CHIESA DELLO SPIRITO SANTO (già cattedrale degli Ariani) e BATTISTERO DEGLI ARIANI

Fu questo, con ogni probabilità, il primo edificio di culto eretto da Teodorico a Ravenna dopo che nel 493 conquistò la città, volendo dotare il suo popolo, che era ariano, di chiese distinte da quelle dei Cattolici. Egli lo dedicò alla Resurrezione del Signore. Se si prescinde dal rialzamento, rispetto alla quota primitiva, di m. 1,82 del pavimento e di tutte le colonne, si può dire che l’interno della chiesa, che è quanto mai luminosa, conservi le caratteristiche architettoniche originarie. Essa è spartita in tre navate per mezzo di due file di sette colonne ciascuna: essendo lunga m. 26,41 e larga m. 16,99 presenta un limitato sviluppo in profondità. Dell’età di Teodorico è l’ambone marmoreo, collocato a circa metà dell’allineamento della fila destra delle colonne. Il soffitto a cassettoni dorati della navata mediana fu eseguito, nascondendo le precedenti capriate, poco prima della metà del sec. XVI, epoca questa a cui risale anche il portichetto antistante la facciata. A breve distanza dalla fronte della cattedrale degli Ariani sorge, interrato per circa m. 2,25, il battistero che Teodorico innalzò in funzione di essa, probabilmente nell’ultimo decennio del V secolo. Quest’edificio è in forma ottagonale e, su lati esterni, presenta pur quattro piccole absidi .In origine attorno alla costruzione girava per sette lati un ambulacro, il cui perimetro è ora in parte delimitato da una recinzione. Poco dopo la metà del VI secolo, allorché Giustiniano assegnò ai cattolici gli edifici di culto posseduti dagli Ariani, questo battistero cessò di funzionare come tale e fu trasformato in chiesa, che prese il nome di S.Maria in Cosmedin. La decorazione musiva della cupola - realizzata in mattoni - riprende, però semplificandolo, il motivo di quella del battistero cattolico, giacché il medaglione centrale, anziché da due fasce concentriche, è circondato soltanto da una. Nel disco che si trova al sommo è raffigurato il battesimo di Cristo. Questi, avendo alla sua sinistra il Battista - che attua il rito poggiando la destra sulla testa del Salvatore- è immerso a metà persona nelle acque del Giordano, il quale è personificato nell’austero personaggio anziano che sta seduto presso un vaso da cui fluisce l’acqua del fiume. Egli è caratterizzato da due attributi di divinità acquatica: una verde canna palustre che tiene in mano e due rosse chele di gambero che sovrastano la sua testa. La fascia che circonda il disco con la scena del battesimo presenta il corteggio dei dodici Apostoli che, in duplice fila, guidati da S. Pietro e da S. Paolo, avanzano verso un trono -simbolo della sovranità di Cristo - sormontato da una croce. Tutti gli Apostoli, che sono separati l’uno dall’altro da una palma e si stagliano su un fondo astrattamente aureo, portano sulle mani velate una corona gemmata ad eccezione di S. Pietro, che ha invece le chiavi, e di S. Paolo, che reca un volume arrotolato. Nell’esecuzione di questo mosaico si possono distinguere nettamente due fasi stilistiche. Alla prima, delineata con maggior vigore, sono da attribuire il medaglione centrale, il trono e le immagini di S. Pietro, di S. Paolo e dell’Apostolo che segue quest’ultimo. Alla seconda, che è di poco posteriore ed è caratterizzata da più ampie e più sbiadite campiture cromatiche, sono da attribuire le rimanenti nove figure di Apostoli.

(Laura)

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