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"UN
LIBRO IN PALCOSCENICO"
ESPERIENZA DI UN LABORATORIO TEATRALE IN LIS
L'idea di poter inserire, tra gli insegnamenti curricolari propri della scuola media, un
corso di Lingua dei Segni, è nata dal principio secondo cui, fatto salvo il diritto allo
studio, è giusto che gli alunni sordi possano godere di pari opportunità rispetto agli
udenti.
Come tutti i bambini ed i ragazzi udenti studiano nella scuola la loro lingua madre per
arricchire le proprie capacità comunicative e avere la possibilità di riflettere sulla
lingua e di comprendere che il linguaggio acquisito spontaneamente costituisce un sistema
complesso tale da influenzare, se non addirittura creare la struttura del pensiero, così
l'alunno sordo deve essere messo in condizioni di poter seguire lo stesso processo
cognitivo.
E' importante porre l'alunno sordo in grado di riconoscere la Lingua Italiana dei Segni
come una vera e propria lingua e di saperla distinguere dalla Lingua Italiana parlata e
scritta, in quanto, finché non sarà riuscito a chiarire a se stesso la differenza
strutturale tra le due lingue, non avrà la chiave per poter accedere ad un loro utilizzo
corretto.
Dallo scorso anno, con la sperimentazione dell'autonomia, la scuola Fabriani ha potuto
finalmente contare su un seppur esiguo finanziamento per l'attuazione di progetti
educativi e didattici specifici: con l'accordo unitario di docenti e genitori si è deciso
quindi di impiegare tali fondi per realizzare un corso di LIS per gli alunni.
Poiché durante il corso dell'anno l'Associazione Culturale "Cantieri dello
Spettacolo", con il patrocinio della Provincia di Roma e del Provveditorato agli
Studi, ha bandito la seconda edizione del concorso "IL LIBRO IN PALCOSCENICO",
il corso di LIS è stato finalizzato anche alla produzione di questa attività.
Il percorso didattico per mettere in scena "Il fantasma di Canterville", uno dei
testi proposti dall'Associazione culturale, prevedeva l'attuazione delle seguenti fasi:
1° fase: Traduzione in LIS del testo
scritto
Il docente sordo di LIS, Tommaso LUCIOLI, ha proceduto inizialmente ad una valutazione
degli alunni, esaminando il loro grado di competenza segnica e sottoponendoli a varie
prove che sono state registrate e filmate. Successivamente i ragazzi sono stati divisi in
due gruppi di livello differente, indipendentemente dalla classe frequentata, in modo da
poter accedere a lezioni calibrate sulle diverse competenze linguistiche.
Oltre la finalità di migliorare la capacità di comunicazione in LIS e di far riflettere
gli alunni sulla struttura della lingua, ci si è posti un ulteriore ambizioso obiettivo:
sviluppare negli alunni l'interesse per la lettura, proponendo loro un testo letterario
vero e proprio, al posto del solito breve racconto generalmente utilizzato per le
esercitazioni linguistiche, un testo integrale da conoscere e da godere.
2°
fase: Creazione di due versioni del testo semplificate, ma di diverso grado
di difficoltà
Agli alunni è stato proposto: "Il fantasma di Canterville" di Oscar Wilde e il
docente di LIS, Tommaso Lucioli, ha svolto le sue lezioni in compresenza con le prof.sse
Carla Rinaldi, Maria Elena Zanella ed Elisabetta Rubino, docenti di lettere
rispettivamente della 1^, 2^ e 3^ A, traducendo in segni, capitolo per capitolo, tutto il
testo letterario.
Diversi alunni hanno immediatamente manifestato interesse nei riguardi del libro ed è
nato così il desiderio di ritrovare nel testo scritto la storia che era stata loro
proposta in LIS. E' stato subito evidente però che la lettura diretta, priva di
adattamento, risultava molto difficile, e così ogni capitolo è stato riscritto tenendo
conto anche di come l'insegnante di LIS lo aveva presentato (quali parti del racconto
erano state evidenziate, quali avevano richiesto una spiegazione aggiuntiva, ecc.).
Di ogni capitolo sono state quindi predisposte due versioni semplificate del testo
originale, con diverso livello di difficoltà:
- una prima versione, più completa e narrata sia al presente storico che al passato,
destinata agli alunni in possesso di maggiore competenza linguistica e capacità di
rielaborazione personale;
- una seconda versione, più essenziale nel contenuto e nel lessico, messa a punto per
allievi con difficoltà di comprensione e povertà lessicale.
3°
fase: Esercizi sulla comprensione del testo ed il possesso delle strutture
grammaticali
In seguito sono stati proposti esercizi di vario tipo per la verifica, sia della capacità
di comprensione ed interiorizzazione del testo, sia dell'acquisizione delle strutture
grammaticali precedentemente spiegate.
