Il WWF

E' un'organizzazione internazionale, impegnata nella tutela dell’ambiente. Fu fondata a Londra l’11 Settembre del 1961 da un gruppo di scienziati, riuniti attorno al biologo Julian Huxley.

L’obiettivo primario del WWF è mantenere desta l’attenzione sulle problematiche ambientali e porre fine al degrado.

Ha sede in 28 paesi e ha uffici di rappresentanza in altri 24.

La sede centrale è a Gland, in Svizzera.

Biodiversità: la natura corre rischi

 Molte specie animali e vegetali stanno scomparendo dalla terra con una rapidità preoccupante. Gli scienziati ritengono che la principale causa di tale fenomeno siano le attività umane.

 

I PARCHI NAZIONALI

 

I Parchi Nazionali e le riserve naturali erano aree sottoposte a tutela speciale da governi o istituzioni private per il loro interesse paesaggistico o scientifico, in quanto parte del patrimonio culturale di un paese o spesso , per creare spazi ricreativi destinati alla popolazione.

Il termine “Parco Nazionale” non è riferito soltanto ad ampi territori protetti, una anche a zone di dimensioni più contenute, con le riserve forestali o alcune aree di interesse storico, scientifico o paesaggistico. I parchi nazionali sono proprietà dei governi nazionali e federali, ma possono essere gestiti da enti statali, come avviene per i parchi regionali italiani, da privati o da associazioni di volontari.

Il simbolo del WWF è un piccolo e tenero panda. Fu scelto in riferimento a un esemplare presente nello zoo di Londra. Questa associazione, infatti protegge le speci animali in estensione, come quella del panda. Tra le numerose conquiste del WWF vi sono il “Progetto Tigre” del 1973 e la lotta al bracconaggio del 1979.    

                                                                                                                                                        3B Odescalchi       

 

Ragazzi, vogliamo attirare la vostra attenzione su di un argomento estremamente attuale che noi quest’anno abbiamo affrontato come programma di terza media e che abbiamo approfondito sulle pagine di cronaca dei quotidiani.
Stiamo parlando dei mutamenti del clima, dovuti all’inquinamento, all’effetto serra , al disboscamento ,che provocano l’innalzamento della temperatura, lo scioglimento dei ghiacciai, il modificarsi dell’umidità e dei venti, lo stravolgimento dei ritmi delle stagioni , la distruzione dell’habitat naturale di tante specie animali che rischiano l’estinzione.
Ci è sembrato importante parlarne perché, studiando, abbiamo capito come in effetti il clima influenzi tutte le attività umane dall’agricoltura all’allevamento, dal turismo all’edilizia, al popolamento di alcune zone e non di altre.
Come anche voi saprete nei primi dieci giorni del mese di dicembre si è tenuta a Milano la nona conferenza mondiale sui mutamenti climatici (COP 9 ).
La COP 9 ha affrontato il capitolo dei progetti che i paesi industrializzati possono realizzare in quelli in via di sviluppo per aiutarli a crescere in modo sostenibile.
Inoltre i paesi sono liberi di rinunciare a piantumazione con specie OGM.
La conferenza di Milano dimostra una presa di coscienza universale e la consapevolezza che il cambiamento climatico è soprattutto opera dell’uomo.
Notizie recenti ci informano del fatto che le nevi del Kilimangiaro , la cima più alta dell’Africa, stanno sparendo,sciogliendosi al ritmo di 300 metri cubi al mese .
Inoltre, ci viene segnalato che in alcune aree del pianeta le migrazioni degli uccelli si sta verificando in anticipo perché i volatili sono stati ingannati da un precoce rialzo di temperatura;ciò potrebbe comportare il rischio della diffusione del virus responsabile dell’influenza aviaria.
Il WWF, volendo sottolineare come i cambiamenti climatici non sono una realtà esterna e lontana da noi, ma fenomeni di cui si hanno segnali concreti e preoccupanti in ogni parte del mondo ,ha lanciato sulle pagine del Corriere della Sera l’iniziativa “I testimoni del clima”, un’ inchiesta- sondaggio realizzata con la collaborazione della società di Meteorologia italiana e con la trasmissione “Che tempo fa” di Rai3.
Le prime testimonianze sono già arrivate e noi qui abbiamo pensato di sintetizzarle..
Bruno,un biologo ,abitante a Roma, ha scritto che nel suo condominio quest’anno due alberi di mimosa sono sbocciati a Natale, aggiungendo che da 50 anni a questa parte, ogni 10 anni la mimosa fiorisce 3 giorni prima.
Giovani è un giovane di Barberino del Mugello, in Toscana. “A giugno, durante il periodo dell’amore, l’ariete non si è nemmeno avvicinato alle pecore. Faceva troppo caldo. Ad aggravare la situazione e’ stata anche la siccità che ha provocato una grave carenza di fieno”. Ha raccontato
Un’altra testimonianza ci arriva da Parma :Il livello del torrente Baganza è ogni anno più basso. Basta affacciarsi dal ponte nuovo, per accorgersene subito prima della confluenza. Ed è in questo punto che si sono concentrate le ricerche di Gabriele, responsabile del servizio ambientale della provincia di Parma. I dati parlano chiaro: tra il 1913 e il 2002 la diminuzione dei millimetri di pioggia ha superato il 17%.
Inoltre le precipitazioni sono molto più concentrate rispetto al passato: brevi ma in intense; ciò rende il corso d’acqua difficile da gestire.
C’è poi l’esperienza di un pensionato di 70 anni abitante a Calizzano un paese della Liguria, a 700 metri sulle montagne del savonese.
“Gli altri anni, mangiando a pranzo e a cena, all’aperto, eravamo invasi dalle mosche, per cui ci attrezzavamo con zanzariere e palette per schiacciarle.
Quest’anno è stato tutto diverso perché, con le temperature alte che non si erano verificate mai in questa zona, le mosche non si sono viste che dopo il 20 di agosto , con i primi temporali” .
Un cercatore di funghi dell’Appennino marchigiano, Corrado riferisce che , mentre il periodo migliore è sempre stato settembre, negli ultimi 4 anni le raccolte più abbondanti sono state tra ottobre e novembre; a volte anche a dicembre e a gennaio si trova qualcosa. “Questo crea problemi”, precisa Marco responsabile dell’organizzazione micologi associati, “perché tutte le
ASL si organizzano per controllare gratis i funghi raccolti nel mese di settembre e ottobre; rimanendo chiuse negli altri mesi i meno esperti potrebbero correre grandi rischi”.
Un’altra testimonianza ci viene fornita dal nipote del conte Giuseppe che, nella sua casa alle falde del monte Velino, al confine tra Abruzzo e Lazio, nel secolo scorso d’estate serviva agli ospiti una granita preparata con la neve, presa sulla vetta del monte dalla servitù, che partiva la mattina presto con i muli, quando freezer non esisteva ancora. Da quando d’estate non si trova più la neve sul monte Velino, a causa delle modificazioni del clima , la tradizione di famiglia è rimasta ma la granita viene servita col ghiaccio del frigorifero.
Anche noi, ragazzi potremmo diventare testimoni diretti, contribuendo a questa iniziativa del WWF. Basta spedire una e-mail per comunicare le esperienze di fenomeni osservati nel nostro questo ambiente a questi indirizzi:
www.corriere.it
Testimoni clima “chiocciola” www.it
                                                                                                                                                 Gli alunni dalla III H            

