SCUOLA MEDIA STATALE "GIULIANO DA SANGALLO"

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Studio del territorio

Lo sviluppo del litorale romano
 

La costa di Ostia

 

Il litorale romano coincide con il delta del Tevere che occupa una superficie di Kmq 186 ed è delimitata da tre punti: Capo Palinuro, Ponte Galeria e Capo Anzio. Il delta vero e proprio copre però kmq 56 e si estende da Ponte Galeria, Torre di Palidoro a Tor Paterno. Questo territorio si è formato attraverso i secoli per l’apporto di materiali (detriti) da parte del Tevere e dall’attività vulcanica dei colli circostanti. Tale fenomeno è avvenuto tra 500.000 e 60.000 anni fa quindi si tratta di un territorio geologicamente giovane.

La linea di costa nel tempo

L’apporto del fiume ha contribuito alla formazione di cordoni dunari che a poco a poco hanno costituito un vero e proprio sistema lagunare. Il paesaggio si presentava davvero poco ospitale: boschivo e paludoso con stagni e pochi terreni asciutti, infestato dalle zanzare portatrici di malaria, ed è rimasto inalterato fino alla bonifica del 1884.

Disegno palude

Sulla costa si possono tuttora osservare cordoni dunari, dovuti alla continua azione del vento sulle sabbie di spiaggia, questi dislivelli del terreno ancora oggi causano ristagni di acqua piovana e di sorgente che tende ad accumularsi nella parte più bassa sotto il livello del mare, rendendo impossibile il normale assorbimento del suolo. Il Tevere ha una foce a delta, ciò significa che si verifica un continuo avanzamento della costa, tale fenomeno però sul nostro territorio si è andato progressivamente arrestando a tal punto che oggi l’erosione costiera è presente in tutto il territorio. Le cause di questo fenomeno sono principalmente tre: (1) l’eccessiva urbanizzazione su un territorio di giovane formazione che, sotto il peso eccessivo dello sviluppo urbanistico tende ad abbassarsi; la progressiva riduzione dei depositi di detriti del Tevere sulla costa causata, (2) sia dai prelievi delle sabbie per edilizia, che (3) dalla costruzione di centrali idroelettriche con relativi sbarramenti (dighe). Si può concludere che il fenomeno dell’erosione della costa è quasi esclusivamente causato dall’intervento dell’uomo.
Le rapide che caratterizzano i due bracci del fiume rompono il lento flusso delle acque, creando uno spettacolo suggestivo. Questi salti non sono naturali ma provocati da un’ampia soglia artificiale esistente sotto Ponte Garibaldi, costruita per limitare l’erosione progressiva dell’alveo e quindi lo scalzamento delle opere murarie, oltre che per ridurre il diverso regime di flusso esistente tra i due bracci del fiume.
L’erosione dell’alveo fluviale, che negli ultimi 100 annisi è approfondito di circa due metri caratterizza tutto il corso del Tevere ne suo tratto urbano.
Tale fenomeno è causato da:
  • Realizzazione di opere fluviali quali la rettifica di tratti di fiume (i drizzagni) e le arginature rigide (i muraglioni);
  • Diminuzione del trasporto di sedimenti determinata dalla presenza di sedimenti a monte (all’interno di tutto il bacino del Tevere vi sono ben 23 dighe di sbarramento);
  • Prelievo dal fondo di sabbia e ciottoli.
Tutto ciò ha portato negli ultimi 40 anni a una riduzione del materiale solido trasportato dall’acqua: da 10 milioni di tonnellate a 0,37 milioni di tonnellate l’anno.
La leggenda dice che:
"La nostra storia inizia tanto tempo fa: dalle ceneri di Troia allo sbarco di Enea,
 Disegno Enea
     Disegno sbarco
quando dalle ceneri della città di Troia ..........."   ma andiamo con ordine:
GLI INSEDIAMENTI UMANI SUL LITORALE
 
Le origini del nostro territorio
 
Decine di migliaia di anni fa il nostro territorio appariva così diverso da oggi che è quasi impossibile immaginarlo: la costa era molto più arretrata (di almeno dieci chilometri) da quella attuale e protetta da meravigliose dune; il Tevere terminava il suo percorso in modo irregolare alimentando ampi stagni che caratterizzavano l’intero paesaggio. Possiamo immaginarlo così come in una scenaggiatura da "Jurassic Park". Quando l’uomo fece la sua prima comparsa? Venne dal mare, dal Tevere, o semplicemente giunse via terra? Le più antiche testimonianze sono state rinvenute nella zona di Malafede (tra il corso del Tevere e la Tenuta di Castel Porziano); si tratta di frammenti di vasi e punte di frecce risalenti all’epoca del Bronzo insieme a fossili animali e vegetali.
 
