LABORATORIO RIFORMA
Con il riordino dei cicli
scolastici
"prof- senior" più qualificati (e più pagati)
Tutti i documenti messi a punto dalla commissione dei
saggi
Nella scuola
potrebbe presto fare il suo ingresso una nuova figura: il
"prof-senior", vale a dire un docente esperto con una retribuzione
più alta e compiti specifici di coordinamento e tutoraggio, che
affiancherebbe gli insegnanti della scuola di base (sette anni) e
della secondaria (cinque anni). Secondo il rapporto dei saggi per
l’attuazione della riforma dei cicli, inoltre, gli studenti
potrebbero, durante l’anno, «comporsi e ricomporsi anche in altri
gruppi» in foram di classi "flessibili". Le attuali materie e gli
indirizzi di studio andrebbero poi snelliti.
Doppio livello. Gli insegnanti, quindi,
dovrebbero essere distinti in due livelli: quello di base per i i
docenti di «formazione iniziale», quello superiore per i docenti
«ricercatori», una figura professionalmente più qualificata (e più
pagata). I professori di alcune materie (matematica, filosofia,
scienze) dovrebbero infine tornare all’università per compiere una
«riconversione» della loro formazione, mentre i nuovi docenti, per
essere assunti, dovrebbero obbligatoriamente conoscere inglese e
informatica.
Nove gruppi di
lavoro. Sono queste alcune delle linee contenute nel
documento sull’attuazione della riforma dei cicli scolastici
consegnato in questi giorni al ministro della Pubblica istruzione,
Tullio De Mauro, dalla Commissione dei saggi appositamente
costituita. Sulla base di queste indicazioni, il ministro dovrà dare
attuazione alla legge n. 30/2000, presentando il suo progetto in
Parlamento. Il rapporto dei saggi, articolato negli elaborati di
nove gruppi di lavoro (un centinaio di pagine complessive), dà una
serie di suggerimenti su tutti i fronti della riforma, ma lascia
anche diversi "spazi bianchi", là dove non si è trovato un accordo.
Ecco, in sintesi, le principali conclusioni del
documento.
Obiettivi
generali. Vanno superate «le rigidità di un sistema
centralizzato di gestione della scuola con un eccesso di
regolamentazione che ha abbassato la qualità dell’apprendimento», si
legge nel rapporto. Va privilegiata «la scuola, rispetto ad altri
soggetti formativi» e, in particolare, «la scuola pubblica». La
riforma può già essere attuata in modo "accelerato" nei cosiddetti
istituti comprensivi, strutture già esistenti che mettono insieme
diversi cicli di istruzione.
Si pone un accento particolare
sulla definizione delle competenze linguistiche e matematiche, che
devono riguardare sia il ciclo di base (primi sette anni), sia la
scuola dell’obbligo (primi nove anni), sia la secondaria (cinque
anni).
Lingue straniere e
informatica. Si dà un’indicazione dettagliata su
come misurare l’abilità di un ragazzo che studia informatica a
scuola. Si propone poi lo studio per tutti di due lingue straniere
(e dell’informatica al biennio superiore). Necessario, infine, un
responsabile del sistema dei Pc in ogni
istituto.
Professori
"senior". Il rapporto sostiene che l’insegnante ha
oggi nuovi e più gravosi compiti e responsabilità. Vanno perciò
agevolate «specializzazioni universitarie, dottorati di ricerca,
master» e altri crediti professionali. Per lo spinoso problema della
convivenza, nel ciclo di base, di docenti che provengono dalle medie
e dalle elementari, con una diversa formazione e titolo di studio,
il documento suggerisce «l’acquisizione delle competenze
psico-pedagogiche relative alla fascia di età 6-10 anni» per chi ora
ha la cattedra alle medie. La formazione dei docenti per la riforma,
comunque, va intesa quasi sempre nel senso di "autoformazione" e
"autoriflessione". Questo, comunque, comporta ulteriori risorse
finanziarie. Suggerita, inoltre, la creazione di due tipi di
professori, in particolare quello definito «docente-ricercatore», un
super-insegnante, insomma, che dovrà avere «una retribuzione
aggiuntiva».
Offerta
formativa. Nei rapporti con gli enti locali, gli
istituti devono rapportarsi non solo con la Regione («c’è il rischio
di un nuovo organismo centrale») ma con tutti gli enti territoriali,
in particolare nella scuola dell’infanzia. Sulla determinazione
autonoma dei curriculum, la proposta è di assegnare alle scuole una
quota oraria di articolazione tra il 15 e il 20% di quella
complessiva.