 

       Canguri      

In Australia vivono molte specie di canguri e wallaby (canguri di taglia più piccola) e tutte,si riproducono in modo differente dagli altri mammiferi. Sono,infatti,marsupiali. Se la maggior parte dei mammiferi si sviluppa nell'utero materno nutrendosi attraverso la placenta,nei marsupiali questo non avviene. Gli embrioni di queste specie restano solo per poco tempo nell'utero. Alla nascita,sono minuscoli e,per completare la loro crescita,devono raggiungere la tasca che la madre ha sul ventre trascorrendovi molti mesi. Quando nasce il piccolo del canguro grigio è piccolo quanto un fagiolo, cieco,nudo e appena abbozzato. Solo la bocca e le zampe anteriori sono complete. Fino al 1960 nessuno studioso era riuscito a capire come facesse un esserino così immaturo a compiere il lungo tragitto fino al marsupio. Oggi, grazie a dei filmati , si sa che "il fagiolino" si arrampica tenacemente afferrandosi con la bocca e le zampe alla pelliccia della mamma raggingendo il marsupio e il sospirato latte materno a tempo di record: 3 minuti appena!Nel marsupio resterà per più di 8 mesi, negli ultimi tempi saltandone fuori per poi rientrarne quando è stanco. Intorno ai 9-10 mesi il cucciolo esce definitivamente dal marsupio ma la mamma continuerà ad allattarlo per altri 6 mesi. Nel frattempoè nato un fratellino e "la tasca" è occupata? Niente paura,mamma canguro ha capezzoli e latte sufficiente per entrambi! Con un' accortezza: il cucciolo più grande mangia infilando il muso nel marsupio.                    

                                                                                  Barberis Lorenzo e Belli Franco II D                     

                                                                                                                                   

Acqua: bene precario dell’umanità

L’acqua è un bene primario per la vita e una risorsa rinnovabile del nostro pianeta. Ogni attività umana è vincolata alla possibilità di accedere all’acqua.

Eppure per milioni di persone l’impossibilità di accedere in maniera adeguata alle risorse idriche mette in discussione l’esistenza stessa e impedisce ogni forma di sviluppo e di progresso.