……la leggenda ….la storia…
 
La storia antica spesso si fonde con la leggenda e le prime notizie risalgono al XIII sec a.C. quando Enea, dopo essere scappato da Troia incendiata dai Greci, vaga per molti mesi tra le coste del Mediterraneo, insieme al figlioletto Ascanio e al padre Anchise e ad un gruppo di fedeli, fino ad approdare sul litorale tra Capocotta e Ardea.
Il posto piace molto ad Enea e decide di restare. Arma i suoi compagni per sconfiggere i Rutili, gli abitanti del luogo e sposa Lavinia, la figlia del loro re "Turno". Secondo Virgilio (come narra nell'Eneide) Enea scorge un fiume (forse il Tevere o il Numico).
Eraclite Lembo, uno scrittore greco del II secolo, afferma invece che furono i greci a seguire il corso del Tevere e approdare nella zona di Roma. Con certezza sono stati trovati, presso la cittadella fondata da Enea, resti di un bivio di strade (una delle quali si pensa fosse la Via Ostiense) provenienti dai Colli Albani, dall’agro Laurentino e dagli Appennini; quindi sembra più fondata la versione che riguarda Enea. Tali strade si pensa fossero le vie del sale, ovvero strade percorse dai pastori e mercanti per rifornirsi di sale, preziosissimo nei tempi antichi perché indispensabile per la conservazione dei cibi, e utilizzato anche come merce di scambio. Dopo la morte di Enea in battaglia presso Lavinium, gli succede il figlio Ascanio che per disaccordi con la matrigna Lavinia decide di andarsene e fonda la città di Albalonga.
 
Roma e la sua necessità di uno sbocco al mare.
 
Dopo diversi secoli appare un grande personaggio, fondamentale per ricostruire la storia di Ostia: Anco Marzio.
Siamo intorno al VI secolo a.C. quando Anco Marzio, quarto re di Roma, decide di assicurare uno sbocco al mare, per l’espansione militare e commerciale, alla ancora piccola Roma, attraverso il corso del Tevere. Allo scopo sconfigge le popolazioni locali e fa costruire un accampamento militare (castrum) per difendere la navigazione del Tevere. Comincia così il miracolo della trasformazione di un ambiente che disabitato e poco ospitale diventa un luogo sempre più importante. Vengono risanate paludi, costruite strade, centri abitati, porti. La cittadella fortezza di Ostia, il cui nome deriva dalla foce (Ostium) del Tevere, si trasforma in una animata cittadina con un notevole sviluppo urbanistico, commerciale e quindi militare a difesa dei traffici portuali del Tevere. Infatti i primi imperatori romani capiscono ben presto che l’espansione di Roma e del suo impero è strettamente legata al controllo del traffico fluviale e del monopolio del sale, indispensabile per conservare bene il cibo per i legionari e per i residenti della città.
Il periodo repubblicano
 
Durante il periodo repubblicano, per contrastare Cartagine che contendeva a Roma il primato sul Mediterraneo, Ostia, insieme a Pozzuoli, diviene il porto più attivo della costa tirrenica italiana. L’antico accampamento è ormai un ricordo! Ostia comincia a diventare una vera e propria città che non vive solo dell’estrazione di sale e della base militare, ma anche e sempre più di commercio. Sulle sponde del Tevere sorgono le attrezzature di un porto fluviale sempre più ricco e indaffarato. Nel I secolo a.C. il dittatore Silla decide di far costruire nuove mura intorno al castrum. Il nuovo recinto rettangolare è lungo quasi due chilometri con tre porte principali e altrettante strade di accesso; Ostia appare sempre più organizzata e ottiene l'autonomia da Roma (che conserva però la gestione dei viveri), infatti il suo governo viene affidato a due magistrati.
 
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