LE TERME DI STIGLIANO

I bagni di Stigliano anticamente venivano chiamate "Aquae Apollinares". Lo testimonia un rutrovamento di una dedica al dio Apollo e di una statua alla stessa divinità. L'importanza di queste terme è sottolineata soprattutto dai Romani che le hanno collegate a Roma con una strada più larga del solito.
Dopo la caduta dell'Impero Romano le terme vennero dimenticate; solo nel 700, grazie al Principe Alfieri che fece costruire un albergo, la zona riprese un po' d'importanza, ma non abbastanza per via delle febbri malariche che poi furono debellate.
Le sorgenti che alimentano le terme sono molte, la temperatura dell'acqua variava dai 36 ai 94 gradi centigradi, venivano utilizzate soprattutto per fanghi, docce e inalazioni.

LA STRUTTURA DELLE TERME

Lo schema di base prevedeva una successione di ambienti disposti lungo un unico asse, che formava il settore centrale dell'edificio, mentre gli altri formavano i settori laterali, tra loro identici. Il settore centrale comprendeva un ambiente coperto con la piscina (natatio), la piscina con acqua fredda (frigidarium), il tiepidarium ed il calidarium. In ognuno dei due settori laterali erala la sauna, la palestra ed una serie di sale riscaldate.

Pianta delle terme

La fontana nella piazzetta delle Terme di Stigliano

Per la realizzazione di questi edifici, i Romani usarono le loro tecniche più avanzate, alcune delle quali furono prese da altre civiltà. Riuscirono a costruire degli impianti nei quali si trovavano ambienti grandi e piccoli alternati a spazi aperti. Naturalmente, delle strutture così pesanti avevano bisogno di sostegni non indifferenti per non crollare ed è per questo che venivano utilizzati speroni e torrette in muratura pesante.
Naturalmente, i Romani pensarono anche all'estetica ed è per questo che abbellirono le terme con decorazioni ed archi. Il soffitto dell'edificio veniva decorato il più delle volte con rappresentazioni di pesci, in modo che chi si faceva il bagno immaginasse di nuotare in un vero ambiente marino. Le decorazioni delle vasche, invece, raffiguravano soprattutto divinità o animali marini, mentre nelle palestre venivano raffigurati atleti: erano inoltre presenti nei vari ambienti statue di imperatori o di altri uomini illustri.

Veniamo ora alla materia prima delle terme: l'acqua. Essa non arrivava direttamente all'edificio balneare, ma prima veniva raccolta in cisterne per essere riscaldata. Queste cisterne erano di grandi dimensioni poichè dovevano immagazzinare enormi quantità di acqua. Dalle cisterne, attraverso una rete di distribuzione, l'acqua veniva immessa nelle enormi vasche (sia calda che fredda). Questa veniva  accantonata in enormi quantità in modo da bastare per un mese. Anche il fumo prodotto dalla legna a quei tempi aveva un ruolo importante, perchè veniva usato per mantenere calda l'acqua, passando sotto la vasca. L'acqua stessa non era da meno del fumo: infatti prima di essere mandata nelle fogne, veniva usata per pulire i bagni sia termali che pubblici. Insomma, nulla si sprecava!

 