Obbligo
scolastico. I primi due anni (obbligatori) del
biennio delle superiori devono avere un monte ore annuale di
1.000-1.100 ore. Si sottolinea, inoltre, che «la riforma dei cicli
deve portare alla definizione di una cultura del lavoro».
Necessario, inoltre, un «sistema di orientamenti integrato tra i
diversi attori della formazione».
Curricoli. La formazione professionale «va
ritenuta culturalmente elevata». Vanno inoltre «ridotti gli
indirizzi». Per la scuola dell’infanzia, il monte ore annuale
obbligatorio deve essere di 35-40 ore settimanali, su 5 giornate (in
un anno, 1.150-1.300 ore). Per quella di base, non si danno proposte
definitive sull’articolazione dei sette anni. Per la secondaria,
oltre a finire la contrapposizione licei-istituti, si ribadisce
l’idea di ridurre le discipline. La quota nazionale di ore deve
essere pari all’85 per cento.
Marco Ludovico
15
settembre 2000
LE TAPPE CHE RIMANGONO DA
PERCORRERE
- Fine settembre - primi di ottobre
2000
Presentazione al Parlamento del programma
del Governo per l'attuazione della legge
- Entro novembre 2000
Deliberazione
delle Camere sugli indirizzi relativi alle singole parti del
programma
- Settembre/ottobre 2000; febbraio
2001
Coinvolgimento delle scuole nel dibattito
per la definizione dei curricoli e di altri aspetti della
legge;
nello stesso arco di tempo sarà richiesto un
ulteriore contributo della commissione, allargata ad altri
intellettuali ed esperti delle diverse aree disciplinari
- Entro febbraio/marzo
2001
Definizione delle singole parti del
programma sulla base degli indirizzi del Parlamento e dei
contributi di cui al punto precedente
- Settembre 2001
Attuazione della
legge nelle prime classi dei due cicli
- IL RUOLINO DI MARCIA
- Procedura prevista per
l'attuazione della
riforma
PROGRAMMA
QUINQUENNALE
Entro settembre il Governo deve presentare al
Parlamento un programma quinquennale, che comprende:
- Criteri generali
per la riorganizzazione dei curricoli delle scuole
dell'infanzia, di base e secondaria;
- Progetto generale
di riqualificazione del personale docente;
- Criteri generali
per la formazione degli organici d'istituto;
- Piano per
l'adeguamento delle infrastrutture;
- Tempi e modalità
di attuazione della legge
.
RELAZIONE
Oltre al programma quinquennale il Governo
dovrà consegnare un elaborato relativo a:
- Fattibilità;
- Congruità dei
mezzi rispetto agli obiettivi;
- Valutazione degli
eventuali maggiori oneri finanziari o delle eventuali
riduzioni di spesa
.
PARLAMENTO
Entro 45 giorni dalla trasmissione del programma
quinquennale e della relazione da parte dell'Esecutivo, le
Camere adottano una deliberazione che contiene indirizzi
specificatamente riferiti alle singole parti del programma.
documenti messi a punto
dalla commissione dei saggi
Ragioni, finalità e
obiettivi della riforma;
indicazioni generali per la sua
attuazione
La centralità della persona
che apprende:
rinnovamento dei contenuti e delle
metodologie del processo di insegnamento/apprendimento;
orientamento
Comparazioni e
indicazioni internazionali
su obiettivi e standard con
particolare attenzione agli indicatori linguistici e
matematici
Comparazioni
e indicazioni internazionali
su obiettivi e standard con
particolare attenzione alla valorizzazione dello studio delle
lingue stranieree all'introduzione delle tecnologie
informatiche
Un
progetto generale per la promozione della professionalità
docente, con particolare attenzione alla formazione iniziale e
in servizio e alla valorizzazione delle esperienze
Il piano
dell’offerta formativa tra indirizzi nazionali e realtà
locali
Criteri generali per
la riorganizzazione
dei curricoli con attenzione agli
snodi
e alle articolazioni
Scuola
dell’infanzia
Scuola di
base
Scuola
secondaria
Obbligo di
istruzione e obbligo formativo
Rapporto tra scuola,
formazione professionale e lavoro; educazione degli adulti
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