La disponibilità di acqua pro capite per un americano è di circa 10.000 metri cubi l’anno. Per un europeo di circa 3.000. Ma cosa succede nel resto del mondo?

Nel 2002 circa 1,5 milioni di persone sono sopravissute con meno di 1.000 metri cubi pro-capite. Sono 2,5 miliardi le persone che hanno vissuto in condizioni definite di “water stress”, ossia con meno di 1700 metri cubi pro capite.

Ogni anno 5 milioni di persone - per lo più bambini - muoiono per malattie legate alla scarsa quantità e alla cattiva qualità dell’acqua.

L’emergenza acqua è dunque il principale problema per lo sviluppo economico e sociale del secolo appena iniziato. Si prevede infatti che a fronte di una crescita democratica mondiale che ci porterà nel 2025 a raggiungere gli otto miliardi di individui, in quella data saranno più di 3 miliardi le persone che “vivranno” – o sarebbe meglio dire tenteranno di sopravvivere – con meno di 1000 metri cubi di acqua.

Vivere con meno di 1.000 metri cubi di acqua all’anno significa non potere soddisfare i bisogni primari: dissetarsi e sfamarsi. Senza contare che in mancanza di acqua le condizioni igieniche si fanno critiche, e il dilagare di malattie è altamente probabile. Inoltre, l’agricoltura, l’industria e ogni tipo di attività domestica e urbana sono rese estremamente difficoltose.

                                                                                                                                                                Veronica Giorgio II M

 

L’uomo e il rapporto con gli animali

Gli animali possiamo dividerli in domestici e selvatici. L’animale domestico più diffuso è il cane, anche detto il miglior amico dell’uomo. Molte sono le famiglie che si prendono cura di un cane in casa e lo trattano come se fosse più un figlio che un amico; ma ci sono anche persone che usano i cani per divertimento e quando si stancano di tenerli, anziché portarli nei canili, li abbandonano.

Il cane è un animale molto intelligente e viene usato dall’uomo per fare da guardia, per aiutare le persone non vedenti come cani guida, oppure viene addestrato dalla polizia per fiutare la droga, per trovare le persone sotto le macerie a seguito di terremoti o sulla neve quando vengono travolte dalle valanghe.

Gli animali selvatici invece sono normalmente liberi e, quindi, devono cavarsela da soli per trovare il cibo e difendersi dagli animali più grossi e feroci che si nutrono di loro. Ma devono difendersi anche dall’uomo che uccide questi animali per procurarsi nutrimento, oppure per ricavarne pelli per fare gli indumenti. Molti di essi, per questo causo, sono in via di estinzione ma ci sono delle aree protette come i parchi nazionali e le oasi del WWF che li  difendono  dai cacciatori. 

Altri animali vengono usati per fornire nutrimento all’uomo, come ad esempio il latte che viene prodotto dalle mucche e dalle pecore, le uova dalle galline, oppure vengono allevati e uccisi per l’alimentazione. Anche in questo caso l’uomo fa la sua parte perché, per fare ingrassare velocemente questi animali, li nutre con prodotti chimici e medicinali con pericolo di malattie a volte molto gravi come il caso della “mucca pazza”.

Io penso che anche gli animali abbiano il diritto di vivere e non di essere uccisi o maltrattati per l’interesse della comunità.

                                                                                                                                                             Vanessa Giosa 1 Q

                                                  

 

 La deforestazione

 La deforestazione è oggi uno dei più grandi problemi ambientali. In mille anni in Europa le foreste sono passate da 100 a 35 milioni di ettari. Queste cifre dette così non sembrano molto importanti, ma gli alberi ci aiutano tantissimo: infatti producono ossigeno, assorbono anidride carbonica e impediscono l'erosione del suolo. Sono anche la dimora di numerose specie animali.

Le cause della deforestazione sono tante: la più frequente, comunque, sono gli incendi che sono spesso provocati di proposito. Per evitare lo sviluppo di un incendio non bisogna lasciare nei boschi né mozziconi di sigarette, né tanto meno pezzi di vetro o bottiglie rotte che riflettendo i raggi del sole potrebbero innescare un incendio.

Quello che potrebbe essere distrutto in pochi giorni, potrebbe impiegare per riformarsi tantissimi anni.

La foresta pluviale Amazzonica è la foresta più sfruttata del mondo. Detta anche “polmone della terra”, ha  raggiunto ormai ritmi vertiginosi.

Per risolvere il problema della deforestazione sono state fatte diverse leggi, che non sempre sono state rispettate. Per esempio nel 1992 il Parlamento Italiano impose ad ogni comune di piantare un albero per ogni bambino che fosse nato.

Per noi il legno è molto utile e non potremmo immaginare un futuro senza.

Per noi gli alberi sono un bene prezioso: difficilmente potrà esserci un futuro senza alberi e foreste.

