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Ulisse racconta ai Feaci di quando dovette affrontare le insidie di Scilla e Cariddi .........

........<Voi battete con i remi l'onda profonda del mare, seduti lì agli scalmi: e forse Zeus ci concederà di sfuggire alla morte qui e di schivarla. E a te, pilota, ecco il mio ordine: imprimilo bene nella mente, poiché sei tu che maneggi il timone. Da quel fumo e dall'onda tieni fuori la nave, e cerca di rasentare lo scoglio. Essa non ti deve sbandare per disattenzione da quella parte, se non vuoi menarci alla rovina.> ........
........<E intanto Scilla mi ghermì dal fondo della nave sei compagni, che erano i migliori per forza di braccia. E là sull'entrata della spelonca lei se li mangiava che gridavano ancora, e mi tendevano le mani nella mischia atroce.>