MINISTERO
DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
ISPETTORATO
PER L’EDUCAZIONE FISICA E SPORTIVA
Coordinamento
delle attività per gli studenti
Prot. N°. 5769/A1
Roma, 26/10/1999
Si
trasmette in allegato copia del programma di intervento triennale per la
valorizzazione dell’educazione motoria, fisica e sportiva nella scuola
dell’autonomia denominato “ Perseus “ , approvato dal
Ministro della Pubblica Istruzione con lettera prot. N°. 40951/BL del 3
agosto 1999.
Si
invitano le SS.LL. a volerne favorire la massima diffusione tra le istituzioni
scolastiche.
MINISTERO DELLA
PUBBLICA ISTRUZIONE
Ispettorato
per Educazione Fisica e Sportiva
Coordinamento
delle attività per gli studenti
Intervento
triennale
per
la valorizzazione dell’educazione motoria, fisica e sportiva
nella
scuola dell’autonomia
del 3 agosto 1999
1999-2001
L'attuale bisogno di condividere un nuovo sistema di
significati dell’attività motoria e di ricondurla ai suoi valori educativi è
un sintomo del processo di innovazione della realtà scolastica attuale.
E’
giunto il momento, vista le riforme in atto, di raccogliere con esperienze
operative le indicazioni e gli orientamenti che emergono a più livelli, cercando
di oltrepassare la divisione che esiste tra le varie discipline scolastiche tra
il mondo "scuola" e "realtà sociale"
La
scuola non può più permettersi di trasmettere i contenuti fissi di un sapere
codificato, ma deve insegnare ad apprendere ed a riscoprire la circolarità
esistente tra i processi formativi e i processi sociali.
L’istituzione
scolastica pertanto deve essere in grado di rispondere a quelle necessità, che
la complessità delle realtà di oggi ci impone, rinnovando ed ampliando
l’offerta formativa ed, in quest’ambito, le risorse disponibili per le
attività motorie e sportive.
Per
questo il Ministero della Pubblica
Istruzione si pone come obiettivo strategico un intervento pluriennale per la
valorizzazione dell’educazione motoria, fisica e sportiva nella scuola e non
è un caso che quest’ultima sia quella
dell’autonomia, e si configura anche come
una risposta ed un adeguamento didattico - organizzativo del nostro paese
alla nuova dimensione europea.
Il
programma Perseus colloca l'attività motoria e sportiva in un contesto
scolastico non limitato strettamente alla disciplina dell’educazione motoria,
fisica e sportiva, ma inserito in quel portato
dell'autonomia, che sta costruendo la scuola oltre che come sede di
realizzazione dell'istruzione degli studenti, come ambiente educativo che
favorisce, attraverso la valorizzazione dì un percorso individuale, lo sviluppo
partecipato di ogni studente, che permetta di acquisire cultura, prepari alla
vita e all'esercizio delle sue responsabilità.
Perseus
si inserisce come strumento di una scuola
dell’autonomia, che mette in risalto le potenzialità diversificate di ogni
singolo alunno e che non penalizza e discrimina quell'utenza fatta di
intelligenze concreto - operative, che non sono mai state ritenute
intellettualmente capaci di esprimersi ad alti livelli, come se esistesse un
solo canale espressivo riconosciuto e privilegiato.
Le
nuove indicazioni e direttive programmatiche di Perseus mirano ad una scuola
intesa come luogo di promozione, organizzata al successo formativo, con
un attenzione forte sia alla complessità della realtà sociale, che
all'individualità dei membri che la compongono.
In
questo ambito, all’interno di Perseus, la
prevalenza dell’educazione motoria e fisica su quella sportiva, a scuola, è
riconosciuta indiscutibile base del
nostro ordinamento scolastico.
L’attività
sportiva non può sostituire né surrogare l’educazione fisica e motoria ed
il portato complessivo delle missioni educative delle attività motorie.
Lo sport è una forma di attività motoria, può far acquisire competenze e
crediti formativi ma è sempre una parte che non può sostituirsi al tutto.
Nel
nuovo scenario della scuola dell’autonomia tale attività deve essere
peraltro implementata, fornita dei mezzi necessari ma anche verificata,
ricollocata e ridefinita, soprattutto tramite un nuovo impianto programmatico e
metodologico, aggiornato alle più recenti acquisizioni epistemologiche.
L’autonomia
è l’opportunità di riferimento per superare vincoli normativi, rigide
strutture gerarchiche, relazioni a struttura verticistico - piramidale e
automatismi organizzativi aprendo alle progettualità rispondenti ai reali
bisogni.
L’autonomia
è anche chiave dì volta per una scuola fluida, dinamica che sappia modularsi e
modulare il contesto in cui opera, che tenda al miglioramento
continuo dell'offerta formativa e ad una sempre maggiore soddisfazione delle
esigenze dello studente, mediante un contratto formativo anch'esso dinamico.
Il
programma triennale Perseus costituisce , dunque, un primo intervento per
consentire una riflessione sul campo e il contributo partecipato di tutti gli
operatori del settore. Un laboratorio che
prelude ad una pronta valorizzazione stabile e consolidata
dell’educazione motoria, fisica e sportiva nell’ordinamento scolastico
italiano.
Nell’attuazione
del programma sarà sottolineato lo stretto legame che intercorre tra educazione
motoria, fisica e sportiva, gioco e sport e gli aspetti culturali tipici del
mondo occidentale, per cui, come
afferma Huizinga, il concetto di gioco “si fa coestensivo a
quello di cultura in tutte le sue forme possibili.”
Fondamentale il concetto di continuità delle attività
motorie in tutto il curricolo scolastico.
L’educazione
motoria è quella parte dell’educazione fisica che, nel nostro ordinamento,
attiene gli insegnamenti della scuola elementare; altrettanto correttamente
potrebbe dirsi che l’educazione fisica è quella parte che, nel nostro
ordinamento, attiene gli insegnamenti delle classi successive alla scuola
elementare.
La
prevalenza dell’educazione fisica, d’altro canto, non può portare
all’azzeramento dell’interesse della scuola per il fenomeno sportivo, da
intendersi comprensivo della dimensione più strettamente agonistica, bensì
deve mirare alla costruzione di attività sportive scolastiche che siano
integralmente attività di sviluppo e maturazione del giovane atleta, mantengano
forti matrici culturali, consentano la necessaria formazione di base e quella
continua per mezzo del movimento; in sintesi, che siano parte integrante
del progetto complessivo di crescita dello studente.
La
riflessione critica in atto da tempo all’interno e all’esterno delle
Istituzioni Scolastiche ha portato ad individuare una serie di necessità
impellenti da risolvere. Le più urgenti sono quelle cui si volge il programma
Perseus:
- l’elaborazione di attività di educazione motoria
e fisica congrue con un campo
d'azione che riguarda la crescita, lo sviluppo e il mantenimento delle funzioni
motorie in un rapporto interattivo con lo sviluppo delle capacità
cognitive ed emotive, il gioco, la relazione con le altre discipline
fondamentali del curricolo.
- l’organizzazione di uno sport scolastico
educativo che sostituisca l’attuale dimensione
dello sport fatto a scuola, che si caratterizza per la rigidità dei ritmi e dei
tempi di attuazione delle iniziative e per l’esasperato tecnicismo. Uno sport
educativo può essere agonistico ma non deve vedere la prestazione sportiva come
uno scopo a sé, non cedere alle estremizzazioni dettate dal profitto e dal
commercio, ma offrire una opportunità educativa perché ognuno impari ad
esercitare la propria efficacia sull’ambiente attraverso la padronanza della
propria motricità e una sempre migliore conoscenza di sé.
L’esasperazione
e le patologie dello sport vanificano alcuni dei suoi elementi costitutivi
fondamentali e valorizzano l’anomia, la cultura di una sorta di legge della
jungla, proponendo l’esempio
della sopraffazione, della prepotenza e della strumentalizzazione, (se non
dell’inganno) , dove la sconfitta
è colpa intollerabile e la vittoria imperativo
assoluto, da conseguire veramente a tutti i costi; dove il corpo può diventare mero strumento,
laboratorio clandestino per il doping.
Questa
tipologia di pratica sportiva smette di essere una esperienza di libertà e
creatività e diventa un'ossessione, con la quale la scuola, senza cedimenti,
deve fare i conti, opponendosi con
fermezza alle richieste provenienti dall’esterno di un allenamento sportivo e
del avviamento allo sport precoci o
anticipatori.