4° fase:
Test di verifica conclusivi a diverso grado di difficoltà
Conclusa la lettura del testo scritto, segue la verifica finale attraverso esercitazioni
scritte:
· questionari a risposte chiuse: vero/falso, a risposta multipla, esercizi di
corrispondenza, di completamento
· questionari a risposte aperte
· tema guidato
· elaborato scritto senza schema
Nella preparazione del materiale didattico si è tenuto conto, in
particolare, di due elementi fondamentali:
1. il livello di competenze e abilità di ciascun alunno;
2. la gradualità nell'approccio al testo scritto e nella tipologia degli esercizi
5°
fase: Memorizzazione dei dialoghi in LIS
Al fine di verificare il possesso delle abilità espressive di ciascun alunno, si è
operato con altro tipo di esercitazioni:
· memorizzazione dei dialoghi in LIS e di brevi dialoghi in lingua italiana;
· dimostrazione delle proprie capacità espressive e di drammatizzazione attraverso le
prove di recitazione dei dialoghi elaborati dagli alunni sul testo scritto
6°
fase: Messa in scena della riduzione teatrale del testo scritto
Il laboratorio teatrale in Lingua dei Segni è stato il corollario di questa esperienza di
lettura ed è stato realizzato fondendo in un unico gruppo tutti gli alunni della scuola.
Ciascun alunno è stato invitato a scegliere il personaggio che sentiva più simile a sé
ed a metterlo in scena, dapprima senza un copione preciso, sulla base di un semplice
canovaccio che via via, con i suggerimenti degli stessi compagni, si è perfezionato
sempre di più, dando vita ad uno spettacolo molto grazioso, e soprattutto profondamente
interiorizzato dagli allievi, che si sono sentiti liberi di esprimersi in LIS, modalità a
loro più congeniale.
Per alcune scene gli alunni stessi hanno riscontrato la necessità di scrivere un breve
copione: ciò è avvenuto soprattutto per i dialoghi più lunghi, dove era necessario
rispettare un ordine preciso onde evitare che alcune battute importanti potessero essere
dimenticate o ricordate disordinatamente.
Qualche alunno si è anche improvvisato regista, spiegando agli altri come poteva essere
resa meglio questa o quell'altra scena, e tutti sono stati presto emotivamente coinvolti
dimostrando di possedere buone doti interpretative, grande sicurezza espressiva e
capacità di improvvisazione, adattando la propria recitazione alle esigenze del momento.
Questo spettacolo, infatti, presentato alla seconda edizione del concorso teatrale "UN
LIBRO IN PALCOSCENICO", aperto alla partecipazione di tutte le scuole medie ed
elementari della Provincia di Roma, è stato replicato per ben tre volte in teatri diversi
(tra cui il teatro Argentina) ed ha visto riconosciuto l'impegno della scuola Fabriani con
la consegna del primo premio per il "miglior spettacolo", del premio per
"miglior attrice non protagonista" all'alunna che ha interpretato il ruolo della
"governante" e con i lusinghieri giudizi della giuria degli esperti.
BREVE
ESTRATTO DEI GIUDIZI DEGLI ESPERTI PRESENTI
Commento a caldo del Presidente della Giuria GIANFRANCO ALBANO:
"Gli ultimi 10 minuti sono stati talmente poetici che sono ancora abbastanza
emozionato. Questi ultimi 10 minuti mi hanno fatto capire che aveva un senso essere qui,
non solo come presidente della giuria ma anche come spettatore, e come spettatori noi
tutti rincorriamo un'emozione,
e l'emozione arriva molto spesso in modo imprevisto
e da cose impreviste
"
Così si è espresso il Critico teatrale MARCO FRATODDI:
"I ragazzi sono stati "usati" (tra virgolette) per quello che sono, nella
loro autenticità e, usandoli nella loro autenticità, viene completamente dimenticato
l'handicap; è un linguaggio di persone come noi, di fratelli che parlano in modo diverso,
ma diventa un fatto espressivo di grande poesia".
Un'esperienza di questo tipo ha dato conferma alla nostra
profonda convinzione che solo dalla collaborazione fra docenti, dalla fiducia reciproca,
dal rispetto profondo delle competenze di ognuno può nascere un lavoro di qualità per i
ragazzi.
La scuola dell'autonomia è anche questa: una scuola del dialogo, dove ciascun docente si
apre al confronto con gli altri, lascia spazio ad ogni iniziativa che ha come primo
obiettivo il bene ed il benessere dell'alunno, desidera che siano valorizzate le
competenze di ognuno affinché esse diventino patrimonio comune e siano messe al servizio
di tutti.
Se è vero che la diversità è una ricchezza, anche la "diversità" fra
udenti e sordi può divenire, anzi è, una ricchezza per la scuola e per la società.
La presenza di un docente sordo e la possibilità per i docenti della scuola di
programmare e realizzare insieme a lui un'attività didattica, ha dimostrato che questa
collaborazione può esistere e determinare risultati particolarmente significativi. Per
gli alunni sordi poi, questo modo di lavorare è stata la testimonianza concreta e
visibile di quanto importante e valida possa essere la collaborazione fra udenti e sordi
in ambito sociale e professionale: un segno tangibile di cosa si possa costruire e di
quanto essi stessi in futuro potranno creare insieme con gli altri.
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