed economica, anzi, l'Islam come religione, non cessò di espandersi penetrando nell'India, nel Turchestan cinese, nell'Insulindia, nell'Africa nera nella quale i suoi progressi sono costanti anche attualmente. In Europa, dopo la perdita della Sicilia ( XI sec.), della Spagna (XV sec.), oggi è presente nei Balcani, nella Russia meridionale e, sporadicamente, in qualche altra regione della parte orientale del continente. Il processo di decolonizzazione ha portato a un risveglio religioso e politico dell'Islam. Le umiliazioni subite nel periodo coloniale e poi in Medio Oriente nelle guerre arabo-israeliane hanno provocato un rifiuto dei valori della civiltà occidentale e un ritorno alla tradizione. Il risveglio dell'Islam ha ricevuto un notevole impulso dalla "rivoluzione islamica" in Iran (1979) e si è poi estremizzato in diversi paesi come l'Algeria l'Afghanistan e il Sudan, assumendo, quando la situazione socio-politica si fa critica, toni fondamentalistici. Il termine Islam si applica non soltanto alla grande maggioranza dei sunniti (i musulmani ortodossi) ma anche a quell'insieme di sette eretiche che formano la shi'a ( partito, da cui il nome di sciiti), e ai kharigiti. Sciiti e kharigiti del resto sono separati dai sunniti, più che da differenze dottrinali o culturali profonde, da divergenze di ordine teologico o politico, quali la questione del califfato e quella dell'imamato supremo. I dogmi principali dell'Islam, brevemente esposti nel Corano, sono i seguenti:
  • credenza in un unico Dio, creatore dell'universo, increato, che ha per messaggeri gli angeli, che si è rivelato al mondo invitando gli uomini a professare il monoteismo per mezzo dei suoi profeti (Abramo, Mosè, Gesù tra i principali; Maometto è l'ultimo in ordine di tempo, colui che ne "suggella" la serie);
  • credenza in una vita futura, nella quale i buoni avranno la ricompensa (paradiso), i cattivi la pena (inferno), quando i corpi risorgeranno e avverrà il giudizio universale; credenza nei ginne nell'esistenza dello spirito demoniaco.
  • La dogmatica islamica ha la sua base nel Corano e si è formata attraverso una lunga elaborazione, nel corso della quale sono state discusse, ammesse e ripudiate soluzioni e questioni,quale quella importantissima della predestinazione umana, accettata dall'ortodossia sunnita. Gli obblighi del culto sono:

  • la shahpiattoada o professione di fede (lpiattoa ilaha'illa Allpiattoah wa Mupsottohammad raspiattoul Allpiattoah, "non vi è Dio se non Allpiattoah e Maometto è il suo inviato");
  • la psottosalpiattoat, cioè la preghiera cinque volte al giorno e quella del venerdì, nella moschea, precedute tutte dalle abluzioni rituali; la zakpiattoat, o elemosina legale, imposta religiosa sui beni, allo scopo di beneficenza;
  • il psottosawm, digiuno nel mese di ramapsottodpiattoan;
  • lo psottohpiattoapipettagpipettag, pellegrinaggio alla Mecca.
  • Questi i cosiddetti pilastri (arkpiattoan) dell'Islpiattoam, ai quali certe sette aggiungono anche il gihpiattoad, o guerra santa. Né il muezzin che dall'alto del minareto rivolge ai fedeli l'appello alla preghiera, né l'impiattoam, che la dirige, né infine il khpiattoapsottotib, o predicatore, hanno alcun carattere sacerdotale. È obbligo del musulmano recitare la shahpiattoada in tutte le circostanze gravi e particolarmente in punto di morte. La psottosalpiattoat, elemento essenziale del culto, è un complesso di atteggiamenti, parole, gesti rituali che si ripetono cinque volte al giorno:
  • all'alba (preghiera del psottosubpsottoh);
  • subito dopo il mezzogiorno (preghiera dello psottozuhr);
  • fra le tre e le cinque pomeridiane (preghiera dello 'apsottosr);
  • prima del crepuscolo (maghrib);
  • durante la notte ('isha').
  • Tutte le preghiere sono precedute da abluzioni purificatorie e si fanno stando rivolti in direzione della Mecca. Il pellegrinaggio alla Mecca dev'essere fatto almeno una volta nella vita, purché se ne abbia la possibilità: si può assolvere a quest'obbligo anche per procura. Il digiuno del ramapsottodpiattoan consiste in un'astinenza totale da cibo, bevanda, tabacco, piaceri, dall'alba al tramonto, per tutto il mese lunare. L'elemosina viene pagata in natura o in danaro ed è una decima legale sul raccolto o sui guadagni. L'Islpiattoam non è soltanto una religione, ma una legge che regola il comportamento del credente in tutte le circostanze della vita religiosa e politica della società e dell'individuo. Oltre al Corano sono fonti della legge islamica (shari'a):

  • la Tradizione (Sunna), cioè l'insieme, sparso nei vari libri del Corano, dei detti o fatti o silenzi di Maometto (psottohapsottodpiattoith) riguardo a cose svoltesi in sua presenza;
  • l'Ipipettagmpiattoa', cioè l'accordo dei dotti di una data epoca intorno a questioni non risolte chiaramente o non contenute nel Corano e nei psottohapsottodpiattoith;
  • il Qiypiattoas o la deduzione per analogia da norme risultanti dalle precedenti fonti.
  • Tale varia e controversa materia normativa impedì il formarsi nel mondo islamico di un unico sistema giuridico-teologico, cosicché sorsero vari sistemi, sopravvissuti fino al XIII sec., mentre oggi sussistono solo quattro scuole ortodosse: (cronologicamente) l'hanafita, la malikita , la shafiita, l'hambalita . Esse differiscono solo su punti particolari, essendo tutte ugualmente ortodosse perché è ammesso che la volontà divina si manifesti sotto vari aspetti e la legge si adatti ai tempi e ai luoghi; perciò ogni musulmano può seguire la scuola che preferisce, passando dall'una all'altra, valendosi, saltuariamente, delle norme più favorevoli di una scuola diversa dalla propria. È dottore della legge chi l'ha studiata, la conosce e l'insegna. Costoro, nelle singole comunità in cui vivono, hanno la funzione di direttori di coscienza e di giureconsulti, senza tuttavia costituire un clero. Sono chiamati ulema (ulampiattoa) e, nell'Iran e in India, mullpiattoah (mollah). A fianco della tendenza che ravvisa nella rigida e scrupolosa osservanza della legge religiosa e sociale l'essenza stessa dell'Islpiattoam, si è via via fatta strada una tendenza mistica predicante l'unione intima e diretti con Dio per mezzo di esercizi ascetici, meditazione, recitazione di testi coranici. Da qui le confraternite, che si diversificano soltanto in ragione dei diversi metodi di iniziazione, delle diverse formule di orazione e degli esercizi ascetici raccomandati dai loro rispettivi fondatori. Molto influenti nell'ambiente popolare, alcune di esse, come per es. la sanpiattousiyya (senussita) nell'Africa settentrionale, hanno avuto spesso importanza politica. Talvolta, essendo scese a pratiche aberranti per conseguire l'estasi, sono state osteggiate dall'Islpiattoam ortodosso. I capi passano per detentori di un potere straordinario, la baraka, che possono applicare a piacimento, sfruttando a loro vantaggio la pietà popolare. Del tutto ostile alle confraternite è anche il movimento dei wahhabiti che propugna una radicale epurazione e il deciso rinnovamento della religione, predicando un ritorno all'Islpiattoam primitivo.

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