Immaginiamo che un gruppo di medici e di insegnanti di un'altra epoca arrivino nel nostro mondo per vedere come sono cambiate le rispettive professioni nell'arco di un secolo. Entrando in una moderna sala operatoria, i medici resterebbero stupefatti. Individuerebbero forse l'organo oggetto dell'intervento, ma non riuscirebbero a capire quali siano gli scopi che si propone il chirurgo, né la funzione dei numerosi strumenti che il loro collega contemporaneo sta usando. I riti dell'antisepsi e dell'anestesia, i bip delle apparecchiature elettroniche e perfino la forte illuminazione della sala apparirebbero ai loro occhi del tutto misteriosi. Gli insegnanti di un'altra epoca reagirebbero invece in modo completamente diverso: noterebbero che alcune procedure sono state modificate e forse contesterebbero l'efficacia dei cambiamenti, ma senza eccessive difficoltà potrebbero tenere lezione al posto del collega contemporaneo.

> Luca Lattanzi <
lucanusdelactantiis@libero.it> wrote in message
>
8uk0vs$foa$1@serv1.albacom.net...
<omissis>
>Un medico, un ingegnere o una maestra che si siano formati con i
>videogiochi, li lascio volentieri agli altri.
<omissis>

Spero che tu, Luca, sia tanto fortunato che ne tu ne i tuoi cari debbano avere mai bisogno di operazioni di microchirurgia perché, pensa, ci sarebbe un "medico" che videogioca sullo schermo di un computer. Benché i bit, però, non abbiano certo la realtà degli atomi, benché quell'anatomia sia virtuale, per il povero paziente, purtroppo, le cose sarebbero, comunque, molto serie.

> Se ti interessa che questa discussione continui, a giovamento mio e degli
> altri frequentatori, perché non dai risposte un po' più pertinenti, un po'
> più personali e, se possibile, un po' più comprensibili?
> Non praevalebunt.
>
> Luca

Tu, Luca, hai la tua esperienza di apprendimento tradizionale alla quale dici di dovere molto. Rispetto la tua esperienza. (E la tua isola felice).
Non so Maragliano, ma io non ti voglio imporre proprio nulla.
Quello che mi sembra ingenuo, da parte tua, è sostenere che la scuola debba essere solo questo per sempre e per tutti.
Il tutto e il mai sono difficili da sostenere soprattutto quando si hanno esperienze e conoscenze limitate.
E' lo stesso difetto di Russo che, senza conoscere la pedagogia, generalizza la sua esperienza americana. Prima di essere un errore di fatto è, comunque, un errore logico.
Non è meglio, in certi casi, astenersi dal giudizio?

Per quanto riguarda le citazioni, ti prego di credere, che non sono fine a se stesse. So che a scuola siamo abituati al falso, alla caricatura della cultura, e che tutto tende ormai ad essere desemantizzato ma quel gioco, a me, proprio non piace.
Comunque, prima di dire che qualcosa è un delirio, cerca di capire.
Gli scacchi, almeno ad un certo livello, anche in questo, insegnano molto.
Non basta dire che il nostro avversario ha fatto una mossa delirante, è necessario capirne a fondo le intenzioni e i punti deboli altrimenti si perde.
Neppure , come ha ben spiegato Roald a Susanna, serve a qualcosa ripetere le stesse mosse (citazioni) senza aver capito quelle degli altri. E' anche, poi, molto meno divertente.
galois

Risposta Luca



"Luca Lattanzi" <
lucanusdelactantiis@libero.it> ha scritto nel messaggio
news:8v669f$hap$1@serv1.albacom.net...
> ""Roald Amundsen"" <
poetaminore@viacolvento.it> ha scritto nel messaggio
>
news:006701c05128$ab3828e0$0900d5d5@default...
>
>