Nel
suo complesso l’educazione motoria, fisica e sportiva supportata dal programma
Perseus ha come suo primo referente il corpo ed “il corpo, “insegna Raffaele
Laporta” , è il tramite della trasformazione e della fruizione del
mondo (…); ciò che nel mondo esiste di umano non può essere spiegato,
utilizzato, compreso, goduto al di fuori di un intervento corporeo. Dal pane
alla musica, dal veicolo al poema o
al testo scientifico (…) il corpo (…) è il ministro della produzione e
della fruizione”.
L’educazione
motoria, fisica e sportiva tende a
dare agli allievi il potere di agire secondo la propria volontà nei limiti
delle regole definite e liberamente accettate.
Una
libertà del genere, vissuta nella nostra organizzazione culturale e sportiva
contribuisce alla valorizzazione dei diritti di cittadinanza ed
all’acquisizione di competenze sociali di particolare rilevanza.
Le
attività motorie di gioco, educazione motoria, educazione fisica e
sport scolastico saranno organizzate come attività democratiche, dove
tutti gli attori hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri.
La
proposta che segue mira all’uguaglianza delle opportunità, alla possibilità
di integrazione e all’attuazione della solidarietà, a contribuire ad un
adeguamento del nostro sistema educativo nella lotta contro la dispersione ed
alla riduzione delle diseguaglianze sociali e culturali, poiché nei vari
livelli della pratica sportiva scolastica lo studente, oltre a partecipare ad un
momento di cultura sportiva di qualità, può elaborare un proprio progetto
personale, che gli consente di vivere in armonia con se stesso e con gli altri.
Sono
previsti interventi che indirettamente ma efficacemente
si volgono contro la
dispersione scolastica ed altri che più in generale rispondono all’esigenza
di offrire modalità diversificate e di nuova opportunità agli studenti, che
non hanno né le conoscenze né le competenze per trarre il massimo del profitto
dalle ordinarie opportunità di socializzazione offerte dal territorio.
Si
tratta di studenti svantaggiati dal punto di vista socio - culturale con
molteplici difficoltà di inserimento, cui è necessario offrire
un percorso particolarmente qualificato, ma in cui la padronanza del
linguaggio verbale e scritto non costituisce presupposto discriminante.
Ne
deriva un ampio ventaglio di risposte che si ispirano, tra l’altro, al Libro
Bianco “Insegnare e apprendere: verso la società conoscitiva”, con gli
adattamenti suggeriti:
- dalle peculiarità delle situazioni personali e
sociali di alcuni studenti provenienti da particolari zone in ritardo di
sviluppo, dove particolarmente forte è l’influenza della criminalità
organizzata;
- dal locale contesto socio - economico e politico;
I
giovani studenti provenienti da zone ad alto tasso di criminalità faticano a
raggiungere il livello di sapere e saper fare previsto alla fine dell’obbligo,
abbandonano presto la scuola e, seppure raggiungono la scuola secondaria
superiore, non riescono a raggiungere il termine degli studi e men che meno ad
inserirsi nel mondo del lavoro. Da adulti rischiano di insabbiarsi
nell’emarginazione e nell’esclusione, quando non addirittura di alimentare
le leve della criminalità organizzata.
Indagini
hanno appurato che tali situazioni sono spesso legate ad una serie di esperienze
negative nelle strutture dell’istruzione. Si tratta di eliminare, per quanto
possibile, fin dalla scuola dell’obbligo, la fatalità di tali frustranti
esperienze, di interrompere un circolo vizioso che difficilmente sarà
eliminabile nell’arco della vita attiva e di avviare un circolo “virtuoso”
di reinserimento integrato, cui collegarsi per ulteriori interventi di sostegno
e recupero .
Specifici
sottoprogrammi (Mycenae) si concentreranno in zone segnate da un complesso di
fattori socioeconomici sfavorevoli e risorse saranno allocate con priorità in
zone note per l’alto tasso di criminalità organizzata.
Una
delle caratteristiche del complesso delle iniziative fa perno sulla
localizzazione decentrata degli istituti scolastici nell’ambiente abituale dei
giovani, e, insieme alla possibilità che ha la scuola opportunamente sostenuta
e attrezzata, di esercitare un notevole potere di attrazione.
Il
centro scolastico si volge con esse a rappresentare una plausibile opportunità
di scelta di vita alternativa ed a sviluppare un senso di appartenenza tra gli
studenti che lo frequentano.
E’
facilmente prevedibile che la nuova struttura del Ministero della Pubblica
Istruzione e l’assistenza tecnica
che sarà in grado di fornire assicurerà un miglioramento dell’attuale tasso
di esecuzione e di spesa.
Si
segnala l’alto numero di studenti raggiungibile
con il programma.
Dovranno
essere particolarmente valorizzate le
interconnessioni tra i campi di esperienza educativa indicati negli orientamenti
della scuola materna, le diverse discipline, le diverse ‘educazioni’.
L’educazione
motoria, fisica e sportiva, nel quadro della nuova istruzione da produrre nella
riforma del riordino dei cicli deve soddisfare l’esigenza , su cui oggi tutti
convengono, di abituare ad un apprendimento che dovrà durare durante tutto
l’arco della vita attiva e comprendere l’acquisizione di abiti
comportamentali radicati sulle attività motorie con
intersezioni e sinergie con l’educazione alla salute, l’educazione
ambientale, l’educazione alla legalità e tutte le altre educazioni.
Se
la proposta del riordino dei cicli ritiene
decisivo che la scuola individui forme originali di ampliamento dell’offerta
formativa, il programma Perseus consente di seguire e realizzare un ampliamento
notevole delle opportunità di applicazione delle conoscenze e delle abilità
che gli allievi hanno acquistato.
Per
questa sintesi tra sapere e vita è propedeutica la sintesi tra educazione
fisica ed altre discipline, tra educazione fisica ed educazioni varie, tra
tradizione e novità. E’ l’interdisciplinarietà che rende possibile le più
opportune sinergie tra i vari
ambiti disciplinari sul piano dei
contenuti e del metodo come possibilità di approcci diversi ad un problema.
Dal
confronto di più discipline che convergono nei metodi e negli oggetti
emergerà sia la scoperta delle affinità culturali esistenti, sia un approccio
coerente alla concretezza dei vissuti e alla loro gestione pratico -
operativa.
Un
grande contributo l’educazione motoria, fisica e sportiva potrà dare se
opportunamente integrata negli snodi interdisciplinari dell’educazione.
L’educazione
alla salute è più efficace se perseguita in maniera attiva e ludica, magari
utilizzando le tecniche e i giochi collegati alla motricità .
L’educazione alla legalità trova una radice ovvia
nel problema del rispetto delle regole del gioco. Il collegamento tra
posizione delle norme, il loro rispetto o la trasgressione e la
possibilità di continuare a giocare o a fare sport non abbisogna di particolare
spiegazione.
Anche
gli snodi interdisciplinari dell’educazione alla pace ed alla non violenza,
postulano un mutamento delle relazioni interpersonali (conoscenza,
fiducia, comunicazione, cooperazione...) e dei rapporti sociali (gli ambienti di
vita, l'uso delle cose, l'armonia con l'ambiente) per cui l’educazione
motoria, fisica e sportiva acquista una nuova valenza educativa.
Tra le nuove impostazioni maturate sull’orientamento, emerge la
necessità condivisa un po’ da tutti di
uscire dalla logica frammentata dei pacchetti che contengono modelli
generalissimi, e come tali scarsamente utili.
L’orientamento
non deve essere considerato l’orientamento
cosa aggiuntiva, complementare, di mero studio, ma componente strutturale
del curricolo nella sua continuità.
Si è ormai consapevoli che
l’orientamento deve essere formativo, diacronico, ordito della
continuità del curricolo, centrato sulle esigenze dello studente, inquadrato
nella prospettiva del sistema integrato scuola formazione professionale -
lavoro. L’obiettivo da perseguire con il riordino dei cicli è la costruzione
di un orientamento ad itinerari personalizzati di formazione, che siano
plausibili ed abbiano speranza di successo.
Punto
fermo di Perseus è che l’orientamento non
deve risolversi in una mera diagnosi psico - attitudinale o esaurirsi nella diffusione di
informazioni sulle prospettive professionali, deve invece entrare nel curricolo
e manifestarsi per quello che è: una componente strutturale dei processi
formativi sia nella scuola che nell’università.