                           Manuela Canaveras II P         

 

 

 

                                                    

HERITAGE SITES IN AUSTRALIA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

The United Nations wants to protect areas of universal cultural and natural importance. These areas are called World Heritage Sites and there are eleven in Australia. Here is a description of five of the most important sites.

 

Dirk Hartog, a Dutch sea captain, was the first European to set foot in Australia. He arrived in the area near Shark Bay in 1616. Shark Bay got its name from the sharks the explorers saw in its waters.  In fact Shark Bay, in Western Australia, is home to a great number of fish as well as whales and dolphins. The Bay’s rocks are unique and are formed by bacteria that are the oldest form of life on Earth.

 

Uluru National Park is in the centre of Australia in the Northern Territory. The area is desert and in Summer the temperature reaches 45°C. The park is the home of Uluru, the Aboriginal name for Ayers Rock, and this area is sacred to the Aboriginal people. The rock is famous for its colour changes. It is dark red at sunrise and sunset, and black after rain.

 

The Great Barrier Reef runs along the coast of Queesland. It is the largest coral reef in the world and is home to an incredible variety of colourful fish and sea life. There are hundreds of islands here but only a few are for tourists.

 

Kakadu National Park is in the Northern Territory. It has beautiful scenery and galleries of Aboriginal rock art. The Aborigines lived in Australia for 24000 years before the first Europeans arrived. Some of their paintings are over 20000 years old.

 

Lake Mungo is to the west of the Blue Mountains in New South Wales. There were about 500 Aborigine tribes speaking different languages in various parts of Australia and some of the tribes lived around Lake Mungo. This is the oldest site in the world to be occupied by humans. At one time the lake was 15 metres deep. Now it is dry. It is an important archeological area and the finds include many animals that are now extinct such as the giant kangaroo.     

 

 

 

SPORTS IN AUSTRALIA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Australia is a very large country, but most Australians live only two hours by car from a beach. So everybody goes to the beach – it’s a national hobby!

Popular beach activities include windsurfing, beach volleyball, which is now an Olympic sport, and kite flying in September at the famous Bondi beach.

Lifesaving is part of beach life. Many young people in Australia train to be lifesavers, so they can spend more time on the beach. The lifesavers wear red and yellow hats.

Surfing is a favourite Australian sport. Many towns have surfing carnivals and thousands of people came to watch the surfing competitions. The best beaches for surfing are in New South Wales, southern Queesland and on the southern coast of Western Australia or northern Tasmania.       

                                                                                                                             Eleonora e Giorgia                                                  

 

                                                                                                                                                  

 

LA QUESTIONE ENERGETICA

 

 

            Negli ultimi due secoli le fonti energetiche principali sono state quelle di origine fossile (carbone, petrolio e metano) e quelle di  origine fissile (uranio e plutonio). Un’importante distinzione da fare è quella tra le fonti rinnovabili (Sole, calore interno della Terra, vento maree e moto ondoso) e tra le fonti non rinnovabili (combustibili di origine mineraria). Le fonti non rinnovabili sono dannose per l’ambiente, perciò in questi ultimi anni si stanno incoraggiando le centrali che utilizzano le fonti rinnovabili (che non sono inquinanti). Il problema principale delle centrali sperimentali è quello di occupare molto spazio e di produrre minori quantitativi di energia rispetto a quelle tradizionali. L’unico tipo di centrale che utilizza fonti rinnovabili e che però produce molta energia tanto da essere piuttosto diffusa e considerata un tipo di centrale tradizionale

è quella idroelettrica.

 

Per quanto riguarda le fonti di energia non rinnovabili ci soffermeremo sul carbone e sul petrolio.

IL CARBONE

Il carbone è una materia prima energetica presente sia nei paesi del Terzo Mondo sia nelle aree industrializzate. E’ La risorsa di molti paesi del Terzo Mondo, soprattutto dei paesi africani e della Cina. Il carbone si adatta bene ai paesi a bassa tecnologia perché non richiede grandi investimenti per la sua estrazione e per la sua lavorazione, e può essere utilizzato direttamente per il riscaldamento industriale o domestico.

La Cina è attualmente al terzo posto della graduatoria mondiale delle nazioni responsabili dell’effetto serra, ma si avvia a superare la CSI se le emissioni aumenteranno ancora.

In Cina il 76% del consumo energetico nel settore industriale è sostenuto dal carbone.

Il carbone rappresenta il 37% del totale dei gas rilasciati dall’atmosfera dai paesi del Terzo Mondo.

Si pensa che l’estrazione del carbone sia destinata ad aumentare in concomitanza con l’esaurirsi delle riserve di idrocarburi (petrolio e gas naturale) che oggi coprono il 50% del fabbisogno mondiale di energia.

