Da L. RUSSO, "Segmenti e
bastoncini", Feltrinelli, 2000 (seconda ed.), pp.
127-128:
Le idee di Carlini sono state citate e riprese, poco dopo, sullo stesso
"Manifesto", da Roberto Maragliano, che ha iniziato il suo intervento scrivendo:
Finirà che dovremo ringraziare Lucio Russo e il suo libello per aver stanato un nucleo
forte, ben annidato anche nella cultura progressista, di resistenza al nuovo: non solo le
novità che si annunciano nella scuola, ma anche e soprattutto quelle che si sono già
affermate nel tessuto culturale della società. Una resistenza disperata, la sua. Un grumo
di idee di opposizione che, capovolgendo i termini di una formula abusata, sembra
rimandare a "il pessimismo della volontà e l'ottimismo della ragione". Come
dire? Il mondo va a rotoli, resto io solo ad avere ragione, in forza, appunto della
"ragione" di cui sono detentore. Ma che ragione è mai questa?
Assai fragile [...].
La convinzione di Maragliano che il "nuovo" non debba essere scelto né
discusso, ma semplicemente accettato appena identificato come "nuovo", appena
cioè mostra di avere la forza di affermarsi, il suo impegno venatorio a
"stanare" chi gli oppone resistenza e la sua opinione che la ragione non valga
nulla, e debba essere ridicolizzata e messa tra virgolette, se, pur essendo ragione, non
può contare sul sostegno di forze sufficienti, non sono certo originali. Si tratta di
atteggiamenti molto diffusi, con interessanti precedenti storici. Ad esempio il nazismo,
che certamente apportò molte "novità" nel tessuto culturale della società, fu
difeso con gli stessi argomenti contro le ragioni, per molti anni indubbiamente
"assai fragili", di chi gli oppose resistenza.
Che bella gente questa che ha preparato la "riforma"!
Non praevalebunt.
Luca Lattanzi
Risposta
di Giorgio Pietrocola