Una
siffatta concezione postula certamente come irrinunciabile momento di partenza
un recupero equilibrato della
propria identità corporea e della conseguente identità psicologica che solo
l’educazione motoria, fisica e sportiva può consentire.
Con
Perseus si mira ad ottenere un coordinamento tra le istituzioni preposte, che
porti ad unità di strategia gli interventi dell’educazione motoria, fisica e
sportiva ed a ricomporre le
politiche pubbliche nel settore valorizzando forme associative e consortili tra
i diversi soggetti e sostenendone lo sviluppo attraverso adeguati incentivi.
Una
insufficiente coerenza del rapporto strumenti/processi/obiettivi potrebbe
rendere estremamente difficile l'acquisizione di quei livelli qualitativi ai
quali punta il rinnovamento in atto.
La
disponibilità di attrezzature sportive autonome, adeguate e coerenti, assume
infatti una rilevanza decisiva ai fini dell'effettivo conseguimento degli
obiettivi formativi posti, specie in zone deprivate, poiché attualmente le
attrezzature esistenti sono
commisurate alla natura scolastica dell'offerta o disponibili solo per una
stretta finalizzazione all'addestramento, al precoce avviamento allo sport, alla
ricerca del piccolo campione.
5 - Modularità
Il
programma Perseus è stato
disegnato con una impostazione unitaria, ma è articolato
modularmente.
Per
ogni sottoprogramma è previsto un
moltiplicatore che dà conto del numero delle edizioni necessarie per la
realizzazione ottimale che è diversa nel
triennio.
6 - Obiettivi
di spesa
I
fondi del progetto Perseus possono essere utilizzati per tutte le spese
necessarie all’attuazione ed in particolare per:
- Spese per il funzionamento e l’adattamento di
palestre e impianti, l’acquisto di attrezzature ginnico - sportive; attività
di promozione dell’educazione fisica e motoria, dei linguaggi e delle
espressività del corpo, del gioco;, attività e manifestazioni sportive
scolastiche in Italia e all’estero; consulenze, ricerche sul ruolo
dell’educazione fisica nello sviluppo dello studente e nelle problematiche
giovanili , aggiornamento di docenti e consulenti di educazione fisica nella
scuola materna ed elementare; mostre, convegni, viaggi didattici. Le economie
ottenute su un sottoprogramma possono essere destinate ad implementare i bilanci
di altri sottoprogrammi.
ANALISI DEI
DIVERSI SOTTOPROGRAMMI
(Consulenza nella scuola materna ed elementare)
Per una molteplicità di ragioni nella scuola materna ed elementare non si è dato ancora il giusto risalto al linguaggio corporeo. Eppure “nell'interazione con il mondo circostante, ciascun bambino comunica attivando una molteplicità di linguaggi, verbali e non verbali. Tra i linguaggi non verbali, i linguaggi del corpo, rappresentano una costante presenza comunicativa, a volte prevalente, a volte complementare di altre forme di linguaggio.” (1)
Se
è giusto affermare che la scuola deve affrontare
le problematiche del linguaggio del corpo, la
disciplina maggiormente (ma non da sola) deputata diventa proprio
l’educazione motoria, fisica e sportiva.
Non
è più possibile, pertanto, nell’educazione motoria continuare a porre
l'accento sull'arte del gareggiare e sulla competizione, (almeno dal 1969 non è nemmeno più formalmente consentito dai programmi
ministeriali) e a sottovalutare i linguaggi motori.
Il
linguaggio è un sistema di segni e i gesti, gli
atteggiamenti, le mimiche del corpo, che noi generalmente usiamo nelle
relazioni sociali e interpersonali, si organizzano in modo da significare
qualcosa per gli altri, sono appunto “linguaggio”.
Il
primo linguaggio è quello corporeo, poiché la prima manifestazione del bambino
è data dal movimento, un movimento che segnala i bisogni di chi dipende
totalmente dagli altri, ma anche emozioni. Mentre l’ambiente induce
sentimenti, emozioni, esperienze interpersonali il primo
linguaggio, quello corporeo, affina le sue capacità di esprimere e
comunicare, costruendo una serie di gesti
che sono non solo significanti ma già espressione di una personalità.
E’
evidente che solo attraverso la motricità
e l’espressione corporea il bambino manifesta la qualità dei suoi rapporti
con l’ambiente e che il linguaggio della motricità e dell’espressione
corporea, prima innato e spontaneo, si evolve sino ad
acquisire consapevolezza degli effetti che produrrà sugli altri.
Si
tratta del primo approfondimento importante del processo di simbolizzazione.
Un
equilibrio nel padroneggiamento e nello sviluppo e arricchimento di questi
elementi del linguaggio corporeo si può facilmente ottenere attraverso una
corretta educazione fisica o motoria, che abbia consapevolezza che tutti gli
elementi del linguaggio corporeo e gestuale, (anche la tanto sottovalutata
mimica) costituiscono oggetto dei propri obiettivi educativi.
Anche
i più avveduti insegnanti
della scuola materna, che hanno sempre insegnato educazione motoria,
recentemente hanno purtroppo registrato la tendenza a trascurare di utilizzare,
insegnare e migliorare il linguaggio del corpo per impegnarsi nell'insegnamento
precoce della lettura, per il quale c’è un’errata ma forte richiesta da
parte delle famiglie, ignare delle reali esigenze del bambino nella varie fasi
dello sviluppo.
Chi
insegna nella scuola materna o elementare e non riconosce l'importanza
fondamentale di un corretto insegnamento dell’educazione motoria trascura
invece l'importanza decisiva che hanno le attività motorie in relazione allo
sviluppo dell'apprendimento in generale.
Per
questo l’inserimento nei Circoli Didattici di un consulente Educazione
Motoria, Fisica e Sportiva mira a sostenere il coordinamento didattico, a
fornire l’assistenza organizzativa alla programmazione delle attività ludiche
e sportive, oltre che curriculari e a costituire un sostegno alla formazione
degli insegnanti.
Compito
preminente del consulente sarà quello di studiare e di realizzare con le
insegnanti sul piano programmatico - didattico le interconnessioni tra i campi
di esperienza educativa indicati negli orientamenti della scuola materna.
A
partire cioè dal campo d’esperienza ‘il corpo e il movimento’, il
consulente dovrà favorire e realizzare collegamenti con gli altri campi di
esperienza: i discorsi e le parole, lo spazio, l'ordine, la misura, le cose, il
tempo e la natura, messaggi, forme e media, il sé e l'altro.
Tanto
più ricca sarà l’efficacia didattico – professionale del consulente, tanto
più verrà accettata e sviluppata l’esperienza di Hermes. E' evidente, data
la complessità dei compiti che dovrà svolgere in qualità di esperto non
soltanto dell'area motoria ma di tutti gli
altri ambiti, che egli debba possedere capacità professionali e culturali
indiscutibili.
Sinora
le proposte delle federazioni e di altri enti si sono limitate alla trattazione
del solo campo di esperienza ‘il corpo e il movimento' e nella maggioranza dei
casi hanno prodotto disinteresse culturale nei docenti e non hanno modificato
minimamente la loro diffidenza progettuale nei confronti delle attività
motorie.
L’inserimento
nei Circoli Didattici del consulente si caratterizzerà per compiti di
collaborazione programmatica e progettuale, interventi in campo motorio e
successivamente di collegamento fra quest'ultimo e gli altri linguaggi e le
diverse Educazioni presenti nei programmi della Scuola Elementare.
Anche
per la Scuola Elementare il Consulente dovrà necessariamente possedere
competenze e capacità culturali e professionali, che gli consentano di
realizzare nella prassi la "continuità didattico – educativa”.
L'intervento
nella scuola elementare deve mettere in risalto la centralità delle
finalità formative,
sociali, espressive e di
autorealizzazione derivanti dall'integrazione dell'educazione motoria con le
altre educazioni.
Necessariamente saranno "decentrate e
svalutate" le finalità collegate esclusivamente all'autoaffermazione e al
successo, che sono state impropriamente suggerite e sollecitate in tante
proposte di Organismi ed Enti esterni alla scuola.
· rispondere al
grande bisogno di movimento dei bambini;
· promuovere un'
azione educativa e culturale della pratica motoria perché diventi abitudine di
vita;
· riscoprire il
valore educativo del gioco nei suoi aspetti, motorio, socializzante e
comportamentale;
· favorire
l'integrazione dell'educazione motoria nell'ambito del curricolo didattico,
considerando il movimento al pari di altri linguaggi, totalmente integrato nel
processo di maturazione dell'autonomia personale;
· fornire ai
bambini momenti di confronto con coetanei per favorire lo sviluppo di un
corretto concetto di competizione, definendone l'importanza in un ambito
educativo e limitandone, nello stesso tempo, le degenerazioni che purtroppo
caratterizzano molte manifestazioni sportive a livello giovanile.
