Susanna,
nonostante tu, come hai sentito il bisogno di comunicarci, sia molto brava a utilizzare
con profitto i tradizionali tecnicismi della scuola, qualcosa che non va per il meglio
deve pur esserci (Papini a parte) in generale, nell'apprendimento scolastico, visto che è
tradizionalmente connotato come
un apprendimento di poco valore. (Se non ti risulta puoi controllare in qualsiasi buon
dizionario). Forse, mi dirai, dipenderà da quelli come me che non riescono a fare bene
come fai tu. E' possibile. Capisco che in un ng non
si possa spiegare tutto. Dovresti scrivere un libro. Così anche quelli come me che,
insoddisfatti delle novità come dello status quo, pur di capire, leggono con interesse
tutto quello che trovano sull'argomento, potrebbero trarne giovamento. So che con me non
sei molto gentile, e, a sentir Sandra, vorresti, addirittura spararmi ma potresti sempre
farlo per qualche altro motivo. Certo per te è facile! non hai neanche bisogno di leggere
Papert o Maragliano per poterli giudicare e forse neanche Russo ti serve leggere. Tu già
sai.
I poveracci come me non sono ne in buona ne in cattiva fede, semplicemente pensano con la
propria, limitata, testa. Tu, invece, fortunata, più che da una fede sembri guidata da un
sacro fanatismo. Una scorciatoia che , Locke e Voltaire, con i loro ingenui trattati sulla
tolleranza, non avrebbero approvato, ma che ti permette di sparare sentenze con
disinvoltura anche, e soprattutto, su cose che mostri di non conoscere con un'efficacia
che solo a pochi unti del signore credevo fosse concessa.
Eppure dal mio piccolo qualcosa voglio ancora dirti.
Chi identifica l'apprendimento con quello scolastico manca, evidentemente, di esperienze
personali che gli permettano di capire che esistono anche altri modi, assai efficienti,
per apprendere. Nulla di grave, io certo, come ho già detto, non voglio costringere
nessuno. Sono convinto con Enriquez che un insegnante deve cercare di valorizzare la
propria esperienza per limitata che sia. Otterrà sicuramente risultati migliori che non
ingabbiato in schemi non suoi. Da quando, alle scuole elementari, come avviene a molti
bambini, persi la voglia di imparare, ho sempre pensato che c'è modo e modo per
apprendere. Negli esempi della samba (Papert-Minidstorms) e degli scacchi, che hai
mostrato di non capire, il punto non era l'insegnamento e neanche cosa si apprendeva ma
come si apprendeva. Quando, agli inizi della mia carriera scolastica, frequentando un
circolo di scacchi, vedevo ragazzini svogliati a scuola e apparentemente refrattari ai
libri che dopo un po'
cominciavano con molta naturalezza a leggere libri di scacchi ed a impegnarsi insieme ai
giocatori più esperti nell'analisi e nell'approfondimento dell'interesse condiviso, fino,
in breve, a diventare maestri, mi capitò di riflettere su questo fenomeno. Io stesso
imparai a giocare in questo ambiente fertile.
.......
>Non vedo come una disciplina costituita da un problema >computabile.....
Il mondo è ricco di realtà nascoste che non sono subito evidenti!
Il computer utilizza un semplice algoritmo minimax cioè in altre parole la sua forza
bruta, l'uomo per competere con centinaia di processori in parallelo deve usare qualcosa
che si chiama strategia. Quello computabile è solo un aspetto e tutto sommato meno
importante: quello tattico.
Aaron Nimzowistch soleva dire che era meglio che un giocatore avesse un piano sbagliato
piuttosto che nessun piano.
La strategia è esattamente ciò che manca nella scuola quando si usa uno strumento
educativo senza idee (leggi test, griglie, moduli). E' quello che manca ad esempio quando
si usa il LOGO, quello che hai definito bufala, senza conoscere la filosofia educativa che
c'è dietro. Il potenzialmente educativo non garantisce un educazione effettiva. E'
incredibile il potere dei banchi per banalizzare e neutralizzare la cultura.
Questo naturalmente nella scuola che conosco io, non ti offendere, ho capito, da te è
diverso.
Visto che parli di ridicolo, con questa richiesta non fai una bella figura
>MA CHE CI SIA QUALCUNO, UNO SOLO, CHE MI
INDICHI UN >BUON PRODOTTO DA
> UTILIZZARE PER IL MIO LAVORO!
> NON TENETEMI SEMPRE SULLE SPINE, LO CHIEDO A >TUTTI: FATEMI UN NOME!!!!!
pensa se un giocatore di scacchi chiedesse una mossa per il suo piano!
Idem per i videogiochi educativi. se vuoi studiateli o meglio giocaci vedrai che
esperienza utile! avrai delle sorprese!
Posso indicarti il libro di Ciro Ascione Videogames Elogio del tempo sprecato - Minimumfax
non ti metto il link perché mi hai rimproverato ma adesso non posso neanche dirti di
più.
Per finire sul mio presunto didattiche
"fare per imparare"
contro
"imparare per fare".
Bene, eccomi in cattedra! Siccome i segmenti (astratto) ti sono un po' ostici passero ai
bastoncini (concreto - non ai vetrini colorati che sono pericolosi)
Esempio concreto:
"imparare le regole del gioco del calcio"
1-apprendere dall'esperienza: cominciare a giocare fino ad aver acquisito le regole (fare
per imparare)
2-apprendere in modo simbolico-ricostruttivo : prima studio le regole poi, quando le ho
imparate, gioco (imparare per fare)
Semplice no?
Test di verifica:
come fanno i ragazzini in genere ad imparare il gioco?
come farebbe la scuola?
Per la risposta puoi leggere,
di Celi Romani, Macchine per imparare- Erickson
senza rancore
abbiamo filosofie educative diverse
l'importante è averne una
saluti
galois
Risposta Susanna