Ravenna

Nei tempi antichi la città, sorta su di un gruppo di dossi sabbiosi, era lambita dal mare e attorniata dalle paludi. Il gruppo di isolette su cui si istallò il primitivo centro urbano non era però completamente isolato, giacchè a nord-est ed a sud si collegava con quella catena di dossi dunosi che da un lato raggiungeva il sistema deltizio del Po e dall'altro i dintorni di Cervia. Questo lungo cordone di dune costituì un tempo l'antica linea di battaglia del mare, ma, col volger dei secoli venne a formare più ad est, paretendo da Classe e dirigendosi verso nord, un nuovo arco dunoso, che segnò il nuovo limite della spiaggia. Dinanzi a questa continuò, durante il Medioevo ed i secoli successivi, il processo di replezione dei bassi fondali, cosicché il mare, ritirandosi sempre di più, frange oggi le sue onde a non meno di 7 km. di distanza dal mare.

Dionigi d'Alicarnasso dice che la città fu fondata sette generazioni prima della guerra di Troia, ma non sappiamo nulla di sicuro. Sappiamo però che la città fu occupata per breve periodo, dagli Etruschi. Ciò potrebbe essere dedotto dal fatto che il suffisso -enna della voce Ravenna sembra essere tipicamente etrusco.

Una riprova di questa temporanea presenza degli Etruschi potrebbe scorgersi anche nella circostanza che a Ravenna furono rivenuti alcuni oggetti di fattura senza alcun dubbio etrusca, come per esempio alcuni bronzetti votivi ed una bella statuetta di guerriero forse della fine del VI secolo a.C., con iscrizione etrusca.

Non sappiamo con esattezza quando Roma si impadronì della città. Però è sicuro che dopo la conquista della Padania da parte dei Romani, Ravenna - già da tempo fiorente emporio commerciale - costituì un baluardo strategico di notevolissima importanza, data al sua posizione geografica che la rendeva imprendibile. Infatti,era in immediato contatto col mare aperto, attraverso il quale poteva facilmente rifornirsi e ricevere rinforzi.

Ciò che si consta di sicuro è che la prima flotta Romana di cui a Ravenna sia attestata la presenza fu quella di Metello, legato di Silla, che vi sbarcò nell'82 a.C.

Due documenti della fine del XII secolo fanno menzione anche di un porto di Caio Giulio Cesare. Questo ebbe comunque il suo grande potenziamento ad opera di Ottaviano Augusto. Sorse così, a circa 4 km. a sud - est della città, il famoso Porto di Classe. ma l'opera del fondatore dell'Impero non si limitò in Ravenna alla costruzione d'un grande porto militare: egli volle che esso fosse unito, per mezzo d'un largo canale, al ramo meridionale del Po. Questa è la Fossa Augusta, la quale prima di raggiungere Ravenna sembra che si dividesse in due rami: uno girava attorno le mura, l'altro scorreva invece in mezzo all'abitato. Questi in età augustea dovevano svolgersi a mezzo d'imbarcazioni, poiché al suo tempo la città era solcata da vari corsi d'acqua, lungo i quali risaliva regolarmente il flusso marino, che spazzava i fondi melmosi e manteneva pura l'acqua. Ravenna quindi in quell'epoca doveva presentare nel suo insieme una struttura topografica veramente singolare. Ravenna conobbe anche la vita operosa dei cantieri verso la fine del XVII secolo, e mentre la città, per l'accresciuta popolazione, si ampliava sempre più, andava nel medesimo tempo ornandosi di belle sculture(ne è magnifico esempio il rilievo raffigurante i membri della Famiglia Claudia).

Sicuramente claudiana è la Porta Aurea, perchè sulla fronte di essa correva l'iscrizione - di cui oggi rimane qualche piccolo frammento appunto Tiberius Claudius. Tale Porta, fornita di due aperture, era fiancheggiata da due torri cilindriche. Se le due torri cilindriche furono abbattute dai Veneziani sullo scorcio del XV sec., la porta vera e propria venne demolita nel 1582 per fornire del semplice materiale da costruire. Non lungi dalla Porta Aurea sorgevano il tempio di Apollo e l'Anfiteatro, ma di esse più nulla oggi rimane, come più nulla resta del Circo e del Campidoglio, il quale ultimo sorgeva presso l'attuale chiesa di S. Domenco.

All'inizio del II sec., Traiano dotò d'un acquedotto la città, dato che essa era priva d'acqua potabile.Le acque appenniniche furono così convogliate dalla zona di Teodorano verso Ravenna seguendo pressappoco il corso Ronco, nel cui si rinvennero nel 1735 alcuni piloni e alcuni archi appartenenti appunto dell'antico acquedotto. Crescendo d'importanza e di abitanti, ancor prima del II sec. a.C., incominciò ad estendere le sue costruzioni al difuori dell'oppidum municipale, in quella zona che poi fu chiamata Reggio Caesarum. Ma un ampiamento ancor maggiore Ravanna conobbe soprattutto dopo che Onorio, allìinizio del V sec.trasferì da Milano a Ravenna la sede della capitale dell'Impero Romano d'Occidente.