La
consulenza mirerà prioritariamente allo sviluppo degli obiettivi proposti nei
vigenti Programmi Ministeriali:
Percezione, conoscenza e coscienza del corpo;
Coordinazione oculo - manuale e segmentaria;
Organizzazione spazio - temporale;
Coordinazione dinamica generale.
Il
consulente presenterà adeguata
programmazione secondo le seguenti
indicazioni:
- educazione ludico - motoria curricolare con formule
organizzativo - gestionali definite dagli OO.CC. scolastici a seconda dei
bisogni educativi delle
classi (su
modelli individuati
da apposita direttiva)
col compito di programmare -
realizzare e
verificare, anche in forma ricorrente:
1) l'organizzazione
della pratica
dell'educazione;
2)
l'insegnamento degli apprendimenti
disciplinari mediante l'educazione motoria in forma diretta o in copresenza cogli altri
docenti;
3)
l’attuazione dell’educazione ludica e ludico - sportiva anche per
gruppi misti di classi
parallele abbinate (in forma
diretta o in contemporaneità, su
un progetto di laboratori che
coinvolga a
rotazione nell'arco dell'anno
scolastico tutti
gli alunni
delle classi
· l'acquisizione
della "grammatica" del linguaggio del corpo;
· l'arricchimento
della capacità di comunicare attraverso il linguaggio del corpo, ampliando
l’espressività degli alunni;
· lo sviluppo dei
prerequisiti necessari agli apprendimenti scolastici;
· l'integrazione
con gli obiettivi trasversali del curricolo.
Gli
aspetti metodologici si presentano di fondamentale importanza in relazione allo
sviluppo del bambino come persona e alla riscoperta del suo corpo sotto
l'aspetto ludico-motorio.
Sono previste verifiche del progetto sia in itinere,
sia al termine dell’anno scolastico.
I Consulenti di Educazione Motoria sono :
Docenti
di Educazione Fisica con particolare professionalità ed esperienze o formati
attraverso appositi corsi;
Diplomati
I.S.E.F. con esperienze o interesse per la scuola elementare, che abbiano svolto
un anno di tirocinio volontario sotto il coordinamento di un consulente,
secondo procedure da definirsi.
La
possibilità per i docenti di educazione fisica di lavorare come consulenti
presso le scuole elementari è presente nella normativa già da prima degli anni
novanta, ma per lungo tempo è stata presa in esame solo da parte di poche
persone per la difficoltà di definire le competenze del ruolo e le modalità
normative per richiedere l'attuazione dell'esperienza.
In esperienze pregresse i compiti del consulente
erano stati così definiti:
"...può intervenire per:
Programmare con insegnanti della scuola elementare con riferimento ai
programmi ministeriali e ai Giochi della gioventù annuali;
Affiancarsi per brevi periodi alla maestra lavorando con lei
sull'osservazione e la verifica dei gruppi classe;
Organizzare all'interno dei circoli o dei plessi elementari incontri a
carattere ludico - sportivo tra le classi;
Tenere rapporti con enti sportivi esterni;
Rientrare in un progetto di collegamento con la scuola elementare e media
in funzione di una continuità sia di tipo metodologico che contenutistico.
Le
indicazioni date dai coordinatori del progetto ai colleghi che si inserivano
nelle scuole sono state le seguenti:
essere attenti al lavoro effettuato finora dai docenti elementari,
comprenderlo e inserirsi nel rispetto delle reciproche competenze ponendosi in
un'ottica di ascolto dei reali bisogni;
prendendo come spunto la proposta tecnica dei giochi rivedere insieme la
programmazione annuale delle classi, in modo tale che l'attività non fosse
momento a sé ma integrata nella didattica annuale;
lavorare insieme in palestra aiutando i colleghi a superare i timori
relativi al "farsi male", impostando le lezioni secondo principi
di sicurezza e di assistenza preventiva;
promuovere momenti comuni di confronto tra docenti dell'interclasse,
incontri ludico - sportivi tra i ragazzi sia di uno stesso plesso che di plessi
diversi.
Le
modalità di operatività del consulente saranno regolate più specificamente da
un provvedimento concordato tra Ispettorato educazione Fisica e Sportiva,
Direzione Generale Istruzione Elementare e servizio per la scuola materna.
L’attività
del consulente è regolata da un
contratto d'opera che si riferisce
a 12 ore a settimana
L.1.200.000 lordi x 9 mesi = (compreso il mese di luglio)
2)
Sottoprogramma Danae
(Attività di promozione dell'educazione fisica e sportiva e organizzazione dei giochi sportivi studenteschi )
-
Inquadramento del sottoprogramma
Presupposto
generale del sottoprogramma è l’opportunità di uscire dall'impianto
centralistico con uno sbocco in una struttura reticolare di scuole dove
interagiscono più soggetti che fanno "comunità" ed attivano
relazioni collaborative.
Una
scuola aperta all'ambiente
culturale, capace di leggere i
bisogni sociali di formazione e quelli specifici di adattamento della propria
utenza, un servizio aperto e interattivo al concorso di quei soggetti che, in
modo più o meno diretto, sono cointeressati all'educazione ed alla formazione
delle nuove generazioni.
L'enorme
cambiamento di fronte a cui si trova la scuola presuppone anche un cambiamento
di cultura organizzativa e cioè il passaggio da una situazione di garanzia a
una situazione di progettualità, assunzione di responsabilità e un'azione di
coordinamento e di gestione della collegialità, in grado di valorizzare le
risorse professionali ispirandosi a veri criteri di qualità.
La
progettualità dovrà riguardare le
attività di gioco, quelle di educazione motoria, quelle di educazione sportiva.
La
relazione tra sport e scuola è sempre stata conflittuale: il mondo dello sport
ha lamentato da un lato l'assenza di un piano moderno di educazione
motoria e sportiva nella scuola, dall’altro
(e soprattutto) l'indisponibilità sostanziale della scuola a cooperare
alla selezione dei talenti ed al precoce avviamento allo sport.
Da
parte sua la scuola ha contestato sia il contenuto educativo di questa
posizione, sia la sua qualità/professionalità: ma l'alternativa di un
"progetto educativo" qualificato e moderno è rimasta, sino ad ora,
inattuabile, per la debolezza della
riflessione degli operatori, per l'arretratezza dei programmi, le condizioni di
autentica sottovalutazione dei docenti di educazione fisica, gli storici
pregiudizi contro le attività motorie e sportive che nella scuola italiana sono
state svalutate come componente culturale.
I
Giochi della Gioventù ed i Campionati Studenteschi sono stati l'espressione
della contraddittoria dialettica di
queste "weltanschaung".
Il
pensiero forte e mass - mediaticamente ben rappresentato e sostenuto del mondo
dello sport ha sostanzialmente
convinto l’opinione pubblica che la
scuola fosse un problema, luogo del ritardo, vincolo allo sviluppo e alla
modernizzazione della pratica sportiva del Paese.
La
forte determinazione del ministro
Berlinguer al cambiamento e alla modernizzazione dell'istituzione scolastica,
anche attraverso l’abbandono dell’autoreferenzialità e il collegamento con
tutte le agenzie formative della società ha condotto alla sigla del protocollo
d’intesa Ministero della Pubblica Istruzione - Coni.
Il
protocollo mirava all’esternalizzazione, alla rinuncia a costruire tutto
“dentro” la scuola, ciò che nel privato si definisce "outsourcing".
L’effetto di una mancanza di un progetto culturale e di
governo ha prodotto invece un effetto opposto, poiché scuole e docenti
hanno avuto l’impressione di un appalto dell’insegnamento dell’educazione
fisica al Coni e si sono arroccati in difesa.
Mentre
in uno sforzo di interpretazione autentica del protocollo il Ministero tentava
un corretto rilancio dell’Intesa, cercando in sostanza la
ricostituzione delle condizioni ottimali per l’outsourcing (il
recupero del governo della intesa, la costruzione di una pluralità di
collaborazioni da offrire alle scuole, l’elaborazione di un
progetto culturale d’educazione e lo stimolo del partenariato col mondo
dello sport su basi culturali, il miglioramento dei rapporti con gli enti locali
trascurati nell’intesa) la questione doping, finalmente emersa dai sussurri e
dai mugugni, non solo demolisce la credibilità delle istituzioni sportive
nazionali e internazionali, ma mette in crisi nella pubblica opinione stessa i
due fondamenti della legittimità e dello strisciante tentativo egemonico dello
sport sulla scuola: la convinzione che lo sport sia sempre e comunque salutare e
quella che lo sport sia sempre e
comunque educativo.
