Nel
campo delle arti figurative il surrealismo riconobbe tra i propri
precursori artisti quali il pittore italiano Paolo Uccello (vissuto nel
XV secolo), il poeta e artista britannico William Blake (XVIII-XIX
secolo), il francese Odilon Redon
(XIX-XX secolo), accomunati da forza
visionaria e spiccata accensione immaginifica. Attraverso tecniche non
tradizionali (frottage, collage di materiali diversi, fotomontaggi), i
surrealisti miravano all'espressione il più possibile spontanea,
casuale, di elementi onirici e inconsci. Contrari a ogni logica formale,
a ogni separazione di campo tra discipline, ambiti culturali, piani
espressivi, tentavano nelle loro opere di suggerire imprevisti ponti tra
vita sensoriale e libera immaginazione, mondi possibili e fantastici.
Alla metà degli anni Venti aderirono al surrealismo Max
Ernst, Jean Arp
e Man Ray, ai quali si unirono poi per un breve periodo Alberto
Giacometti, René Magritte, André
Masson, Joan Miró e Yves Tanguy.
Salvador Dalí si avvicinò al movimento nel 1930, ma fu in seguito
accusato di perseguire esclusivamente interessi privati e commerciali.
Ebbero forti consonanze con il surrealismo anche Henry
Rousseau, Marc
Chagall, Giorgio
de Chirico, Marcel Duchamp,
Paul Klee,
Francis Picabia e
Pablo Picasso;
nessuno di essi, tuttavia, aderì formalmente al movimento.
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