Sorsero così magnifiche costruzioni civili e superbi edifici di culto interamente rivestiti d'un fastoso manto musivo, come per esempio la grande Basilica Ursiana a cinque navate e l'attiguo Battistero, la chiesa di S. Croce ed il cosiddetto Mausoleo di Galla Placida, la chiesa di S. Giovanni Evangelista e quella dedicata agli Apostoli, oggi detta di S. Francesco.

Con l'entrata di Odoacre in Ravenna e con la morte di Paolo, zio di Romolo Augustolo, nella pineta di Classe nel 476,si concludono le vicende dell'Impero d'Occidente: Odoacre fu il primo dei barbari che ebbe il titolo di Re. Ma verso l'ultimo decennio del V sec., giunge nei pressi di Ravenna Teodorico, capeggiando, innumerae caterve di Ostrogoti. Teodorico, assunto il titolo di Dominus e più tardi quello di Rex, fu un sovrano saggio ed illuminato. Egli dette grande impulso all'attività edilizia, intrapese grandi lavori di bonifica delle paludi, e restaurò l'acquedotto traianeo.(Infatti alcune fistulae plumbee, ossia tubi per condurre acque, ritrovate nel 1938, recano l'iscrizione a rilievo che suona: D(omi)n(us)Rex Teodericus civitati reddidit.)

Fra gli edifici innalzati da Teodorico è da ricordare la sua residenza, il Palatium.Teodorico volle che la sua gente avesse chiese proprie, fu così che sorse l'Anastasis Gothorum, oggi chiesa dello Spirito Santo, in funzione di cattedrale e vicino il Battistero ariano. Accanto alla sua reggia Teodorico innalzò poi quella stupenda basilica, in origine dedicata al Salvatore, che oggi si chiama di S.Apollinare Nuovo. In queste chiese officiarono i Vescovi ariani i quali sostenevano quella dottrina eretica secondo il cui solo Dio sarebbe non generato mentre lo sarebbe Cristo, cioè il logos, il quale, essendo diverso e dissimile da Dio, sarebbe Dio per adozione e non per natura.

Nel maggio del 540,Belisario,generale di Giustiniano riesce con uno strataggemma ad entrare in Ravenna,dove i Goti resistevano al comando di Vitige,e nel 554 vien fatta sede della prefettura d'Italia. Poco dopo, Giustiniano, mediante un editto concede ai cattolici tutti i beni immobili degli Ariani: il loro Battistero è trasformato in chiesa di S. Maria e la chiesa che Teodorico aveva dedicata al Salvatore viene riconciliata e dedicata a S. Martino, il Vescovo di Tours che aveva strenuamente combattuto contro gli eretici. Qualche decennio dopo - a causa delle lotte coi Lombardi - il potere passa nelle mani di governanti militari, cioè degli Esarchi, i quali possono considerarsi quasi dei Viceré, dato che le loro dipendenze sono regnum et principatum omnis Italiae, e costituiscono una vera e propria corte modellata sull'esempio di quella imperiale. I Bizantini in un primo momento fecero rifluire nella città la vita sfarzosa degli orientali e adornarono gli edifici con marmi fatti venire dal Proconneso e con mosaici fatti eseguire da artisti educati forse a Bisanzio. La scultura in quell'epoca assume un nuovo aspetto: si avvale, nelle transenne e nei capitelli, di contrasti fra luce ed ombra, determinati dai pieni e dai vuoti e, nei plutei, nei paliotti, negli amboni e nei pulvini, adotta un sistema decorativo figurato che trova il suo tipico modo di espressione nella carezza del rilievo, in una accentuata piattezza di modellato. Ma tutto questo splendore di opere d'arte non durò a lungo, anche perchè il grande porto di Classe, non fu più sede della flotta e quindi non fu più curato con la necessaria manutenzione. Diminuirono di conseguenza i traffici ed i commerci e la città, malgovernata per quasi due secoli dagli Esarchi e poi brevemente dai Longobardi e poi dai Franchi, fu ridotta allo stremo d'ogni forza, non bastando a darle splendore e potenza la pretesa degli Arcivescovi di rendere la Chiesa indipendente da Roma. All'epoca degli Ottoni gli Arcivescovi divennero grandi dell'Impero e la città sembrò riprendere un po' di vita. Sorse quindi, il Comune e con esso Studio ed una scuola di ARS notaria. Ma il potere passò ben presto in mano a famiglie ora guelfe, ora ghibelline continuamente in lotta. A partire dall'inizio del 400 la città fu sotto giurisdizione della Repubblica Veneta, la quale poi la dominò direttamente dal 1441 al 1509, anno in cui Ravenna passò, per trattato, alla Chiesa. Tre anni dopo Luigi XII, Re di Francia, riuscì ad espugnarla e ha metterla a ferro e fuoco. Da allora Ravenna attraversò un periodo scuro. Ritornata alla Chiesa nel 1815, fu sede di Legazione fino al 1859, l'anno successivo si unì definitivamente al Regno d'Italia.

(Veronica)

Mausoleo Di Galla Placidia

San Vitale

Chiesa dello Spirito Santo e Battistero degli Ariani

S.Apollinare Nuovo

Il cosiddetto Palazzo di Teodorico

Battistero Neoniano

Il Mausoleo di Teodorico

S.Apollinare in Classe

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