Nello
stesso tempo la tenuta
organizzativa e finanziaria delle istituzioni sportive collassa, la scuola si
trova senza appoggi finanziari per lo sport a scuola ma, in questa nuova
situazione, si trasforma agli occhi di operatori scolastici, di tifosi, sportivi
e cittadini, da problema in risorsa.
Il
programma Perseus interviene in una prospettiva non facile da percorrere, ma
sufficientemente semplice nel
tracciato e negli obiettivi.
Il
primo punto chiave sta certamente nella sperimentazione di attività,
programmi e curricoli di una
cultura dell’educazione motoria e sportiva come percorso di pratiche "adeguate
alle esigenze di crescita degli studenti.
Adeguato
alle esigenze di crescita degli studenti.
non significa però una scala
graduata che porta dal gioco e dall'alfabetizzazione motoria al coronamento
ineluttabile della specializzazione disciplinare,
bensì una crescente multiformità dell'offerta, una progressiva implementazione di opportunità tra le quali,
adeguatamente monitorate, anche quelle di sbocco agonistico.
Il
presupposto fondamentale del sottoprogramma Danae sta nella centralità
della scuola in una proposta di educazione motoria e sportiva integrata e
condivisa con altre agenzie formative: centralità e non autarchia, non
autoreferenzialità. Solo così si può convivere e collaborare nella logica
dell'autonomia scolastica e dell'apertura alla società e al territorio che sono
i capisaldi della riforma.
I
coordinatori dovranno avere la disponibilità piena e responsabile di una linea
telefonica, di un telefax e di una postazione informatica per l’accesso ad
internet ed a intranet.
Ove
per casi eccezionali gli uffici periferici non avessero già così costituito
l’ufficio del coordinatore per l’educazione fisica e sportiva o non fossero
in condizioni per ovviare all’inconveniente, eccezionalmente dai fondi del
presente sottoprogramma potrà essere accantonato quanto necessario per la
creazione della rete.
L’educazione motoria e l’educazione fisica non
possono assolutamente essere confuse con attività sportive liberamente
praticate da ragazzi e ragazze in orario extra-scolastico e con le stesse
attività sportive scolastiche; in nessun caso questi ultimi impegni possono
divenire sostitutivi dell'esperienza scolastica medesima.
Nello
sport competitivo praticato dai giovani nelle Società Sportive prevalgono, come
è giusto che sia, le dimensioni motoria (apprendimento di abilità sportive),
fisico-organica (sviluppo di capacità condizionali), tecnico e tattiche (dello
sport di squadra prescelto), oltre alla evidente componente agonistica.
Tale
impostazione non esclude significative proiezioni di ordine educativo, morale e
comportamentale, ma la prevalente
attenzione al risultato sportivo che presuppone comunque una formazione motoria
di base, colloca, a volte, in secondo ordine il processo di formazione
complessivo del giovane e condiziona la sua partecipazione ed incontro con il
gruppo dei pari.
Nello
stesso tempo l'esperienza scolastica di educazione motoria e fisica, mentre
persegue fondamentali obiettivi di ordine motorio - sportivo e fisico - organico
e si lega fisiologicamente alle opportunità del confronto agonistico in
competizioni studentesche, costituisce parte integrante del curricolo,
componente educativa ineliminabile, che si rapporta con le altre materie del
curricolo medesimo nella formazione di un cittadino partecipe e responsabile.
In
particolare contribuisce a dare risalto agli aspetti conoscitivi, comunicativo -
relazionali e sociali, concorrendo in modo rilevante al processo complessivo di
formazione della persona.
Aiutare
compagni in difficoltà, gestirsi autonomamente nell'attività specifica, assumere un ruolo propositivo all'interno di un
gruppo nel rispetto di regole condivise, ricondurre l'esperienza complessiva a
specifici significati di ordine educativo, sociale e culturale, sono solo alcuni
dei processi attivati da ogni singolo ragazzo nella pratica motoria e sportiva
scolastica.
Risulta
immediatamente percepibile, l'importanza di una stretta correlazione tra le due
esperienze motorio - sportive (nel rispetto di ruolo e compiti di ognuno), in
quanto complementari tra loro.
Con
i progetti di Danae dovranno essere superati anche alcuni atteggiamenti
pregiudiziali tuttora difficili da sradicare.
Il
più grave è quello che fa ancora ritenere il gioco attività tollerabile ma
non necessaria, in qualche modo una “perdita di tempo” utile tutt’al più
a rilassare e far riposare gli studenti; il
gioco in quanto tale, invece, è
necessario alla crescita dell’uomo perché appartiene “alle motivazioni
primarie” e non deve mai connotarsi come lavoro travestito, perché travestire
il lavoro da gioco è una delle incongruenze didattiche e pedagogiche più
pericolose.
Il
gioco dei progetti di Danae dovrà essere interessante e formativo di per sé,
non per la sua valenza seduttiva che può favorire strumentalmente l’insegnamento o il passaggio di valori etici e morali.
Secondo
i programmi della scuola primaria “Compito dell'insegnante sarà di
programmare e suggerire i giochi più idonei al raggiungimento degli obiettivi
prefissati.”
Con il programma Perseus ed il sottoprogramma Danae l’amministrazione afferma oggi una “fiducia pedagogica nel valore del gioco, nella sua importanza intrinseca per lo sviluppo del bambino, nella sua utilità funzionale che affianca l’esperienza del reale, nella sua ricchezza sul piano motorio, relazionale, cognitivo.” (2)
Ci
si riferisce in particolare alla centralità dell'educazione motoria rispetto
alle altre educazioni.
Non
è pensabile, come finora è accaduto, che essa sia considerata e realizzata
come un segmento autonomo del processo formativo, avulso dalla interazione che
ha naturalmente e implicitamente con l'educazione alla salute e con l'educazione
all’ambiente.
Nell'ottica
dell'offerta formativa e a partire dall'educazione fisico - motoria si potranno
realizzare "progetti strutturati di rete" (così come avvenuto per
l'autonomia) che affrontino interdisciplinarmente le problematiche relative allo
"star bene" fisico e psicologico, propugnate dall'educazione alla
salute e alla "conoscenza e adattamento" all'ambiente, cosi come
ipotizzato dall'educazione ambientale.
In
ogni provincia una quota va riservata ad un eventuale progetto che sperimenti la
continuità dell'educazione motoria dalla scuola materna alla scuola media.
I
progetti di rete su queste tematiche potranno essere finanziati sulla base delle
valutazioni formulate da un nucleo di esperti, che dovrà vedere particolarmente
impegnati il Provveditore agli Studi e il coordinatore di educazione fisica.
Gli
indirizzi generali di riferimento saranno stabiliti dal Ministero, ma le singole
scuole avranno la libertà di costruire propri progetti, che saranno tanto più
efficaci quanto più "creativi ed innovativi"
Le
susseguenti sperimentazioni avranno tempi di verifica certi e le risultanze
saranno pubblicizzate.
Anche
gli interventi a favore delle pratica sportiva si baseranno su progetti mirati,
che verranno finanziati sulla base della loro efficacia didattica e pedagogica.
Valgono
per la scuola media superiore
le proposizioni enunciate per la scuola media inferiore.
Oltre
all'attività sportiva vera e propria, che anche in questo caso dovrà
realizzarsi per progetti autonomi da parte delle scuole, dovranno essere
sperimentati progetti di collegamento tra le diverse educazioni.
Potranno
inoltre essere accolte le eventuali proposte degli studenti, che siano però
fondate sulle loro reali e personali necessità, di attivare altre forme di
attività sportiva, non codificate e autogestite, di tutte quelle attività cioè
che possano essere svolte al di fuori di qualsiasi indicazione proveniente da
associazioni formalizzate (regolamenti organizzativi federali, regole di gioco
incluse nei regolamenti tecnici etc.).
E'
il caso di rammentare che l'attività sportiva autogestita e autodiretta, ma
sotto la guida ed il coordinamento del docente, secondo recenti ricerche in
campo psico - sociologico, svolge una forte funzione affiliativa, in quanto
accomuna negli interessi e nelle motivazioni gruppi stabili dì individui, che
si ritrovano assieme con l'intento primario di divertirsi giocando,
salvaguardando nel contempo la propria salute ed il proprio equilibrio fisico.