Il problema non è nel consumo del carbone tale e quale, (che viene utilizzato solo per le centrali elettriche), ma nella trasformazione del carbone in combustibili liquidi e gassosi secondo processi già noti da almeno mezzo secolo ma non incoraggiati per il basso prezzo degli idrocarburi. Tra i processi più conosciuti, c’è quello della produzione della benzina sintetica, sviluppato in Germania negli anni della seconda guerra mondiale, e dell’ Sng (Substitute Natural Gas), un gas molto simile a quello naturale. Il carbone bituminoso scoperto recentemente in Australia ha portato a triplicare la produzione carbonifera di quel paese. Il carbone estratto ha preso la strada del Giappone, un mercato con un’alta domanda di coke metallurgico. L’Australia risulta in questo modo il maggior esportatore mondiale di carbone e il Giappone il maggior importatore insieme all’UE.

Si può ipotizzare che le risorse globali di carbone possano, al ritmo attuale di estrazione,durare più di 1600 anni.

 

IL PETROLIO

Il petrolio è un liquido oleoso, infiammabile, in genere di colore nero, costituito da una miscela di idrocarburi. E’ utilizzato come combustibile, infatti è strettamente legato alla produzione di energia, è il primo motore di sviluppo economico (fornisce il 40% dell’energia che occorre al pianeta) , per questo è causa di distruzioni e guerre. I maggiori paesi produttori di petrolio sono i paesi del Medio Oriente e del sud America.

 

 

 

L’acqua insieme al carbone è la fonte storica dell’energia.

LE CENTRALI IDROELETTRICHE

Era presente anche nel primo esperimento organizzato da Thomas A. Edison nel 1879, essa riscaldata in una caldaia alimentata a carbone, si trasformava in vapore, con il quale, attraverso una macchina a vapore, veniva fatto ruotare un generatore elettrico.

L’energia idroelettrica è l’energia prodotta tramite l’utilizzo dell’acqua, la quale serve a produrre energia cinetica per azionare una turbina. 

Lungo il corso del fiume Congo (Africa centrale) è stato costruito un grande complesso idroelettrico. Sul Paranà (Sud America) vi sono importanti centrali idroelettriche che producono elettricità per il consumo dei paesi produttori e dei paesi vicini. I fiumi siberiani hanno fornito elettricità alle regioni a est degli Urali.

Le alpi neozelandesi i ghiacciai del mondo, dal Canada alla Valle d’Aosta, rappresentano una ricchezza per l’energia potenziale che contengono, da sfruttare nel prossimo futuro.

 

Tra le centrali elettriche la più pericolosa è quella nucleare.

L’ENERGIA NUCLEARE

La produzione di energia nucleare è strettamente controllata dai paesi che hanno le armi atomiche nella loro dotazione strategica e che quindi hanno abbondantemente sfruttato quegli investimenti per usi industriali. Nello stesso tempo altri paesi anche del Terzo mondo, hanno installato centrali nucleari per acquisire tecnologie, conoscenze e risorse materiali, come il plutonio in vista di una strategia militare di tipo atomico. 

 

PRODUZIONE DI ENERGIA NUCLEARE  RISPETTO AL TOTALE NAZIONALE

 

Francia

75%

Belgio

60%

Bulgaria

36%

Germania

33%

Giappone

27%

U.S.A.

21%

Gran Bretagna

20%

C.S.I.

12%

 

Il futuro del nucleare è incerto. Accanto ai vantaggi di sopperire all’esaurimento delle scorte di petrolio o di sostituire il carbone, si devono mettere in evidenza i potenziali danni ambientali. Questi si possono manifestare non tanto nella costruzione delle centrali e nella produzione in se dell’energia, quanto nello smaltimento delle scorie, nella fase di arricchimento dell’uranio, nell’emissione di acqua calda che può produrre alterazione negli ecosistemi circondanti le centrali e, soprattutto, nei gravi rischi derivanti dall’emissione accidentali di radiazioni, le quali possono durare 5000-6000 anni. I costi delle necessarie dotazioni di sicurezza, inoltre, rendono la produzione di energia nucleare poco competitiva con le altre fonti di energia. Per finire l’uranio 235, l’unico presente in natura è destinato a esaurirsi in breve tempo.

                                       

D’ora in poi parleremo solo dell’energia prodotta con fonti rinnovabili sperando che in un prossimo futuro le centrali sperimentali rimpiazzino quelle inquinanti.

L’ENERGIA EOLICA

All’inizio degli anni Ottanta l’energia elettrica eolica costava 20 centesimi di dollari al kilowattora, oggi il suo prezzo è sceso a 4-5 centesimi al kilowattora, così da essere concorrenziale.

Tra i paesi che hanno abbastanza vento da poter ricavare buona parte dell’energia che consumano, rientrano il Cile, l’Argentina, l’India, il Canada, la C.S.I, l’Egitto, il Messico, la Repubblica Sudafricana, la Tunisia, la Cina e alcuni paesi dell’Unione Europea.

