messaggio "Sandra" <giusrod@libero.it>
>
messaggio "susanna" <
susanna@eliminami.symbolic.pr.it>

> > Sulle potenzialita` cognitive di QUALE realta`?
> > Il videogioco, nella stragrande maggior parte dei casi e` educazione per
> > tentativi ed errori, esattamente cio` che si somministra alle cavie da
> > laboratorio. Altro che simulazione.

>
> Cielo - Susanna. Mi togli un peso dal cuore. Erano anni che lo pensavo
> (una volta l'ho anche provato a scrivere), ma sembrava che lo pensassi solo io,
> povera mamma ignorante che sbircia il pargoletto assatanato. E il pargoletto
> poi vorrebbe anche farci i compiti con lo stesso stile....

>
Per Sandra e Susanna
Scusate nella fretta e per il poco tempo a disposizione ho dimenticato di rispondere a questa interessante questione filosofica cioè alla domanda di Susanna:
Sulle potenzialità` cognitive di QUALE realtà`?
Credo che le potenzialità cognitive, quando si sviluppano realmente, siano valide con qualsiasi realtà vera o simulata che sia.
I micromondi non sono meno formativi del mondo reale.
Cercare di capire un mondo con delle leggi fisiche diverse dal nostro non sarebbe per nulla meno istruttivo che studiare passivamente la nostra realtà.

Dalla realtà virtuale degli scacchi, ad esempio, ho imparato molto.


Il virtuale per molti aspetti non è meno reale del reale.
No?
Pensate alla matematica è reale o virtuale?
Un segmento, per esempio, non lo ha mai visto nessuno. Si è vero i bastoncini li abbiamo visti tutti ma i segmenti no.
Certo un segmento è fatto di punti.
Euclide che ancora pensava che i punti potessero essere definiti
lo definiva come
"ciò che non ha parti"
davvero difficile da vedere anche con il più potente microscopio!
eppure già i Pitagorici capirono che studiare la matematica potesse servire per capire il mondo.
La storia poi ci ha confermato che hanno vinto la loro scommessa.
Apollonio, studiando quel mondo simulato che di geo non aveva più nulla, studiando le coniche, scopri cose molto profonde ma allora del tutto inutili. Dovettero passare duemila anni perché si capisse che quelle conoscenze andavano bene per comprendere la dinamica dei corpi. Eppure sulle capacità cognitive di Apollonio. Come sulla potenza cognitiva della matematica pochi oggi hanno dubbi. Non parlo naturalmente degli studenti che vengono ingozzati di formule ne dei molti adulti che avendola subita a scuola l'hanno completamente rimossa.
Quando serve è bene giocare con i bastoncini, anche nelle scuole sedicenti superiori, piuttosto che far finta di capire e riempirsi di tanti concetti astratti senza nessuna capacità di vederne gli agganci concreti. Il "segmento", l'astratto ha un valore immenso ma se non lo si sa usare,
riconducendolo, quando serve, al concreto è un fardello inutile. Se necessario non si deve aver paura di sporcarsi le mani con i bastoncini e con le simulazioni. E' molto più produttivo.
Se si fanno cose che ci appaiono significative potremo, con i nostri tempi, maturare concetti astratti ma se, per sopravvivere, siamo costretti a ripiegare su un vuoto apprendimento meccanico non avremo nessuna speranza di maturare alcunché di positivo.
Saluti
galois