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La vita dei paesi europei che, nei secoli VI-VIII,
aveva vissuto un periodo di oppressione e di miseria (tenebroso
medioevo) muta profondamente intorno
all'anno Mille: il popolo si sente libero, colto, ricco, tutte
condizioni che favoriscono il sorgere e l'affermarsi di una nuova
arte. Il termine "romanico" venne usato per la prima volta
nel 1818 dall'archeologo francese M. De Gerville per definire il
carattere "romanzo" delle arti, principalmente
l'architettura, ma anche la scultura e la pittura, sviluppatosi in
Europa tra il sec. X e il XII.In architettura
il romanico nasce da un'esigenza costruttiva, cioè da un sistema
nuovo di copertura degli edifici sacri, con l'impiego della volta a
crociera, anzichè la
travatura di legno, soggetta ad incendi.Questa volta, poggiante su
quattro pilastri, è formata dall'incrocio
di due volte a botte, in seguito è stata rafforzata da "costoloni"
cioè archi in muratura che corrono lungo le linee di incontro e la
dividono in quattro settori o vele. Il lungo ambiente delle navate
basilicali è così diviso in una serie di spazi distinti, le campate.
La pianta della chiesa romanica, sempre di notevoli dimensioni, è
a croce latina,
il braccio corto davanti all'abside si chiama transetto;
sotto l'abside vi è la cripta. La facciata può
essere a capanna se
digrada a forma triangolare o a salienti
se riprende il profilo delle navate interne, suggerito dai costoloni
che corrono verticalmente, dividendola in tre corpi. E' costruita in
mattoni, ravvivata da loggiati sorretti da colonnine marmoree, da
archetti ciechi e talora dal rosone, un'apertura circolare posta al
centro della facciata. Il campanile ha pianta quadrata ed è suddiviso
in piani orizzontali da archetti pensili. Spesso due campanili, anziché
uno, affiancano la chiesa.Lo stile romanico nella sua purezza si
rintraccia nel gruppo
lombardo-emiliano i cui principali monumenti sono: S. Ambrogio
a Milano, S. Michele Maggiore a Pavia, S.M. Maggiore a Bergamo, Duomo
di Modena, Cattedrale di Parma, Duomo di Ferrara. Nel resto della
penisola lo stile r. subisce le influenze locali, per cui quasi ogni
regione possiede un proprio stile romanico. Nel gruppo
veneto spiccano elementi bizantini (cupole,cupolette,ecc) che
si riscontrano nei principali monumenti: S. Marco a Venezia, Basilica
di S. Maria e Donato a Murano, Duomo di S. Giusto a Trieste. Nel gruppo
toscano spicca la varietà dei marmi (marmo bianco e verde di
Prato, marmo rosso di Serravezza) come nel Battistero di S. Giovanni a
Firenze. Un particolare stile romanico toscano lo troviamo nel pisano-lucchese,
il cui motivo è rappresentato da un finto portico con vari ordini di
gallerie sovrapposte, con elementi orientali e bizantini. Le opere più
insigni sono: il Duomo di Pisa, il Battistero, il Campanile o Torre
pendente, Duomo di Lucca, S.M. della Pieve ad Arezzo. Nel resto
dell'Italia meridionale, soprattutto in Sicilia, nacque uno stile
ricco che combinava elementi bizantini, romani, arabi, lombardi,
normanni e si caratterizzava per l'uso di splendide decorazioni a
mosaico: Cattedrale di Monreale e Cefalù, Duomo di Palermo, la
Cappella Palatina a Palermo.La scultura
monumentale fu rara nell'arte romanica, era infatti considerata una
necessaria integrazione dell'insieme architettonico dell'edificio
sacro, con funzione sia decorativa che strutturale. Opere
significative furono realizzate in Germania, a Hildesheim, tra cui le
splendide porte in bronzo della cattedrale, i fonti battesimali e le
lastre sepolcrali. Tra gli scultori che operarono in Italia troviamo
Wiligelmo Antelami (Storie della Genesi e altre sculture sulla
facciata del duomo di Modena) e Benedetto Antelami (con la Deposizione
del duomo di Parma).La pittura
e l'affresco, ispirati al naturalismo e al grandioso realismo
classico, con una impronta mistica, tendono a far trionfare uno stile
più libero e vivo (Pietro Cavallini, Cimabue, Duccio di Buoninsegna).
I mosaici furono
utilizzati per la decorazione di molte chiese romaniche italiane
specialmente nella basilica di San Marco a Venezia e nelle cattedrali
di Monreale e Cefalù in Sicilia.
a
cura di Matteo
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