Il problema di questo tipo di centrale è di fornire poca energia, di dover essere collocata in luoghi isolati per evitare l’inquinamento acustico. L’energia eolica è molto utile in posti isolati che sono difficilmente raggiungibili con gli elettrodi della rete nazionale.

L’ENERGIA SOLARE

L’energia solare utilizza il calore del Sole, il quale viene catturato tramite degli specchi chiamati eliostati o da panelli chiamati celle fotovoltaiche.

Basterebbe imbrigliare un quarto dell’energia solare che è irradiata sulla Terra per fornire al pianeta tutta l’energia di cui ho bisogno. La Banca Mondiale si sta muovendo in questo senso per finanziare progetti di elettrificazione in Cina, Indonesia, Filippine e Sri Lanka. Purtroppo ogni cella fotovoltaica produce solo 0,5 V, perciò per ottenere una grande quantità di energia bisogna installarne molte occupando parecchio spazio.

L’IDROGENO

Altra fonte di energia può essere l’idrogeno: il più leggero dei gas, e l’elemento più abbondante di tutto l’universo; si trova nel Sole, nelle stelle e nei pianeti. Sulla Terra la maggior parte dell’idrogeno è combinata con l’acqua.

La carta vincente dell’idrogeno è la sua efficienza e la sua facilità a essere prodotto con l’energia solare ed eolica, quindi con fonti rinnovabili. L’idrogeno può essere immagazzinato in serbatoi ed essere usato successivamente. Al momento il prezzo pagato dal consumatore sarebbe tre volte superiore a quello pagato per l’energia prodotta con metodi tradizionali, ma l’alta efficienza dell’idrogeno può ridurre notevolmente i costi. L’idrogeno potrebbe essere trasportato ovunque a costi sensibilmente inferiori rispetto al petrolio o all’energia elettrica, sfruttando i metanodotti usati per il gas naturale. Tutti i maggiori centri abitati sono vicini ad aree soleggiate e ventose: l’idrogeno prodotto dal Sole e dal vento può diventare la base di un nuovo mercato mondiale dell’energia. 

LE CENTRALI MAREMOTRICI

Ci sono due tipi di centrali maremotrici: la prima sfrutta il dislivello di marea, la seconda il moto ondoso. Entrambe necessitano di essere collocate in zone dove il dislivello di marea sia molto alto (come in Francia) o dove il moto ondoso è molto forte (come in Giappone).

Purtroppo queste centrali si possono collocare solo in alcune zone a causa dalle loro caratteristiche.

LE CENTRALI GEOTERMICHE

Questo tipo di centrali vengono considerate secondarie perché la quantità di energia prodotta è inferiore a quella delle centrali tradizionali. Non usa combustibile perché il calore che viene usato è quello interno della terra e una volta usato viene freddato in delle torri di refrigerazione e rimandato nel sottosuolo, quindi non è inquinante.

 

Possiamo infine distinguere le diverse energie prodotte in :

 

 

PRIMARIE

TERMOELETTRICA inquinante non rinnovabile

IDROELETTRICA non inquinante- rinnovabile

 

 

SECONDARIE

TURBOGAS inquinante non rinnovabile

GEOTERMICA non inquinante rinnovabile

NUCLEARE inquinante non rinnovabile

 

 

 

 

SPERIMENTALI

MAREMOTRICE non inquinante rinnovabile

TERMOELETTRICHE (CHE UTILIZZANO I RIFIUTI)inquinanti rinnovabili

SOLARI non inquinanti rinnovabili

EOLICHE non inquinanti rinnovabili

IDROGENO non inquinanti rinnovabili

 

                                                                                                                                                                              

 

 

 

 

Notizie dal wwf 
sui cambiamenti climaticiRagazzi, vogliamo attirare la vostra attenzione su di un argomento estremamente attuale che noi quest’anno abbiamo affrontato come programma di terza media e che abbiamo approfondito sulle pagine di cronaca dei quotidiani.

Stiamo parlando dei mutamenti del clima, dovuti all’inquinamento, all’effetto serra , al disboscamento ,che provocano l’innalzamento della temperatura, lo scioglimento dei ghiacciai, il modificarsi dell’umidità e dei venti, lo stravolgimento dei ritmi delle stagioni , la distruzione dell’habitat naturale di tante specie animali che rischiano l’estinzione.

Ci è sembrato importante parlarne perché, studiando, abbiamo capito come in effetti il clima influenzi tutte le attività umane dall’agricoltura all’allevamento, dal turismo all’edilizia, al popolamento di alcune zone e non di altre.

 Come anche voi saprete  nei primi dieci giorni del mese di dicembre si è tenuta a Milano la nona conferenza mondiale  sui mutamenti climatici (COP 9 ).

