PALAZZO DUCALE

Il palazzo Ducale è in realtà un insieme vasto e composito di edifici, una città nella città, un labirinto di stanze (più di 500).Come una conchiglia marina, che di anno in anno accresce la superficie della sua madrepora grazie all’ invisibile aiuto della materia sospesa sulle onde, la reggia si è estesa per l’ opera instancabile dei signori di Mantova, dei loro artisti e dei loro sudditi. Dai Bonacolsi ai Gonzaga, da Ludovico, a Francesco, a Federico, a Guglielmo, a Vincenzo, fino agli ultimi interventi dell’ imperatrice Maria Teresa, gli ambienti si sono arricchiti senza sosta, aggiungendo ricchezze a ricchezze, fabbriche a fabbriche. Esaminando la pianta del complesso, riconosciamo i corpi principali: il palazzo del Capitano e la Magna Domus, d’impronta ancora medievale, si elevano con aggraziata imponenza accanto al Duomo. Nascondono gli alberi di piazza Lega Lombarda e la zona cara ad Isabella, con il giardino ducale e la stanze di Santa Croce. I muri merlati proteggono anche l’Appartamento Verde, il Giardino Pensile e le stanze dell’ Imperatrice. La Galleria di Giulio Romano ci porta all’Appartamento di Troia, la chiesa palatina di Santa Barbara, piazzetta Paradiso e infine il Castello di San Giorgio, possente costruzione posta a salvaguardia della reggia e insieme scrigno in cui riposa il gioiello dei Gonzaga: la Camera degli Sposi di Andrea Mantegna. Il Giardino Segreto di Isabella d’ Este racchiude un piccolo spazio verde, ornato con colonne ioniche e la Stanza del Labirinto dove c’è la Sala degli Specchi, raffinatissimo teatro di illusioni prospettiche. La Scala Santa permette di accedere all’appartamento detto dei nani a causa delle sue minuscole proporzioni.

ISABELLA

Isabella d’Este, nata a Ferrara nel 1474 dal duca Ercole I e da Eleonora d’Aragona, figlia di Ferdinando re di Napoli, sposò il 12 febbraio 1490 Francesco II , quarto marchese di Mantova, nipote di Ludovico Gonzaga . Nel 1520 , ormai vedova, si trasferì dalla residenza ufficiale, ricavata nel Castello (sarebbe morta quasi vent’anni dopo , nel 1539).

PITTURA ED ARCHITETTURA

Restano considerevoli tracce di affreschi trecenteschi. Nella sala dei Principi e nell’attigua sala dei Papi sono esposti i resti degli affreschi del Pisanello, ritrovati nel 1969. Sotto il profilo architettonico, il palazzo, forse riferibile a un progetto di Paolo e Bassano Tusardi, risulta complessivamente disorganico.La facciata, piuttosto semplice anche se riflette il gusto dell’architettura cinquecentesca, è costituita da un portico che richiama le architettura di Giulio Romano. All’interno alcune sale conservano parte della decorazione pittorica: al piano terreno spicca l’ambiente detto "Gabinetto di Diana", che presenta un affresco attribuito al cremonese Bernardino Campi. I preziosi soffitti sono lignei e intagliati, talora rivestiti di oro zecchino.

(Gabriella )

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