L’attuale
periodo storico è caratterizzato dalla ricerca, da parte dei docenti, di un
equilibrio nell’attività didattica tra la proposizione di contenuti tipici
dell’educazione fisica e l’offerta di proposte di pratica sportiva.
Come
noto quest’ultima costituisce uno degli elementi fondamentali dell’azione
didattico educativo della scuola, ma proprio
per questa sua rilevanza formativa vanno ricercati e garantiti i principi
pedagogici, metodologici e biologici
di riferimento, che devono essere tenuti presenti nella progettazione di ogni
intervento attuato sia autonomamente
dalla istituzione scolastica o suggerito e proposto da altre agenzie esterne.
Nel
sottoprogramma Danae alcuni principi fondamentali costituiscono le direttrici che devono obbligatoriamente
segnare sia l’attuazione di Perseus, sia
la strada progettuale del sistema scolastico con riferimento allo sport
educativo.
L’educazione
sportiva deve essere rivolta al massimo coinvolgimento possibile degli alunni.
In questa ottica assumono grande rilevanza pedagogica le attività
scolastiche svolte dai singoli istituti, che costituiscono
l’unico strumento utile per la diffusione capillare della pratica
sportiva.
Si
ribadisce la necessità di privilegiare i confronti fra le classi con il
coinvolgimento sistematico anche degli alunni portatori di handicap e di
studenti che hanno conseguito al di fuori della scuola un elevato grado di
competenze sportive, che non possono essere disperse in quanto costituiscono un
patrimonio di risorse umane e di esperienze che devono essere messe a
disposizione della comunità scolastica.
Le iniziative rivolte a tutti gli alunni devono diventare strumento
significativo di aggregazione sociale, nonché luogo privilegiato di esperienze
formative e consolidamento di civismo e solidarietà, contro i pericoli
dell’isolamento, dell’emarginazione sociale, delle devianze giovanili ed a
sostegno della lotta alla dispersione scolastica (C.M. 257).
Tutte
le proposte da attuare finalizzate alla promozione sportiva costituiscono parte
fondamentale dei progetti di istituto. Gli
obiettivi didattico - educativi
da perseguire e le procedure metodologiche che devono essere impiegate
contribuiscono a realizzare interventi coerenti tra le “diverse educazioni”
e soprattutto a realizzare una dimensione di continuità tra tutta l’attività
scolastica superando la distinzione tra attività
curriculare e
extracurriculare.
Le
offerte di pratica sportiva devono tenere in debito conto i bisogni formativi e
le motivazioni degli studenti. Nella scuola dell’autonomia
assume grande rilevanza la capacità di ogni istituto di realizzare
progetti che prevedano contributi
degli studenti in sintonia con le esigenze dei docenti
e di cogestire le iniziative da parte di tutte le componenti scolastiche
in alternativa alla “gestione
eterodiretta e prescrittiva” che ha caratterizzato
nel recente passato le collaborazioni con organismi esterni.
Lo
sport è efficace e assume valenza educativa solo e quando considera ogni
allievo come una “totalità
antropologica” composta dall’ambito cognitivo, emotivo - relazionale,
sociale e motorio, da rispettare sempre. Per realizzare questa funzione deve
fare ricorso alla metodologia educativa, che si differenzia in toto dalle metodologie utilizzate nell’allenamento
sportivo e che privilegiano il risultato e la prestazione .
I
contributi e le collaborazioni tecniche e culturali di organismi esterni alla
scuola devono essere comunque coerenti con i principi e le finalità che la
scuola persegue e in ogni caso non si possono sostituire alle progettualità,
che ogni insegnante è tenuto a realizzare sulla base, tra l’altro, delle
conoscenze precise e specifiche di ogni allievo.
Le
offerte di pratica sportiva che ogni istituzione scolastica dovrà proporre non
possono non tener conto della componente agonistica presente in ogni forma di
confronto. L’agonismo rientra tra le motivazioni primarie e, se opportunamente
orientata dal docente, svolge una funzione
pedagogica fondamentale di “canalizzazione” dell’aggressività.
L’esasperazione
della componente agonistica va comunque bandita in ambito scolastico perché da
essa originano sempre successive
devianze o difficoltà di comportamento.
Le
offerte e i progetti di collaborazione non possono essere caratterizzati dalla
episodicità ma devono rientrare
negli interventi sistematici e permanenti da realizzarsi durante il corso di
almeno un intero anno scolastico.
Lo
sport educativo privilegia i processi di acquisizione delle abilità da parte
dell’allievo e ricusa le forme di allenamento centrate
esclusivamente sulla prestazione e sul conseguimento di risultati
fini a se stessi.
In
questa prospettiva sembra accertato che un impianto verticistico della attività
sportiva scolastica non corrisponda più alle necessità della scuola.
Questo
non solo per la mancata congruità di fondo con i principi sopra enunciati ma
per l’attuale difficoltà di programmazione delle attività, causata anche
dalla limitata durata delle manifestazioni, dall’aleatorietà della
eliminazione diretta, dal gigantismo nelle manifestazioni finali e da una serie
di problemi tali da rendere sempre più irraggiungibile qualsivoglia momento
educativo.
Nel
programma Perseus, sottoprogramma Danae, si stabiliscono sulla base delle scelte
didattiche dei propri esperti, quali e quante siano le discipline sportive la
cui conoscenza deve diventare realizzabile
anche all'interno del sistema dei crediti formativi e perché queste
stesse discipline concorrano nella loro globalità a garantire l'educazione
sportiva degli Studenti in tutto il loro percorso scolastico.
Una
parte del sottoprogramma Danae risponde sul campo a questa emergenza, per
comprovare coerenza e credibilità, senza tuttavia considerare la disputa dei
giochi sportivi studenteschi qualcosa di immutabile,
un valore a sé o la gestione integralmente autarchica come un modello di
prospettiva.
Sarà
quindi possibile nell’ambito del sottoprogramma Danae anche
una gestione diretta dei giochi sportivi studenteschi che porti
contestualmente :
a garantire il diritto degli studenti ad avere una
propria rassegna sportiva nazionale,
a stabilire che le manifestazioni per gli studenti
si svolgano in collaborazione con Enti Locali e le forze sportive ma in
autonomia educativa dalle agenzie esterne alla scuola.
Le
pregresse attività hanno ricalcato
i modelli federali, per cui spesso lo sport scolastico ha
ritrovato a competere gli stessi ragazzi già sportivizzati fuori
dall'ambiente scolastico.
Introducendo
il meccanismo delle fasi successive era inevitabile
la selezione dei migliori con la conseguente esclusione di tutti gli
altri. Forse per questo il rapporto tra mondo sportivo e scolastico non ha mai
veramente funzionato.
I
Giochi e i Campionati studenteschi si sono ridotti sempre più ad una serie di
appuntamenti agonistici, senza incidere profondamente e con continuità sulla
formazione sportiva degli studenti. Lo sforzo organizzativo ed economico merita
qualcosa di più dell’intento di non far notare la mancanza di una vera
educazione sportiva, quella di cui
gli studenti dovrebbero poter usufruire in una scuola moderna di una società
civile.
Con
Danae una nuova struttura organizzativa dello sport scolastico si profila.
L'attività
sportiva scolastica è organizzata attraverso l'associazionismo studentesco, che
è parte dell'Associazionismo culturale, ed è previsto dallo Statuto delle
Studentesse e degli Studenti. Ogni singolo Istituto può aderire alle discipline
prescelte dai suoi studenti .
La
trasformazione in atto nella scuola dell’autonomia permetterà una più facile
costituzione delle “Associazioni Scolastiche” (culturali e sportive) e potrà
dare un contributo per lo stesso cambiamento
dell’intero sistema sportivo.
Dal
laboratorio di Perseus, come accade
negli altri Paesi europei1 potrebbe costituirsi un sistema di
avviamento allo sport basato essenzialmente
sull'iniziativa del mondo della scuola.
La strutturazione delle Associazioni Scolastiche darà l'opportunità a molti giovani di iniziare "nella giusta età" quel processo di alfabetizzazione motoria che permetterà in momenti successivi apprendimenti più specifici di carattere sportivo, che li porterà dentro quel positivo processo rappresentato dalla competizione agonistica per il raggiungimento di risultati di prestigio.