La COP 9 ha affrontato il capitolo dei progetti che i paesi industrializzati possono realizzare in quelli in via di sviluppo per aiutarli a crescere in modo sostenibile.

Inoltre i paesi sono liberi di rinunciare a piantumazione con specie OGM.

La conferenza di Milano dimostra una presa di coscienza universale e la consapevolezza che il cambiamento climatico è soprattutto opera dell’uomo.

Notizie recenti ci informano  del fatto che le nevi del Kilimangiaro , la cima più alta  dell’Africa, stanno sparendo,sciogliendosi al ritmo di 300 metri cubi al mese .

Inoltre, ci viene segnalato che in alcune aree del pianeta le migrazioni degli uccelli si sta verificando in anticipo perché i volatili sono stati ingannati da un precoce rialzo di temperatura;ciò potrebbe comportare il rischio della diffusione del virus responsabile dell’influenza aviaria.

 Il WWF, volendo sottolineare come i cambiamenti climatici non sono una realtà esterna e lontana da noi, ma  fenomeni di cui si hanno segnali concreti e preoccupanti in ogni parte del mondo ,ha lanciato sulle pagine del Corriere della Sera l’iniziativa “I testimoni del clima”, un’ inchiesta- sondaggio realizzata con la collaborazione della società di Meteorologia italiana e con la trasmissione “Che tempo fa” di Rai3.

Le prime testimonianze  sono già  arrivate e noi qui abbiamo pensato di sintetizzarle..

 Bruno,un biologo ,abitante a Roma, ha scritto che nel suo  condominio quest’anno due alberi di mimosa sono sbocciati a Natale, aggiungendo che da 50 anni a questa parte, ogni 10 anni la mimosa fiorisce 3 giorni prima.

Giovani è un giovane di Barberino del Mugello, in Toscana. “A giugno, durante il periodo dell’amore, l’ariete non si è nemmeno avvicinato alle pecore. Faceva troppo caldo. Ad aggravare  la situazione e’ stata anche la siccità che ha provocato una grave carenza di fieno”. Ha raccontato

Un’altra testimonianza ci arriva da  Parma : il livello del torrente Baganza è ogni anno più basso. Basta affacciarsi dal ponte nuovo, per accorgersene subito prima della confluenza. Ed è in questo punto che si sono concentrate le ricerche di Gabriele, responsabile del servizio ambientale della provincia di Parma. I dati parlano chiaro: tra il 1913 e il 2002 la diminuzione dei millimetri di pioggia ha superato il 17%.

Inoltre le precipitazioni sono molto più concentrate rispetto al passato: brevi ma in intense; ciò rende il corso d’acqua  difficile da gestire.

C’è poi l’esperienza di un pensionato di 70 anni abitante a Calizzano un paese della Liguria, a 700 metri sulle montagne del savonese.

“Gli altri anni, mangiando a pranzo e a cena, all’aperto, eravamo invasi dalle mosche, per cui ci  attrezzavamo con zanzariere e palette per schiacciarle.

Quest’anno è stato tutto diverso perché, con le temperature alte che  non si erano verificate mai in questa zona, le mosche non si sono viste che dopo il 20 di agosto , con i primi temporali” .

Un cercatore di funghi dell’Appennino marchigiano, Corrado riferisce che , mentre il periodo migliore è sempre stato settembre, negli ultimi 4 anni  le raccolte più abbondanti sono state tra ottobre e novembre; a volte anche a dicembre e a gennaio si trova qualcosa. “Questo crea problemi”,  precisa Marco responsabile dell’organizzazione micologi  associati, “perché tutte le

ASL si organizzano per controllare gratis i funghi raccolti nel mese di settembre e ottobre; rimanendo chiuse negli altri mesi i meno esperti potrebbero correre grandi rischi”.

Un’altra testimonianza ci viene fornita dal nipote del conte Giuseppe che, nella sua casa alle falde del monte Velino, al confine tra Abruzzo e Lazio,  nel secolo scorso d’estate serviva agli ospiti una granita preparata con la neve, presa sulla vetta del monte dalla servitù, che partiva la mattina presto con i muli, quando freezer non esisteva ancora. Da quando d’estate non si trova più la neve sul monte Velino, a causa delle modificazioni del clima ,  la tradizione di famiglia è rimasta ma la granita viene servita col ghiaccio del frigorifero.

  Anche noi, ragazzi potremmo diventare testimoni diretti, contribuendo a questa iniziativa del WWF. Basta spedire una e-mail per comunicare le esperienze di fenomeni  osservati nel nostro questo ambiente a questi indirizzi:

www.corriere.it

Testimoni clima “chiocciola” www.it                                           

                                                                        Gli alunni dalla III H        

 

 

AMBIENTE DEGRADATO

 

SPIAGGE

 

 

 

Ladispoli è famosa per le sue spiagge di sabbia ferrosa che sono state usate come cura per i dolori articolari; ma queste spiagge così belle, utili, e salutari sono spesso trattate come pattumiere.

