Nacque a Saragozza nel 1746. Si distinse sin
dalla giovane età, oltre che per l’abilità pittorica, anche
per le eccellenti doti musicali. Condusse una vita galante ed
avventurosa: durante una sua permanenza a Madrid si cimentò
anche come torero. Fu a Roma nel 1770, dove rimase colpito dalla
magnificenza dei ruderi classici e dalla esaltazione barocca dei
costumi e degli atteggiamenti; si dedicò anche allo studio dei
maestri italiani. Rientrato a Madrid si dedicò soprattutto al
ritratto, all’incisione e ai cartoni per arazzi, che gli
valsero una grande fama. La produzione aumentò continuamente:
fantasia, abilità e tecnica eccellente soccorrono questo grande
artista, che per la robustezza del colore, la vivacità del
disegno, la schematica incisività dei tratti e dei caratteri è
il più grande precursore della pittura moderna. Nominato
presidente dell’Accademia di San Fernando e pittore di Corte
eseguì i ritratti del re, della regina, dei cortigiani e della
favorita del re (la “Maja
vestida” e la “Maja
desnuda”). Fu soprattutto efficace interprete dei
tempi duri dell’invasione napoleonica (“2 maggio 1808” e
“Fucilati
del 3 maggio”). Con la Restaurazione non volle
tornare a corte e nel 1824, per avere aderito alla rivoluzione
liberale del 1820, fu costretto a fuggire a Bordeaux dove morì
nel 1828. |