galois <igalois@iol.it> wrote in message

<omissis, tutto>


Galois,
io non sono molto brava e, evidentemente, non l'ho neanche mai comunicato.
Ma *sento il bisogno* di dirti che sono una buona insegnante.
Questo e` quello che mi dicono, da qualche anno, i genitori dei miei studenti. Anche la madre che ho ascoltato _stasera_ al telefono, e che mi ha comunicato che il figlio ha deciso di smettere.
L'unico, serio, preoccupante e intollerabile problema che ho nella mia didattica, attualmente, e` questo. Studenti appartenenti a famiglie normali, privi di problemi evidenti, dotati, quasi sempre, di capacita`, che se ne vanno.
Attenzione: questa non e` dispersione scolastica (in fondo il ragazzo ha quasi diciotto anni e la sua intenzione si potrebbe quasi configurare nella libera scelta di un adulto).

Alcune delle nostre divergenze sono da imputare al diverso grado scolastico che sottendevamo (credo): tu le elementari, io le superiori. In qualche misura alcuni tuoi argomenti hanno un portato diverso se riferiti ad una differente fascia d'eta`.

Come giustamente mi ha ricordato Father, qui non si tratta di porsi criticamente nei confronti dell'impostazione gentiliana della nostra scuola pubblica. Egli era un fascio e la sua idea di scuola e` elitaria. Non ci sono santi: la composizione di classe - culturale ed economica - degli istituti superiori (Classico, Scientifico, Tecnico e giu` giu`...) e` sempre li a ricordarcelo.

E i sacri principi della selezione, della meritocrazia, ecc... sono ancora
elementi fondanti e radicati, anche in molti colleghi che postano su questo
NG.

Ma tutto questo, un insegnante 'normale' lo sa da tempo, lo ha sempre saputo, fin dai tempi in cui era studente. E, se ne ha la volonta`, con l'attuale dimensione della nostra professione, e` in grado di contrastarne le conseguenze, di evitarne l'apologia e di presentare una didattica sufficientemente libera ed equilibrata.
E' questa peculiarita` professionale che mi fa amare la scuola e l'insegnamento: la *reale* possibilita` di essere a contatto diretto e senza mediazioni con gli studenti. E mi frega poco se nelle altre ore ha luogo il lavaggio del cervello: nelle mie ci siamo solo io e loro.

Non lo nego: la didattica me la invento, me la curo e me la cambio da sola, evitando accuratamente qualsiasi testo di riferimento.
Cosi` come sono pignola nella preparazione dei contenuti, sono altrettanto svincolata da qualsiasi impostazione pedagogica. L'ho gia` affermato a suo tempo: la pedagogia (e le tesi dei suoi piu` illustri autori), si fonda su precise, dichiarate, impostazioni soggettive che dipendono dalle varie forme di vita storicamente determinate; ogni concezione pedagogica, nel delineare
i criteri della formazione umana e gli obiettivi dell'apprendimento, riflette gli ideali politici e gli interessi economici del proprio tempo.
E mi fermo qui, che intanto si e` capito.

Il mio metro di misura sono i risultati: finche` i miei studenti di quinta dimostreranno di saper affrontare dignitosamente lavoro e universita` non cambiero`.

Io, naturalmente, non ho alcuna intenzione di spararti; ma senza mezze misure ti ripeto che non mi piaci, che non mi piace il tuo modo di porti ai colleghi, che non mi piacciono i qualunquismi.
Un *qualunque* insegnante normale adotta sia lo stile del "fare per imparare" che "dell'imparare per fare", senza pero` doverci scrivere su un romanzo o cucinarlo ai colleghi come urgente innovazione pedagogica.
Che il nostro insegnante normale, senza aver letto Papert o Piaget, alterna con estrema nonscialans attivita` costruttive e creative ad attivita` importate dalla didattica tradizionale.

Non mi piacciono le frasi fatali e apodittiche ["... visto che è tradizionalmente connotato come un apprendimento di poco valore. (Se non ti risulta puoi controllare in qualsiasi buon dizionario)"...] che dovrebbero poi giustificare rivoluzioni del pensiero.

E, francamente, negli interventi mi piace piu` leggere concetti che citazioni.


susanna

PS.
Aspetto ancora il nome di un buon software didattico e/o di un videogioco.
Ti assicuro che:
- Preferirei che gli studenti imparassero a disegnare su un sano, orientato e ortogonale grafico cartesiano che assegnare le coordinate alla tartarughina;
- La serie storica di Eco l'ho provata;
- Un ottimo CD sulle Reti dell'Universita` di Parma ce l'ho.
- La serie di lezioni di Fisica di Fieschi l'ho installato;
- Tomb Rider ogni tanto lo pratico (per solidarieta` con la protagonista)
- Red Alert e` il mio preferito (e non devo dire perche`)
- Quake Arena mi fa schifo
- picchiaduro Takken III lo faccio di nascosto, che mi vergogno.
- ma in fondo, niente e` meglio di Arkanoid (MAME docet)

PSS.
A quei tre che mi hanno postato privatamente esprimendo consensi per la mia replica a galois: fatevi vivi. Perche` sempre a me il lavoro 'sporco'?



Risposta di McKenzie

Risposta Luca