La gente, in modo sempre più incivile, riversa sulle spiagge ogni genere di oggetti: dalle semplici cartacce alle più ingombranti lavatrici, bottiglie, copertoni di pneumatici, per non parlare poi delle batterie per autovetture che sono tra le più nocive.

Gli oggetti che ritroviamo sulla nostra spiaggia, impiegano tempi diversi per decomporsi alcuni anche secoli, e la loro permanenza sulla spiaggia è veicolo di inquinamento nonché un pericolo.

Io vado da anni su una spiaggia piccolissima circondata da scogli dove, quando il mare è calmo, si vedono i pesciolini passare; ultimamente questa spiaggia è diventata particolarmente sporca, copertoni d’auto e oggetti in ferro occupano il fondale marino e fanno da rifugio per i pesci. La flora e la fauna si adattano con difficoltà a questi nuovi ospiti del mare, la ruggine che si stacca dal ferro galleggia sull’acqua come una minaccia. Quando siamo distesi a prendere il sole vediamo sulla sabbia dei bastoncini colorati che a volte i bambini prendono per giocare: quei bastoncini sono la parte in plastica dei bastoncini per pulire le orecchie, che tante persone incivili gettano nel water e che dopo aver circolato nelle nostre fogne vengono gettati nel mare dai collettori fognari che non passano dal depuratore e puntualmente ritornano sulle nostre spiagge.

Tutto ciò che facciamo senza rispettare l’ambiente, si ripercuote contro di noi, basterebbe un minimo di attenzione per avere un mondo più pulito ed un ambiente più sano, piccoli gesti per grandi risultati.

 

                                                                                               Emanuela ESPOSITO  I L                                               

 

 

AMICA TERRA

L’Oasi WWF di Palo Laziale

 

L’Oasi di Palo nasce nel 1980, grazie ad un accordo tra il WWF e i proprietari dell’area, i Principi Odescalchi. Dal 1993 la gestione è stata affidata alla cooperativa Darwin su incarico del WWF Italia.

Vari sono gli ambienti che possiamo trovare all’interno. Innanzitutto il bosco umido, per la presenza di un suolo argilloso. È questo il regno delle querce latifoglie, tra cui vivono volpi, istrici, tassi, ma anche puzzole, ricci e faine. È anche il luogo dove moltissimi uccelli possono fare sosta lungo le loro rotte migratorie o fermarsi per nidificare. Usignoli, rigogoli e cinciallegre, infatti costruiscono i loro nidi tra il fogliame delle querce, mentre assioli, allocchi e barbagianni di notte si muovono per catturare prede per i loro piccoli.

È un ambiente dove c’è una grandissima varietà di flora, questa vegetazione è caratterizzata da piante, che si sono adattate al clima tipico del Mediterraneo è inoltre ricchissimo di colori ed odori che attirano variopinti insetti impollinatori. In quest’Oasi c’è il mare popolato da pesci, molluschi e crostacei

Nel corso degli anni l’Oasi è diventata anche luogo per l’educazione ambientale. Ragazzi di ogni età infatti, affluiscono numerosi ogni anno, e soprattutto ritornano. Le presenze sono triplicate in pochi anni arrivando a una quota di circa 10.000 visitatori annui, permettendo anche a giovani laureati in materie scientifiche di lavorare all’interno dell’Oasi. Si svolgono anche campi estivi aperti a ragazzi di tutte le età.

Francesca Leonetti 1 L

 

 

 AMBIENTE INTATTO

L’OASI DEL WWF

 

Nella riserva di Palo, possiamo ancora trovare piante e animali nel loro habitat naturale, al riparo dall’uomo e dalle sue attività distruttive.

Nell’Oasi trovano rifugio animali che abitano nei boschi e altri in zone paludose e piante sopravvissute alla crescita dell’urbanizzazione.

Io ho visitato questo posto e ho notato la passione che mettono gli addetti nel fare questo lavoro, aiutando così la sopravvivenza di flora e fauna.

L’ambiente è bellissimo: piante rigogliose che fanno da casa ad uccelli rari, piccoli stagni abitati da rane, rospi, girini, rettili, un fitto sottobosco abitato da ricci che lasciano aculei sul terreno.

Tutto intorno una vera pace, cinguettii di uccelli e un ambiente incontaminato che ci fa apprezzare lo sforzo che questi operatori fanno per il nostro ecosistema.

Visitando questo luogo non ho potuto fare a meno di diventare socia con un versamento annuale che è utile e mantiene in vita questa Oasi.

Quando sono concesse le visite io vado sempre in quella che definisco “la mia Oasi” ed ogni volta scopro cose nuove e interessanti.

 Emanuela ESPOSITO 1^L