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Viareggio

 

                   

 

 

(Presenti: Arezzo, Firenze, Grosseto, Livorno, Pisa, Prato)

 

METODOLOGIA

    • stato di avanzamento: PRATO ha terminato la formazione, GROSSETO ha solo recentemente individuato il responsabile; le altre province stanno per avviare la realizzazione del progetto, già formalizzato
    • affido generalizzato a gruppi di progetto ad hoc
    • metodologia prevalentemente attiva (Prato ha impostato un’attività di ricaduta nelle scuole, con caratteristiche di ricerca/azione) oppure mista (limitate le conferenze a grande numero)
    • diffuso l’utilizzo di tutor e figure di coordinamento (capi d’istituto)
    • contenuti misti, con prevalenza della trasversalità, presenza di margini di flessibilità e di percorsi "a tema": la relazionalità, la progettualità, ecc.
    • segnalazioni interessanti: PRATO ha realizzato un percorso trasversale e specifico per tipologia di funzione, al termine del quale le diverse F.O. all’interno della propria scuola ripensano la progettualità del POF o impostano altra attività progettuale, mettendo in comune gli esiti della formazione; PISA ha utilizzato, per la rilevazione dei bisogni, i CENTRI SERVIZIO nati dalla sperimentazione dell’autonomia dell’Amministrazione periferica del MPI, prestandosi anche ad attività di consulenza per la provincia di LIVORNO. Un ulteriore elemento d’interesse che riguarda Pisa consiste nell’utilizzo della metodologia del "focus – group" per la rilevazione dei bisogni, che ha suscitato curiosità ma anche perplessità da parte dei corsisti, i quali hanno manifestato dissenso per non aver visto realmente rispecchiati i loro bisogni.

 

SOGGETTI

    • in prevalenza, i soggetti erogatori della formazione sono stati i PROVVEDITORATI, l’IRRSAE, le ASSOCIAZIONI PROFESSIONALI (in raggruppamenti a due o a tre)
    • in un caso (AREZZO) è stata realizzata una gara d’appalto (vinta dall’associazione professionale Oppi)
    • a Pisa sono stati coinvolti i Centri Servizio, con funzioni di coordinamento
    • costante e significativa la presenza dei Vicari, in qualità di utenti

 

MONITORAGGIO e VALUTAZIONE

    • è diffusa l’attività di valutazione del percorso formativo (generalmente affidata agli stessi soggetti che erogano la formazione)
    • costituisce un problema aperto quello della certificazione delle competenze raggiunte. Si sono ipotizzate possibili soluzioni: 1. certificare l’avvenuta erogazione, indicando le competenze che il percorso formativo si proponeva di attivare; 2. impostare una qualche forma di autovalutazione; 3. attivare, a richiesta degli interessati, una valutazione esterna
    • la certificazione delle presenze: è stata condivisa l’opinione di favorire al massimo i corsisti, in caso di mancato raggiungimento del monte – ore previsto, attraverso: 1. il riconoscimento di crediti formativi; 2. in fase preventiva, l’elevamento del monte – ore complessivo di progetto per consentire margini di gestione

 

VARIE

Nel corso del dibattito, all’interno del gruppo, sono emerse alcune riflessioni:

    • l’affido ad esterni all’Amministrazione suscita perplessità; si citano gli aspetti negativi emersi nei corsi per la qualifica dirigenziale ai capi d’istituto, che hanno indotto un imprevedibile effetto – alone
    • 30 ore di formazione appaiono poche per l’ipotetico raggiungimento di competenze complesse, pertanto è difficile – se non impossibile - individuare specifiche competenze che potrebbero essere raggiunte in questo limitato arco di tempo

sarebbe utile indagare sull’esperienza reale di lavoro delle F. O. nella scuola, sui loro vissuti, sui rapporti – che si ipotizzano difficili – con i colleghi e con i capi d’istituto

 

Istituto Tecnologie Didattiche di Genova
Ministero della Pubblica Istruzione

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Aggiornato il: 17 maggio 2000