Le
discipline contemplate concorrono, ordinariamente nel rispetto delle norme della
Federazione Internazionale dello Sport Scolastico come discipline di base, ai
programmi ed ai progetti dell'educazione
sportiva scolastica. Per le discipline che non concorrono alle tre rassegne
locali, regionali, nazionali, in quanto non diffuse sull'intero territorio
nazionale, saranno stipulati appositi accordi e convenzioni tra il Ministero
dalla Pi e le stesse Federazioni.
Lo
svolgimento delle manifestazioni sportive e delle varie gare sarà elettivamente
previsto in un determinato pomeriggio della settimana, da dedicare alle varie
attività dell'associazionismo scolastico, sia sportivo, sia musicale sia
culturale in genere.
Per
l’organizzazione dell'attività sportiva scolastica esistono cinque livelli di
attività: di istituto (individuale o per classi);
comunale – distrettuale; provinciale; regionale; nazionale.
Ognuno dei livelli vedrà forme di promozione -
retrocessione sulla scorta dei risultati dell’anno precedente.
Con
il programma Perseus si intende dar vita ad un sistema sportivo che garantisca
sia la preparazione sia la partecipazione allo sport in maniera non episodica e
per fare questo si prevedono modalità elastiche che non ripetono
pedissequamente le normative ufficiali dei vari sport.
In
ogni ambito di responsabilità verranno stabiliti i criteri e le modalità di
partecipazione. I vincoli nazionali che saranno emanati con regolamentazione
apposita riguarderanno la garanzia dello studente di prendere parte ad un vera
rassegna sportiva e non ad un semplice episodio agonistico.
Anche
le disponibilità economiche dei responsabili organizzativi saranno quindi
determinate sulla scorta delle necessità provinciali, regionali e nazionali.
In particolare
il livello nazionale potrà veder attive due ipotesi :
a)
fase conclusiva delle manifestazioni regionali (modello play off ) con quattro
ammesse alla fase nazionale;
b) suddivisione
in due (3) gironi da otto squadre; il campionato nazionale studentesco inizia
nel mese di novembre e termina entro il mese di maggio. La scuola vincitrice di
ogni girone si incontrerà nella finale nazionale degli sport di squadra con
l’altra;
c)
tornei multilaterali per sport meno frequentati.
Nel
rispetto delle regole dell'ISF uno
studente potrà frequentare gli allenamenti e le competizioni con un'altra
scuola a condizione che il proprio istituto non possa svolgere quello sport o
che la propria scuola non aderisca motivatamente alla disciplina stessa.
Le manifestazioni di istituto si svolgono per classi e hanno lo scopo primario di
allargare la partecipazione alla generalità degli alunni.
Le manifestazioni di Istituto durano l'intero anno scolastico, pur non
potendo superare un terzo delle ore complessive autorizzate .
Sport individuali.
Per
le manifestazioni degli sport
individuali vanno previste a livello provinciale e regionale almeno sei giornate
gara all'anno, al fine di consentire una reale partecipazione degli studenti e
per togliere l'occasionalità dell'approccio sportivo. I calendari delle
manifestazioni saranno opportunamente predisposti sulla base delle adesioni. Si
possono ipotizzare anche manifestazioni interprovinciali sulla scorta della
caratteristiche orografiche delle provincie.
Sulla scorta delle manifestazioni provinciali e
regionali si svolgeranno le più opportune manifestazioni di carattere
nazionale.
Per
le giurie e gli arbitraggi verrà
dato vita ad un sistema di formazione di giudici ed arbitri tra gli studenti ed
il personale della scuola. Sulla base di un piano che inserisca anche questa
forma di collaborazione tra i crediti formativi e tra gli incentivi per i
docenti.
La
nuova formula dello sport scolastico, per analogia con le simili iniziative
Europee, necessita che lo sport non sia più un’occasione fortuita legata alle
volontà di docenti e federazioni, ma divenga un diritto di ogni studente.
L'educazione sportiva mira anche alla possibilità che gli studenti
decidano in piena autonomia se prendere parte o meno ai momenti competitivi e
che ad ognuno di essi venga garantita una buona
conoscenza sportiva.
Tra
gli enti esterni alla scuola sono da interessare in primo luogo il rinnovato
Coni, poi gli Enti Locali ( Regioni, Province e Comuni hanno già oggi notevoli
capacità di collaborazione).
Vanno
anche interessati gli Enti Statali che possono concorrere all'educazione
sportiva del cittadino (Forze armate, Polizia, Carabinieri) inducendo anche una
ricaduta positiva sul sistema di
protezione civile.
Le
nuove norme sull’autonomia consentono tra l’altro, in termini di
collaborazione, anche nuove ed agili forme di sponsorizzazione.
Una
organizzazione molto decentrata sul territorio consentirà di assolvere a tutte
le incombenze senza gigantismi e senza le sovrastrutture che hanno appesantito
l’attività fino ad oggi tanto criticate, di aumentare il coinvolgimento degli
interi istituti, di far apprezzare agli studenti la propria scuola in quanto
fornitore di un servizio di qualità e di conseguenza di far apprezzare lo
sforzo che lo Stato compie di coinvolgere in modo diverso e determinante gli
Enti locali, che oggi sono quasi esclusi dal sistemo sportivo scolastico.
Lo
stanziamento verrà distribuito tra tutti i Provveditorati agli Studi, previo
accantonamento nazionale per le fasi interregionali e finali.
I
finanziamenti verranno assegnati dal Provveditore agli Studi sulla base delle
valutazioni formulate dal Comitato Tecnico per il Perseus all'uopo nominato e
presieduto dal Provveditore o, su sua delega, dal Coordinatore per l'educazione
fisica e sportiva.
I
componenti del Comitato Tecnico per il Perseus possono coincidere con quelli del
Nucleo di supporto all’autonomia qualora quest’ultimo preveda la presenza
del Coordinatore di educazione fisica e sportiva. Data la novità
dell’organizzazione e considerato il carattere sperimentale del programma e
l'opportunità di avviare col massimo di omogeneità e coerenza le iniziative, i
progetti prescelti saranno inviati all'Ispettorato Educazione Fisica e Sportiva
per la validazione tecnica.
Gli
indirizzi generali di riferimento e i principi di valutazione
saranno stabiliti dal all'Ispettorato Educazione Fisica e Sportiva con
proprio provvedimento che conterrà, tra l'altro, i seguenti criteri:
· la coerenza didattica con le finalità formative della scuola;
· lo spessore didattico - metodologico dell'innovazione;
· l'articolazione del progetto in rete con altre scuole, soprattutto con quelle di piccole dimensioni;
· il coinvolgimento di altri soggetti del territorio (Federazioni, enti di promozioni, società, enti che hanno siglato intese col Ministero);
· la disponibilità e l'utilizzo di tecnologie didattiche multimediali.
Nell'esame
e nel piano finanziario predisposti per i progetti complessi si avrà cura di
privilegiare quelle scuole che, pur in particolari situazioni di debolezza
istituzionale e/o socio-culturale del territorio in cui operano, abbiano saputo
comunque, da sole o in rete con altri istituti, elaborare validi progetti.
Anche i progetti relativi ai giochi sportivi
studenteschi, a parte le finali 1999 che seguono ovviamente il regime pregresso,
potranno essere finanziati solo se conterranno elementi innovativi che esaltino
la valenza educativa dello sport agonistico. Le finali del 2000, lungi dal
costituire una occasione spettacolare limitata ad alcuni sport maggiormente
praticati, dovranno tendenzialmente consentire modalità di confronto, anche per
sport meno diffusi, magari limitata ad alcuni territori o a tornei.
Tutti
gli interventi a favore della pratica sportiva si baseranno infatti su progetti
mirati che saranno finanziati sulla base della loro efficacia didattica e
pedagogica, che prevedano procedure metodologico -
didattiche che si adattino in toto alle esigenze anche ludiche degli
alunni. E' prevista la realizzazione di "Progetti strutturati di
rete", così come avvenuto per l'autonomia.
Per
l’ideazione dei soggetti, dei logotipi e dei prototipi per la fornitura di
coppe, targhe, medaglie, distintivi, magliette, gadget ecc., si farà
riferimento prioritario alla creatività studentesca.
Non
saranno accettate sponsorizzazioni con contenuti pornografici, violenti,
contrari alla morale, all’educazione alimentare, provenienti da industrie del
tabacco, di liquori o apparentate e comunque
ritenute dall’Ispettorato Educazione Fisica e Sportiva
lesive degli interessi delle istituzioni scolastiche italiane.
