LA SCUOLA NEGLI ANNI TRENTA

Frequentare la scuola era obbligatorio, ma non c'erano eccessivi controlli: per iscriversi bisognava avere la tessera della Gioventų Italiana del Littorio, che costava cinque lire.
Si iniziava all'etā di sette anni e l'anno scolastico cominciava il primo ottobre e finiva a giugno, con orari dalle 9,00 alle 12,00 e con il rientro pomeridiano per il dopo-scuola.
La scuola di Canale si trovava all'interno del palazzo del Comune: c'erano cinque classi miste, composte ognuna da 25-30 alunni; ogni aula aveva due file di banchi, una per le femmine, l'altra per i maschi.
I bambini dovevano indossare il grembiule nero con il fiocco, blu per i maschi, rosa per le femmine, ma non tutti li indossavano; non c'erano gli zaini e per questo i libri venivano portati a mano o in cartelle di cartone.
Si doveva comprare solo un libro e chi non lo possedeva, perchč la famiglia non aveva i mezzi per acquistarlo, studiava con il compagno.
Le aule erano molto piccole e non avevano il riscaldamento; all'interno dell'aula erano affissi al muro la carta geografica, i ritratti di Mussolini e del re, il Crocifisso.


Scolaresca del periodo fascista.

I banchi erano a due posti, con il piano ribaltabile e la cattredra era pių in alto rispetto ai banchi, perchč appoggiata su una pedana: gli alunni pių bravi sedevano ai primi banchi, i peggiori in fondo.
Per scrivere si usava in prima la matita e nelle altre classi la penna con l'inchiostro. Le materie che venivano insegnate erano: storia, geografia, italiano, scienze, aritmetica, religione (veniva in classe il parroco) e ginnastica. La maestra dava molti compiti e spesso difficili.
Alla fine di ogni anno scolastico si svolgeva un esame per passare alla classe successiva. La scuola rimaneva chiusa il 23 marzo, perchč si ricordava la fondazione dei fasci; i128 ottobre, per ricordare la marcia su Roma e il 24 maggio, l'inizio della prima guerra mondiale.
In queste ricorrenze i bambini, divisi, secondo l' etā e il sesso, in "balilla", "figli della lupa", "avanguardisti", "piccole italiane" e "giovani italiane", partecipavano alle cerimonie ufficiali indossando la divisa: i maschi pantaloni alla zuava grigio-verdi, camicia nera, fazzoletto al collo; le femmine gonna e camicia bianca. Quando i bambini arrivavano in ritardo a scuola, non venivano fatti entrare in classe e, se si comportavano male, non c'erano nč note, nč sospensioni, ma c'erano i "castighi", spesso umilianti: le maestre facevano inginocchiare l'alunno vicino alla cattedra o lo costringevano a stare dietro alla lavagna e usavano spesso la "bacchetta"; quando sbagliavano il compito, i bambini erano costretti a girare per tutte le classi con un foglio con la scritta "asno" attaccato alla schiena. Anche allora venivano consegnate le pagelle con i giudizi che andavano dall'insufficiente al sufficiente, al buono e al lodevole. Non c'erano nč i bidelli nč la ricreazione e, al posto della campanella, si utilizzava, come riferimento per l'inizio e il termine delle lezioni, la campana della Chiesa.

 foto di classe