A differenza delle terme dei Greci, quelle dei Romani avevano anche le palestre ed esse ebbero il merito di far aumentare il numero dei clienti, permettendo loro di fare un buon esercizio fisico in associazione ala bagno. E' per questo motivo che il numero degli edifici termali andò progressivamente aumentando e, se ai tempi di Plauto, nel II secolo a.C. essi8 dovevano essere piuttosto diffusi. Agrippa nel 33 a.C. ne contò 170 e raggiunsero addirittura il numero di circa 1000 nel IV ec. d. C. Sempre Agrippa ebbe il merito di introdurre un'importante novità nella storia dei bagni, cioè li rese accessibili a tutti gratuitamente. Inoltre, tra il 25 ed il 19 a.C., fece costruire nel Campo Marzio il primo grande edificio balneare aperto liberamente al popolo, di cui però non abbiamo più traccia. E' possibile che fosse caratterizzato da una grande sala circolare intorno alla quale dovevano trovarsi gli altri ambienti, qualcosa di molto simile alle Terme Stabiane di Pompei.
Ripercorriamo ora brevemente la storia delle terme. Originariamente per lavarsi solo, i Romani più ricchi disponevano di ambienti riservati ed essi tra l'altro dovevano essere anche piuttosto scomodi, piccoli, spesso privi di finestre, dotato di una semplice tinozza o di un catino, di qualche secchio, con una panca di legno o uno sgabello. I primi bagni pubblici non dovevano essere troppo confortevoli, ma avevano il vantaggio di permettere a quanti non potevano farlo in casa, di lavarsi spendendo poco. E' così che ebbe inizio la fortuna delle terme.
Il bagno era considerato da tutti un luogo piacevole. le terme erano sempre attrezzate con giardini, fontane e ninfei, spazi per giochi e spettacoli, palestre, biblioteche, auditori, soggiorni e sale da pranza. Per questo motivo le terme erano altamente frequentate tanto che diventarono luoghi di incontro.

massaggi nelle terme

I PERICOLI DEL BAGNO

I medici avvertivano a chiare lettere dei problemi cui si poteva andare incontro facendo un abuso dei bagni.
Nonostante questo, fare il bagno senza ragionevoli limitazioni era per molti un'abitudine che l'estrema capacità delle occasioni e la straordinaria abbondanza dei luoghi favorivano enormemente. Frequentare il bagno era paragonabile al piacere procurato dal vino e dall'amore. Era, pertanto come quelli, nocivo se non si sapeva controllare ma ugualmente delizioso ed attraente.

FOLLA ETEROGENEA

Con tanta folla eterogenea è facile immaginare che alle terme prosperasse la malavita, come ci ricordano gli scrittori latini dell'epoca, che si lamentavano della delinquenza che prosperava in questi luoghi. Quanto alla presenza di donne, in u primo momento queste non potevano accedere ai bagni negli stessi orari degli uomini, poi questa separazione dei sessi passò in disuso, specialmente a Roma dove le donne andavano sempre più spesso alle terme con gli uomini, incuranti della loro reputazione. Gli scandali inevitabilmente fecero intervenire le autorità, finchè Adriano impose la divisione dei sessi per legge. Fu infine decisivo l'intervento della Chiesa, che con il Concilio di Laodicea nell'anno 320 fece del tutto per proibire alle donne l'ingresso alle terme, perchè lo considerava una pratica scandalosa.

LA GESTIONE E L'USO

La gestione degli stabilimenti era di tipo pubblico, nel caso delle terme imperiali di Roma, invece nelle altre città, se la struttura apparteneva a privati, allora erano i privati stessi che avevano il compito di gestirla. Costoro dovevano rispettare gli obblighi previsti dal contratto d'appalto e quelli previsti dalla legge: innanzitutto, dovevano far rispettare gli orari di apertura e chiusura degli impianti termali e preoccuparsi di far entrare gratuitamente le categorie che ne avevano diritto.
Comunque, tanto la gestione pubblica quanto quella privata erano sotto il controllo di magistrati appartenenti al governo, che dovevano in primo luogo far rispettare le norme igieniche, la moralità dei clienti, la temperatura dell'acqua e che ci fossero sufficienti scorte di legna per scaldare l'acqua. Di norma erano poi gli schiavi ad aver cura del buon funzionamento dell'impianto.
Gli orari di apertura e chiusura delle terme variavano a seconda delle località, ma solitamente gli uomini vi potevano accedere si dall'ottava ora, cioè dalle 13,30 circa, mentre per le donne l'ingresso era previsto a partire dalla quinta ora, le 11,00 del mattino. Di norma gli stabilimenti rimanevano aperti fino al tramonto, ma il ritrovamento di lucerne durante gli scavi del complesso di Pompei ci fa supporre che in questa località si potesse fare il bagno fino a tarda notte.
Generalmente per entrare si pagava una tassa molto modesta, un quarto d'asse, stando agli autori latini che ce ne parlano.

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