Per
il primo anno di attuazione il sottoprogramma Danae sarà utilizzabile per
finanziare in parte o in toto le
finali dei giochi sportivi studenteschi relative alle attività
dell’a.s.1998-1999, che sono state, sia pur con le limitazioni necessarie, una
anticipazione degli obiettivi del Perseus e
che il Ministero si è determinato politicamente ad assumere in gestione
senza aumenti di bilancio all’uopo destinati e comprimendo altre esigenze
attinenti l’educazione fisica e motoria, gestionali ed altre finalità
parimenti opportune.
Costo totale: 18.760.000.000
3)
Sottoprogramma Mycenae
( Attrezzature per l’educazione fisica e sportiva,
ove possibile in cofinanziamento con gli enti locali)
I
progetti riguarderanno alcune diverse tipologie di attrezzature ritenute utili
per il raggiungimento delle finalità e degli obiettivi previsti, con
particolare riferimento alle palestre ed alle esigenze di uso del tempo libero
maggiormente sentite.
I DUE
SOTTOPROGRAMMI CHE SEGUONO (Athena e Pegasus), PARTI INTEGRANTI DI “PERSEUS”
E SARANNO REALIZZATI NEL SECONDO E TERZO ANNO DI APPLICAZIONE DEL PROGRAMMA
TRIENNALE.
(formazione dei consulenti e dei docenti di
educazione fisica tramite pacchetti multimediali in autoformazione.)
-Inquadramento
del sottoprogramma
Appare
evidente che la complessità operativa di Perseus postula nuovi indirizzi nella
formazione e nell'aggiornamento degli operatori ai diversi livelli.
I
contenuti dell'aggiornamento dovranno necessariamente affrontare la preparazione
professionale del consulente, la
metodologia e la didattica della attività sportiva, svincolata quest’ultima
dai dettami e dagli indirizzi derivanti dalle teorie dell'allenamento.
Si
può tracciare una linea metodologico - didattica autonoma, efficace ed interna
al sistema scuola, attraverso la quale il docente può realizzare la sua azione
didattica senza la preoccupazione di dover seguire la liturgia dell'allenamento
tecnico.
Il
nuovo regolamento sull’autonomia (art. 7) riconosce alle istituzioni
scolastiche la possibilità di determinare accordi, convezioni in rete tra
scuole, istituzioni, università, enti, agenzie specializzate operanti sul
territorio per il raggiungimento delle proprie finalità didattiche di ricerca
ed istituzionali.
La
dimensione è quella della rete, che si caratterizza per la flessibilità ed
elasticità strutturale - organizzativa e pone la scuola come nodo di relazioni
interistituzionali.
Le
professionalità necessarie sono nuove.
In
questo quadro di riferimento l'integrazione fra soggetti e organismi autonomi si
può realizzare solo attraverso un sistema aperto "reticolare
e plurale".
Il
concetto dì rete presuppone non il riferimento a semplici collegamenti tra
soggetti diversi, ma una configurazione organizzativa centrata sulla
valorizzazione delle relazioni significative, dove ogni soggetto rappresenta un
nodo importante ma non gerarchicamente privilegiato, dove la relazionalità
condivisa ed integrata diviene elemento di servizio e co-agente della
produttività, della qualità', dell'efficienza ed efficacia del sistema stesso.
Tutto
ciò dovrà essere rivolto ai docenti interessati ad assumere nuove
responsabilità.
Sotto il profilo organizzativo è necessario prestare
attenzione alla realtà di riferimento ed individuare rapporti significativi
anche con soggetti esterni all'organizzazione scolastica.
L'interistituzionalità
deve essere intesa come rapporti tra autonomie, concertazione
interistituzionale, costruzione di collaborazioni sinergiche, che nel rispetto e
valorizzazione delle specificità individuali/istituzionali si ispirino ad un
principio di corresponsabilità (protocolli d'intesa, gruppi di progetto,
programma con progettualità e decisionalità interistituzionali).
Progettare
in rete per costruire percorsi di integrazione significa, pertento, assumere una
mentalità fattoriale e combinatoria, responsabilità e calcolo del rischio,
abilità e competenze manageriali per valutare la dimensione e l’equilibrio
delle offerte fatte alla scuola dalle agenzie esterne.
Con
Athena si potranno porre premesse professionali e presupposti di competenza per
costruire legami atti ad annodare, nella trasparenza, la negoziazione
interattiva dei tanti soggetti co - protagonisti, tenendo presente che attivare
processi tendenti al miglioramento ed alla qualità presuppone l’accettazione
della sfida del contesto situazionale come sistema aperto e complesso, dinamico
ed interattivo. Riannodare il reticolo funzionale di servizi ed iniziative
rappresenta non solo la linea di sfondo culturale ed istituzionale, ma l'ipotesi
concreta dì lavoro dentro cui si legittima un corretto sviluppo di rapporti.
Articolazione del sottoprogramma.
L'attuazione
prevede iniziative articolate di elaborazione dei pacchetti formativi
multimediali, un seminario settimanale di validazione per ciascun prodotto
multimediale ed una serie di seminari brevi per la diffusione del pacchetto e
l’analisi delle procedure di somministrazione
della scheda di valutazione.
Il
sottoprogramma si compone dunque di tre fasi.
Nella
prima gli istituti secondari individuati
dall'Amministrazione Centrale come poli di riferimento per l'aggiornamento
elaborano, anche con la collaborazione di agenzie esterne particolarmente
qualificate:
-
Pacchetti formativi multimediali, tendenzialmente in autoformazione per
aggiornamento a distanza sull’educazione motoria, fisica e sportiva, la
continuità del curricolo, le educazioni varie come snodi interdisciplinari
-
Una scheda contenente per ogni pacchetto gli indicatori di efficacia.
Nella seconda fase un gruppo di docenti esperti della
materia, in un corso appositamente realizzato, validano il pacchetto e le
procedure di valutazione della scheda, predisponendo i necessari aggiustamenti.
Nella terza fase si prevedono seminari brevi
programmati per il maggior numero di docenti interessati coinvolgibili (con
priorità per i docenti titolari). I docenti del gruppo di validazione potranno
illustrare proficuamente le caratteristiche del pacchetto. I seminari hanno lo
scopo di diffondere il pacchetto multimediale con riferimento ai contenuti ed
alle modalità di utilizzazione tecnologica e didattica.
L'elaborazione
di moduli in autoformazione e la loro diffusione a distanza è supportata da
sistemi di verifica e consulenza.
( Ricerche sul ruolo dell'educazione fisica nello
sviluppo dello studente, collegate alle problematiche giovanili quali:
disagio, difficoltà relazionali, dispersione e orientamento)
Il
mondo dello sport e quello della scuola avvertono
da anni la necessità di ricercare e approfondire
il senso dell'educazione motoria, fisica e
sportiva, anche nella prospettiva di stabilire
una coerente collaborazione attiva con organismi esterni.
Questa
necessità permane anche nella realtà attuale.
I
momenti di collaborazione si sono
infatti costruiti su basi spesso
fragili, senza il supporto effettivo di una critica profonda della situazione
reale e sono mancate strategie
globali e condivise, capaci di
attivare una trasformazione positiva.
La
scuola non ritiene più di possedere “l’esclusiva” per attuare qualsiasi
intervento nel campo della formazione e si apre alla collaborazione di agenzie
esterne anche nel settore delle attività motorie.
Il
mondo dello sport se intende, d’altro canto,
perseguire una strategia di integrazione delle sue attività con quelle
della scuola deve approfondire la consapevolezza dei limiti dell’azione
promozionale ed educativa svolta sinora.
Come
è stato rilevato “L'errore di fondo che sempre ha fatto il CONI nei confronti
della scuola è quello di essersi rivolto essa proponendo attività segnate da
una logica esterna, propria del mondo sportivo”.(3)
[1] A. Santini, Appunti e schede sintesi sul progetto "Sport a Scuola", Corso di aggiornamento organizzato dal Comune di Riccione, dal comitasto prov UISP di Rimini per gli Insegnanti delle Scuole Elementari del II e III Circolo, a.s. 1998/1999 (dattiloscritto), 3.
[2] G.Staccioli,Il gioco e il giocare, Roma, cit.,18.
[3] E.Lazzarotti, La promozione motorio-sportiva in ambitpo scolastico, relazione per il convegno europeo “Itinerari di sviluppo sportivo per i giovani d’Europa” Prato 27-28 marzo 1999.