Urbino
Città delle Marche (15917 abitanti), in provincia di Pesaro e Urbino, situata sui rilievi che separano le vallate del Metauro e del Foglia. Centro commerciale, agricolo e turistico.
Storia della città
Di fondazione pre-romana (stanziamento di Galli Senoni nel IV sec a.C.), fu poi colonia e municipio romano (Urbinum Metaurense). Dopo la caduta dell’Impero, fece parte dapprima dell’impero bizantino quindi dei domini longobardi. Il periodo di maggior splendore per la città si ebbe però con la signoria dei Montefeltro,che già investiti del possesso di Urbino nel XII sec. si affermarono definitivamente nei primi anni del successivo, creando poi un vasto ducato che, toccato l’apice della potenza nel XV sec. con Federico, restò indipendente fino al 1631. Passata in quell’anno allo Stato pontificio, fu sede del legato papale. Da notare che l’equiparazione con Pesaro, risoltasi con l’istituzione di una provincia che porta i nomi di entrambe le città, risale già al XVII sec. Occupata dai Francesi nel 1797, Urbino fece parte della Repubblica romana e poi del Regno italico dal 1808 al 1814. La pace di Urbino fu conclusa il 25 maggio 1343 tra la Chiesa e i Malatesta di Rimini, che si riconobbero suoi vassalli.
Numerose sono le testimonianze artistiche, in particolare quelle del periodo rinascimentale. Delle epoche precedenti, oltre ad avanzi preromani e romani ( resti del teatro, di una piscina e di un ninfeo), sono notevoli le chiese di S.Francesco (trecentesca), di S.Agostino, di S.Domenico e l’oratorio di S.Giovanni Battista. Verso la metà del 400, dopo l’ascesa alla signoria della città di Federico da Montefeltro, si ebbe una fioritura artistica culminata nella costruzione del Palazzo Ducale, a cui attesero L.Laurana, Francesco di Giorgio Martini e, già nel 500, B.Genga. Altre opere quattrocentesche furono i palazzi dell’ospedale, sempre di F. di Giorgio Martini, che costruì anche fuori delle mura la chiesa di S. Bernardini degli Zoccolanti, Passionei e Luminati, e la casa di Raffaello. Al XVI sec. risalgono le mura, anche ben conservate. Nei periodi successivi scarso fu l’apporto architettonico al volto della città, che rimase quindi immutato.
( Laura, Federica)